Trovo molto creativo l’aggettivo inglese colloquiale unfuckwithable, un modo alquanto colorito per dire di qualcuno che è imperturbabile, che non si scompone mai (“that cannot be fucked with”).
Esempi d’uso: she looks unfuckwithable · a calm mind makes you unfuckwithable · I’d love to know the secret to becoming unfuckwithable · always inspired by AOC’s precision, focus and unfuckwithable energy · 2020 as a year has made us unfuckwithable.
Nella formazione della parola si riconoscono subito il suffisso aggettivale deverbale –able, che qui esprime la possibilità di quanto predicato dal verbo, e il prefisso un–, che indica il contrario di un’azione o di uno stato (altrove anche negazione o assenza). Moltissimi aggettivi inglesi sono formati in questo modo: unacceptable, unforgettable, unfashionable, unreadable…
La peculiarità di unfuckwithable è che include anche una preposizione. Ha infatti come base il verbo volgare multiuso fuck che solo se seguito da with <someone> può avere il significato di provocare e/o importunare pesantemente qualcuno (“rompergli il cazzo” o altri attributi), e così anche la preposizione è stata incorporata nell’aggettivo.
Unputdownable
Un altro aggettivo informale con una costruzione apparentemente simile è unputdownable, già descritto in Parole per bibliofili e bibliomani: si dice di un libro così avvincente che non si riesce a staccarsene (“that cannot be put down”). In questo caso però down non è una preposizione ma un avverbio.
Unfuckwithable e unputdownable sono due esempi della grande flessibilità dell’inglese nel creare parole nuove: in Insolite conversioni e nominalizzazioni alcuni esempi di sostantivi che hanno come base delle preposizioni.
Stez:
Un piccolo lapsus – ‘unacceptable’, non ‘unaccettable’.
Licia:
@Stez, grazie, ho corretto e ne ho approfittato per aggiungere alcuni esempi d’uso.
Stez:
A proposito di aggettivi di questo tipo cioè a base di verbi frasali mi piace assai quello ‘inventato’ da Winston Churchill: “putting up with the unputupwithable”’.
John Dunn:
Non mi piace questa parola, che a mio parere non funziona: 1) il senso è poco trasparente, e io avrei aspettato una definizione un po’ diversa; 2) è quasi impronunciabile; non capisco dove mettere l’accento. Però è l’illustrazione perfetta di una regola universale delle lingue: le parole tabù degli altri sono sempre meno tabù di quelle della nostra lingua!
@Stez: 99,99% degli aforismi attribuiti a Churchill sono inventati da altri (vale anche per Oscar Wilde e il duca di Wellington); magari anche questo. Però c’è un’altra versione dei suoi giochi con ‘put up with’ che (forse) è verace: leggendo una frase maldestramente formulata Churchill avrebbe detto: This is the sort of English up with which I will not put! (The Oxford Dictionary of Modern Quotations, p. 55)
Flavia:
Il protagonista di Caos calmo, ricordando le sue esperienze con l’oppio, dice che la droga gli ” […] dava una sensazione molto bella di distanza e di freddezza – la sensazione di ‘non essere più riguardato’ – ecco – da ciò che mi riguardava – e non mi faceva stare male, dopo.” S. Veronesi, Caos calmo, Bompiani Vintage, 2014, p. 222