Family Act, attenzione all’inglesorum!

Nelle notizie di politica italiana hanno avuto rilievo gli incentivi, le agevolazioni e gli aiuti alle famiglie del nuovo Family Act approvato dal Consiglio dei Ministri l’11 giugno 2020.

tweet di Elena Bonetti, ministro per le Pari opportunità e la famiglia:  Il #FamilyAct è la prima vera riforma per le politiche familiari proposta e approvata da un governo nella storia del nostro Paese. Un progetto ambizioso che investe nelle famiglie e mette al centro i bambini e l’educazione, con una grande rivoluzione nella corresponsabilità.

Nel nome Family Act riconosciamo subito la formula ormai familiare X Act, modellata su Jobs Act e poi adottata per Digital Act, Food Act, Social Act, Student Act, Tourism Act e altri provvedimenti di vario genere.

Nelle comunicazioni governative e dei media Family Act identifica un disegno di legge che elenca una serie di principi e criteri direttivi per stabilire “misure per il sostegno e la valorizzazione della famiglia”, al momento però non ancora delineate: il testo del DDL contiene solo indicazioni per futuri provvedimenti ma nessun dettaglio concreto.

FAMILY ACT Misure per il sostegno e la valorizzazione della famiglia (disegno di legge) Il Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti e del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Nunzia Catalfo, ha approvato un disegno di legge che delega il Governo ad adottare misure per il sostegno e la valorizzazione della famiglia. Il testo delinea la cornice normativa e le scadenze temporali entro le quali il Governo sarà chiamato ad approvare i decreti legislativi di attuazione della delega, con l’obiettivo di sostenere la genitorialità e la funzione sociale ed educativa delle famiglie, contrastare la denatalità, valorizzare la crescita armoniosa delle bambine, dei bambini e dei giovani e favorire la conciliazione della vita familiare con il lavoro, in particolare quello femminile.

Un Act che non lo è

Il nome Family Act è un’ulteriore dimostrazione che chi è al governo ignora il significato della parola inglese act in contesto legislativo e le attribuisce un’accezione inesistente, trasformandola così in uno pseudoanglicismo.

In inglese infatti act ha il significato specifico di “atto legislativo approvato dal parlamento e promulgato dal capo dello stato” ed è quindi improprio descrivere come act un disegno di legge, che in inglese si chiama invece bill: dettagli in Get your [Jobs] Act together! 

Inglesorum per tutti

Errori a parte, trovo in ogni caso ridicolo che per rivolgersi ai cittadini italiani il governo italiano preferisca l’itanglese Family Act a una descrizione italiana come disegno di legge per la famiglia.

Credo però di avere capito perché la formula X Act piace tanto ai nostri politici. La parola di origine latina act è trasparente anche se non si parla inglese: richiama action e rimanda ad azione, messa in atto. È perfetta per comunicare indirettamente l’idea di fare, agire, procedere e quindi anche raggiungere risultati, senza però affermarlo esplicitamente.

Act consente di lasciare intendere anche qualcosa che in effetti non c’è ancora, come nel caso di Family Act che ci è stato presentato come riforma innovativa anche se il nuovo disegno di legge per ora è solo un progetto e non contiene alcuna misura concreta. Il nome Family Act appare quindi un tipico esempio di inglesorum usato ad effetto per rendere più attraenti, più appetibili o più importanti concetti che con un nome italiano risulterebbero meno facilmente mascherabili.

Sono sicura che i nostri politici non lo ammetterebbero mai, come ero sicura che la ministra Bonetti o i suoi collaboratori non avrebbe mai risposto al mio tweet dello scorso ottobre con richiesta di chiarimenti sulla preferenza per un nome inglese:

tweet della ministra Bonetti del 16 ottobre 2019: “Stanotte il Cdm ha stanziato importanti risorse per le politiche familiari. È stato il primo obiettivo silenzioso per giorni. Le useremo per il sostegno della natalità, per asili nido, per congedo parentale per papà e altri progetti a sostegno di tutte le famiglie. 1/2 #FamilyAct”; mio tweet: “Mi può spiegare la scelta di chiamare #FamilyAct un provvedimento del governo ITALIANO pensato per le famiglie che vivono in ITALIA? Act anglicismo oltretutto improprio, come già a suo tempo #JobsAct: NON significa politiche, intervento, piano ecc!”

Aggiornamento – Il disegno di legge è stato approvato dal Consiglio dei ministri e presentato al Parlamento il 25 giugno 2020. Il titolo definitivo è Deleghe al Governo per il sostegno e la valorizzazione della famiglia e nel testo non appare mai l’anglicismo Family Act.

Ovviamente nessuna risposta neppure a un tweet successivo.


Vedi anche: Elenco di anglicismi istituzionali


2 commenti su “Family Act, attenzione all’inglesorum!”

I commenti sono chiusi.