L’emergenza COVID-19 ha fatto nascere molti neologismi, tra cui alcuni legati all’uso delle mascherine.
Mask shaming
In inglese mask shaming è uno degli esempi più recenti delle parole con l’elemento formativo shaming che, come già descritto in Fat shaming: in italiano, senza vergogna, descrive atteggiamenti di riprovazione e derisione pubblica.
La locuzione mask shaming è particolare perché è usata per identificare due comportamenti opposti:
1 rimprovero per chi non porta la mascherina
2 critica e derisione per chi la porta
Può quindi essere considerato un esempio di enantiosemia, un tipo particolare di polisemia che si verifica quando una stessa parola (anche polirematica) ha due significati tra loro contrari.
Vignetta: Rick McKee
Anti-mask e no mask
Il comportamento 2 è tipico di chi si oppone all’obbligo delle mascherine perché, soprattutto negli Stati Uniti, l’uso è ritenuto una restrizione della libertà personale. Questo atteggiamento viene descritto con l’aggettivo anti-mask e la persona che rifiuta la mascherina è un anti-masker.
È anti-mask anche chi è erroneamente convinto che le mascherine siano un pericolo per la salute perché impedirebbero di espellere tossine e causerebbero intossicazioni da CO₂ (ipercapnia: accumulo eccessivo di anidride carbonica nel sangue) e vari altri tipi di problemi.
(immagine via social media)
In italiano si è affermato invece il neologismo no mask, uno pseudoanglicismo modellato su no vax (un altro pseudoanglicismo): chi è anti-mascherina spesso è anche antivaccinista e/o no trax, contrario cioè all’uso delle app per il tracciamento dei contatti.
Masksplaining
Nel neologismo americano masksplaining si riconosce l’elemento suffissale –splain, usato per spiegazioni non richieste che vengono date con sufficienza (cfr. mansplaining). È l’atteggiamento di chi spiega a chi non indossa le mascherine perché dovrebbero portarle e/o come metterle correttamente, ma può descrivere anche il comportamento degli anti-mask che avvicinano chi ha la mascherina per convincerlo a non portarla più.
Vignetta: Moderately Confused
Mask denier
Tra gli anti-masker c’è anche chi è convinto che il virus non esista e che sia tutto un complotto ordito a nostre spese per soggiogarci e prendere il controllo delle nostre vite o, negli Stati Uniti, per mettere in difficoltà Trump e impedirne la rielezione.
In inglese chi nega l’esistenza dell’epidemia di COVID-19 è detto virus denier, modellato su climate change denier (chi nega il cambiamento climatico), e tra questi chi si si rifiuta di portare la mascherina è un mask denier.
vignetta: Jim Morrissey(negli Stati Uniti prepper è chi è convinto che un disastro sia imminente e si prepara con scorte di cibo e altre precauzioni)
In italiano c’è chi usa negazionisti della mascherina, sul modello dei più diffusi negazionisti del COVID e negazionisti della pandemia. Nuovo post: Nuovi negazionisti (non solo del Covid).
Maskhole
In inglese americano si sta diffondendo il neologismo maskhole, gioco di parole su asshole (parola volgare che può caratterizzare una persona sia per la stupidità che per il comportamento insopportabile). Viene usata sia per chi porta la mascherina in modo errato, rendendola inutile, che per chi si rifiuta di indossarla anche dove dovrebbe.
Aggiungo una vignetta di Jen Sorensen, Faces of the maskless:
Mask up!
In inglese l’azione di indossare la mascherina (wear a mask) può essere indicata dal verbo mask up. Si aggiunge ai significati esistenti del verbo mask e si differenzia dall’accezione “coprire il volto con una maschera” grazie alla particella up, che in molti phrasal verb trasmette l’idea di un’azione preparatoria da fare prima di poter procedere con altro. Esempi d’uso: wash your hands and mask up · mask up before heading out · mask up and keep your distance around people.
Nuovi mascherati
In italiano invece un nuovo uso del verbo mascherarsi esprime lo scherno per chi porta la mascherina. Alcuni esempi d’uso da Twitter:
L’uso spregiativo del verbo mascherare, rivolto a chi porta la mascherina anticontagio, va ad aggiungersi alle varie accezioni già esistenti, tra cui:
· coprire o nascondere il volto o sua parte con una maschera
· travestire con abiti carnevaleschi
· nascondere con particolari accorgimenti; (fig.) dissimulare
La risemantizzazione di mascherarsi è un esempio di neologismo semantico. Difficile però capire se possa affermarsi oppure sia destinato a rimanere solo un occasionalismo.
Una variante meno frequente è il nuovo verbo mascherinarsi, in particolare il participio passato con funzione aggettivale mascherinato, usato principalmente con accezione negativa. Esempi: ebeti mascherinati ossessionati dal virus; tutti mascherinati e sottomessi al governo.
I negazionisti della mascherina ricorrono inoltre ad altre parole connotate negativamente come bavaglio e museruola.
Nuovi furbetti
Nei media intanto è stata spesso usata la locuzione furbetto della mascherina per descrivere due diversi tipi di persona:
1 chi non porta la mascherina dove è obbligatoria
2 chi approfittando della difficoltà di trovare mascherine le vende(va) a prezzi altissimi.
Il modello è furbetto di x, usato per indicare chi aggira le regole in modo fraudolento, cfr. Furbetti del cartellino (e non solo).
Emoji
Il nuovo post Effetti del Covid sulle emoji descrive come è cambiato l’uso dell’emoji con la mascherina 😷 e la decisione di Apple di modificarne l’aspetto.
Ho aggiornato Respiratori e ventilatori: attenzione alla traduzione! con una nota sulla terminologia usata nelle norme UNI per i diversi tipi di mascherine, tra cui le mascherine di comunità.
Vi segnalo anche L’Europa in maschera… anzi, in mascherina di Daniela Pietrini sul Portale Treccani, un’analisi dall’etimologia agli usi più recenti della parola e da cui è tratta questa tabella con esempi dei vari tipi di sintagmi nominali o preposizionali con mascherina:
Licia:
Anche nel 1918 in alcuni stati americani era stato reso obbligatorio l’uso della mascherina per contrastare l’epidemia di influenza spagnola. Chi si rifiutava di farlo era descritto come slacker, parola che nell’inglese americano era chi si sottraeva al servizio militare. Dettagli in ‘Mask Slackers’ and ‘Deadly’ Spit: The 1918 Flu Campaigns to Shame People Into Following New Rules.