Track e trace: alcune differenze

Riporto anche qui un aggiornamento a Contact tracing vs tracciamento dei contatti, dove ho sintetizzato le differenze principali tra due verbi inglesi che a volte vengono confusi, track /træk/ e trace /treɪs/.

Nell’uso generico entrambi hanno vari significati ma condividono l’accezione simile di seguire delle tracce e identificare un percorso, che in italiano viene spesso reso usando lo stesso verbo, tracciare. Nell’uso figurato però track e trace possono esprimere un approccio, un punto di vista e un orientamento diversi.

track-trace

frecce Track comunica l’idea di seguire delle tracce o una pista ben definita in avanti, fino alla fine, per vedere dove si arriva, con un orientamento verso il futuro. Si può usare per monitorare un andamento o l’efficacia di azioni specifiche, come ad esempio le fasi di spedizione di un pacco (parcel tracking).

frecce Trace comunica l’idea di seguire delle tracce a ritroso per risalire a un’origine o a una causa, con un orientamento verso il passato. Si può usare ad es. per individuare l’origine di telefonate (call tracing) o rintracciare possibili contagi durante un’epidemia (contact tracing).


Altri aggiornamenti

Ho aggiornato anche altri post dei mesi scorsi che trattano aspetti terminologici e lessicali in tema COVID-19:

Gli scienziati del coronavirus cinese (gennaio 2020) con la risposta a un lettore che suggeriva di usare virus corona per evitare coronavirus, da lui considerato un anglicismo (è invece un nome scientifico formato con elementi latini);  

Coronavirus: è infodemìa (febbraio 2020) con alcuni riferimenti aggiuntivi e la descrizione del neologismo inglese misinfodemics;

COVID-19 non è il virus ma la malattia! (febbraio 2020) con alcune considerazioni sul genere e la pronuncia italiana e inglese del sostantivo COVID-19;

La “regola droplet”, invenzione dei media? (marzo 2020) con alcuni riferimenti terminologici in italiano e in inglese sulle diverse modalità di trasmissione dei virus respiratori;

Lockdown vs distanziamento sociale (marzo 2020), con altri dettagli su quarantena vs isolamento, su confinamento, e sulla differenza tra shutdown e lockdown con esempi da comunicazioni istituzionali;

Risemantizzazioni: tamponare, on the road (marzo 2020) con alcune osservazioni sull’anglicismo drive-through o thru, usato per descrivere le postazioni mobili per tamponi; nei commenti una nota sulla neoformazione ibrida screenare;

Virus, virale, viralità e virulenza (vecchio post del 2013) con una nota sull’aggettivo virale.


3 commenti su “Track e trace: alcune differenze”

  1. Miriam:

    Gentile Licia,

    seguo con interesse il suo blog.
    Vorrei chiederle se può consigliarmi qualche grammatica o manuale della lingua inglese ben fatto, con ciò intendo un libro che spieghi invece di rubricare l’origine dei vari fatti linguistici invece di rubricarli come “eccezioni” a vario titolo. Grazie molte! Miriam

  2. Licia:

    @Miriam, ho chiesto a un’amica madrelingua che insegna inglese e consiglia English Grammar in Use di Raymond Murphy per livello intermedio (B1-B2), con esercizi mirati. Per livelli più avanzati può essere utile Practical English Usage di Michael Swan, con risposte a dubbi specifici. Queste sono grammatiche rivolte a chi impara l’inglese e che tengono conto delle difficoltà dei parlanti non di madrelingua.

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