Nelle riviste di arredamento destinate a chi vive in case di piccole e medie dimensioni è ricorrente la parola relooking, il “rifacimento del look” di una o più stanze che avviene sostituendo l’arredamento o cambiando la disposizione dei mobili esistenti, gli accessori e i colori delle pareti*, senza però fare alcun intervento su murature e impianti come in caso di ristrutturazione.
Meno chiaro invece come si differenzi il relooking dal restyling, il rinnovamento degli ambienti dell’intera abitazione che per alcuni è associato alla ristrutturazione e per altri invece a interventi meno radicali di manutenzione straordinaria, ad es. l’adeguamento di impianti.
È invece una certezza che in inglese il sostantivo relooking non viene usato in contesti di arredamento e ha tutt’altro significato: il verbo relook vuol dire riesaminare o riconsiderare qualcosa.
Se si riarreda, riaggiorna o trasforma un ambiente, in inglese si usano verbi e/o sostantivi come redo, redecorate, restyle, spruce up, give a new look; interventi più impegnativi di ristrutturazione possono essere descritti con revamp, remodel, makeover, renovate, overhaul, refurbish ecc.
Sembra inglese ma è francese!
Relooking è quindi un esempio di pseudoanglicismo, peculiare perché è di origine francese: è formato dal verbo relooker, nato in Francia negli anni ‘80, da cui derivano anche le parole ibride relookage e relookeur.
Un altro pseudoanglicismo dell’arredamento di origine francese è living, parola onnipresente sulle riviste di arredamento e nella pubblicità ma che nessuno usa a casa propria: dettagli in Chi dice “nel mio living”? e commenti.
* pittura o carta da parati, che però nelle riviste ora si chiama rigorosamente wallpaper!
Vedi anche:
► Falsi amici in giro per l’Europa (altri pseudoanglicismi “made in France”)
► Una casa shabby al punto giusto… (altri anglicismi superflui nell’arredamento)
John Dunn:
A mio parere, ma anche secondo il Chambers Dictionary, il verbo ‘relook’ non esiste in inglese.