Riconosciamo facilmente le parole allerta meteo rossa e le associamo subito a una situazione di pericolo causata dal maltempo, eppure solo dal 2016 la locuzione ha un significato preciso, valido in tutta Italia e definito dal Dipartimento della Protezione Civile.
L’esigenza di standardizzare era nata da problemi dovuti a “significative eterogeneità tra le diverse Regioni/Province Autonome di terminologia, di approccio nello stabilire la correlazione criticità/allerta, di tempistiche nell’allertamento e di modalità di flussi di comunicazione tra i soggetti istituzionali e di informazione alla popolazione”.
Il sistema che ne è risultato dà vari spunti anche per considerazioni terminologiche.
Livelli di allerta e di criticità
Il sistema adottato ha associato in modo biunivoco dei codici-colore (allerta) a livelli di criticità che rappresentano lo scenario di rischio atteso:
I codici-colore sono gli stessi adottati da altri paesi europei. A ogni combinazione allerta/criticità corrispondono tre scenari di evento – idrogeologico, idraulico e meteo (idrogeologico per temporali) – ciascuno con una serie di effetti e danni correlati. Esempio per l’allerta arancione:
Sono inoltre previste tre diverse fasi operative, denominate attenzione, preallarme e allarme, che però non sono associate automaticamente ai livelli di allerta: regioni, province e comuni sono liberi di decidere la corrispondenza in base ai propri piani di intervento (e questo dà luogo a incongruenze: più sotto un esempio).
Questioni terminologiche
A prima vista il sistema è molto chiaro: non occorrono spiegazioni per intuire la scala dei colori. A un’osservazione più attenta sono però evidenti vari problemi terminologici.
Allerta in questo contesto assume un significato particolare: non è solo una parola chiave ma anche un termine specifico del lessico della protezione civile. Eppure non si trova alcuna definizione che chiarisca se abbia un’accezione particolare e come si differenzi da altre parole simili come avviso, avvertimento, avvertenza, allarme e in particolare allertamento.
Allertamento appare non solo nel nome Sistema di allertamento nazionale ma anche in messaggio di allertamento. C’è da chiedersi se sia un termine alternativo ad allerta (stesso concetto), se invece identifichi un concetto diverso o se sia un iperonimo, come parrebbe da questo esempio dal sito della protezione civile della Regione Marche:
Criticità è un’altra parola chiave che andrebbe definita per chiarire se ha un’accezione diversa da quelle che ha nel lessico comune. Nelle indicazioni pare infatti che possa essere intercambiabile con rischio. Esempio: Criticità idraulica: rischio derivante da piene e alluvioni che interessano i corsi d’acqua del reticolo maggiore.
È difficile cogliere gli aspetti e le caratteristiche distintive di questi termini senza definizioni che identificano i concetti loro associati. Purtroppo il glossario nel sito della Protezione Civile non include questa terminologia.
Incongruenze terminologiche
Il sistema definito nel 2016 non è ancora stato implementato da tutte le regioni, province e comuni, che spesso usano la propria terminologia, incongruente con quella definita a livello nazionale.
L’esempio più evidente di mancata corrispondenza tra concetti e termini è quello della provincia di Bolzano, che non comunica il tipo di allerta ma lo stato di protezione civile che riassume la situazione di rischio e indica il livello di attivazione delle autorità competenti. Esempio per il 18 novembre 2019:
La protezione civile della provincia di Bolzano distingue inoltre due tipi di situazioni, allerta e allarme, riconducibili a due dei livelli di criticità descritti sopra che in Alto Adige sono chiamati invece stati di protezione civile e identificati con le prime lettere dell’alfabeto fonetico NATO:
⬤ ZERO (verde) indica lo stato normale
⬤ ALFA (giallo) indica lo stato di allerta
⬤ BRAVO (arancione) indica lo stato di pre-allarme
⬤ CHARLIE (rosso) rappresenta lo stato di allarme
Mi era capitato di sentire alla radio una previsione del tempo altoatesina in cui era stato annunciato lo “stato Bravo” senza alcuna indicazione del colore: senza avere familiarità con il sistema non mi era stato possibile capire la gravità.
La protezione civile della provincia di Trento, stessa regione, usa invece un altro sistema, per il quale non è fornita alcuna spiegazione. Vengono emessi comunicati, messaggi mirati, avvisi di allerta e avvisi di cessata allerta. I livelli di criticità nazionali descritti sopra sono invece usati per le allerte. Esempio:
Se si confrontano altri siti regionali e locali della protezione civile si trovano ulteriori differenze terminologiche e di classificazione. Alcuni esempi:
Si può notare che è difficile distinguere tra allerta, criticità e descrizione del fenomeno o comunque confrontarli a quelli previsti dallo standard nazionale. Inoltre, sono evidenti grosse incongruenze: l’etichetta pre-allarme, ad esempio, a seconda del luogo è associata al codice giallo, arancione oppure rosso, e anche alfa corrisponde a due codici diversi.
È un ulteriore esempio che i termini sono “etichette” che possono essere usate in modo arbitrario: stessa etichetta per concetti diversi oppure etichette diverse per lo stesso concetto (cfr. triangolo semiotico).
Nella pratica, si può facilmente immaginare la confusione per chi ha familiarità con un sistema e la sua terminologia e sente l’avviso di un sistema diverso: le imprecisioni terminologiche aumentano la possibilità di fraintendere la comunicazione e di sottovalutare il rischio.
Le incongruenze non riguardano solo le classificazioni e la terminologia, ma anche il formato di presentazione dei dati e dei bollettini, come ha evidenziato in alcuni tweet il meteorologo Luca Lombroso:
In conclusione…
È sicuramente ottima l’iniziativa di standardizzare i messaggi sulle emergenze meteorologiche in un unico linguaggio in tutta Italia per quanto riguarda ii livelli di allerta e le fasi operative nelle criticità ed emergenze idro-meteo di protezione civile. Per migliorare la comunicazione e avere la certezza che la correlazione criticità/allerta venga stabilita correttamente dalla popolazione, bisognerebbe però assicurarsi anche che le indicazioni nazionali vengano recepite ovunque e implementate correttamente.
Andrebbe inoltre dedicata più attenzione agli aspetti terminologici. Ad esempio, andrebbero evidenziate e risolte tutte le potenziali ambiguità e quindi completato il glossario esistente con i termini chiave del Sistema di allertamento nazionale, senza dare nulla per scontato (maledizione della conoscenza!) e tenendo conto delle diverse competenze dei cittadini a cui ci si rivolge.
Infine, tutte le informazioni, sia nazionali che locali, dovrebbero essere facilmente rintracciabili: ora invece ogni sito ha un formato diverso, con dati sparsi su molte pagine non collegate tra loro e contenuti non sempre del tutto congruenti, ed eventuali spiegazioni dei codici e glossari con le definizioni, se esistenti, sono nascosti in pagine secondarie non facilmente accessibili.
Riferimenti
Dal sito della Protezione Civile:
Indicazioni per l’omogeneizzazione dei messaggi del Sistema di allertamento nazionale: livelli di criticità e di allerta e relativi scenari d’evento e Tabella allerte e scenari di criticità
In altre lingue:
☁ Weather warnings guide (MetOffice britannico)
☁ Met Éireann warning system explained (Irlanda)
☁ Interpretación: Avisos (AEMet Spagna)
☁ Avvisi meteorologici: Europa in MeteoAlarm (EUMETNET)
Su allerta, una parola che suscita ancora qualche perplessità, una consulenza dell’Accademia della Crusca: Che genere di allerta?!
Su altri aspetti terminologici delle emergenze:
➝ I tweet di INGV sui terremoti
➝ Genere e uragani: Harvey, Irma e José (scelta dei nomi)
➝ [nuovo] Zone arancione scuro, rafforzato o rinforzato? (emergenza Covid)
Flavia:
Non capisco come si possa passare dalla criticità “moderata” (arancione) a quella definita “elevata” (rossa) senza un livello intermedio.
I servizi di allertamento del comune di Venezia usano una scala di valori per le maree in cui al codice arancio viene associato “marea molto sostenuta” e al rosso “marea eccezionale” : https://www.comune.venezia.it/content/servizi-allertamento
Non c’è più tempo di attardarsi in fasi di “vigilanza”, “attenzione” e “pre-allarme”.