L’immagine, da The Emoji Report di Brandwatch, mostra le 50 emoji più usate su Twitter negli oltre 6 miliardi di tweet pubblicati nel periodo 1 settembre 2015 – 30 settembre 2017.
In basso, sulla sinistra, si può notare che tra le emoji più comuni c’è anche la faccina a testa in giù (nome ufficiale Unicode in inglese: upside-down face, “sottosopra”). Anche a voi è capitato di chiedervi come vada interpretata o vi è sembrato che l’uso sia diverso a seconda di chi la usa o del contesto?
Se la risposta è affermativa, siete in buona compagnia: è una delle emoji più ambigue, come si può vedere anche dagli esempi d’uso in Twitter e nella voce 🙃 di Emoji Dictionary
Significati diversi
In italiano, come anche in inglese, questa emoji viene usata per comunicare sensazioni diverse a seconda di chi la usa: leggerezza, ironia, sarcasmo, ambivalenza, rassegnazione, imbarazzo, frustrazione, indifferenza… Non c’è un’interpretazione “corretta” di riferimento che prevale sulle altre: nell’uso, alle emoji vengono spesso attribuiti significati arbitrari diversi da quelli originali e la polisemia è incoraggiata dal consorzio Unicode.
Un esempio di uso particolare nella “traduzione” in emoji di Pinocchio:
Origine inaspettata
Il lessicografo John Kelly ha analizzato storia, usi e significati della faccina 🙃 in Emojiology: Upside-Down Face.
Si scopre che l’emoji ha come origine un’emoticon giapponese (kaomoji) usata per esprimere una sensazione di euforia o di gioia intensa come quella dei bambini.
Kelly la paragona all’azione di fare la verticale, rappresentata dalla kaomoji ┌(・ ̄・)┐ (va ricordato che le emoticon giapponesi si sviluppano orizzontalmente!), e all’azione di fare la ruota, in inglese cartwheel, entrambi movimenti in cui la testa viene capovolta (viene in mente anche l’espressione head over heels in love with someone, innamorato cotto, “a gambe all’aria”). In italiano possiamo pensare all’equivalente metaforico di fare le capriole per la gioia.
Emoji e comunicazione
Il significato originale giapponese della faccina a testa in giù, alquanto sorprendente, è un ulteriore esempio delle differenze culturali che intervengono nell’interpretazione delle singole emoji, in particolare negli usi metaforici. Anche per questo è improbabile che le emoji possano mai rappresentare un sistema di comunicazione universale.
In Emoji: è corretto cosa ci raccontano i media? ho sintetizzato i principali fattori che condizionano l’interpretazione delle emoji e spiegato perché è improprio definirle come nuova lingua del web. È un’affermazione superficiale ma ricorrente, specialmente in questi giorni: il 17 luglio è World Emoji Day, la giornata mondiale delle emoji.
Nuovo post: Faccina rannuvolata, significato nebuloso 😶🌫️
Quiz per language geek: emoji e linguistica
Le emoji possono avere anche un uso ludico, come in questo esempio in inglese nel tweet della linguista Bethan Tovey che le usa con il meccanismo dei rebus. Riuscite a decifrare tutti i termini linguistici?
Soluzioni nei commenti qui sotto.
Licia:
Ecco la soluzione:
Gli esempi meno intuitivi o le parole meno comuni:
tyPOLOgy – la maglietta va interpretata come polo, che è l’aspetto che ha nel sistema operativo iOS di Apple ma non nella visualizzazione di Twitter;
pedAGOGy – l’aggettivo agog esprime impazienza, curiosità, ansia di saperne di più;
LITeracy – nel significato gergale più recente, lit (participio passato di light, “dare o prendere fuoco) esprime grande apprezzamento e nei social è simboleggiato dall’emoji del fuoco;
rheTORic – tor significa collina o picco roccioso;
SEMIotics – nell’inglese americano semi è l’abbreviazione informale di semitrailer, un autoarticolato;
IMPlicature – imp è un folletto
.mau.:
ah, non era un monociglio? 🙂
Flavia:
Come è da intendere ‘arruffìo’? forse nel senso di scompigliare o scombinare… comunque è questo il modo che io intendo per la faccina a testa in giù: qualcosa che ‘crea scompiglio’, scombina quanto affermato precedentemente – ma sempre con garbo e ironia, una capriola semantica, sì.
Licia:
@Flavia, su arruffio non saprei proprio, l’esempio è una voce del glossario della versione in emoji di Pinocchio da un tweet di emojitalianobot, un profilo che pubblica automaticamente le “traduzioni” da italiano a emoji o che propone una voce e chiede di indovinarne il significato. È istruttivo dare un’occhiata a qualche tweet perché a parte le emoji usate come pittogrammi (disegni che riproducono oggetti), nella stragrande maggioranza degli altri casi è impossibile indovinare cosa significhino le varie combinazioni. Se si confrontano le diverse soluzioni si nota anche una certa arbitrarietà nel modo in cui è stato creato il vocabolario ed emergono tutti i limiti dei tentativi di usare le emoji come sistema linguistico alternativo, già evidenziati per sistemi di scrittura logografici artificiali più strutturati (esempio: Lingue artificiali: Blissymbolics).