Commenti “blacklistati”?

Notiziola di qualche giorno fa: La pagina Facebook di Matteo Salvini mette al bando le parole “49 milioni”, “Siri” e “Legnano”; Parole vietate sulla pagina Facebook di Matteo Salvini: 49 milioni finisce in blacklist; Blacklist di parole nei commenti alla pagina Facebook di Salvini

A quanto pare, durante le dirette Facebook di Matteo Salvini è impossibile inserire commenti con alcune parole, tra cui 49 milioni, Siri, Trota, fatti processare. Appare invece un messaggio in inglese che avverte che quanto si è scritto contiene una parola che fa parte di una blacklist:

Blacklisted Word. Your comment contains a blacklisted word.

Una blacklist (“lista nera”) è un elenco di elementi – come ad esempio parole offensive, indirizzi email o indirizzi IP – che vengono bloccati automaticamente da un sistema di controllo per impedire azioni indesiderate, ad es. messaggi spazzatura (spamming), contenuti volgari o illeciti ecc.

Anche gli amministratori delle pagine pubbliche di Facebook possono creare blacklist e filtrare i commenti per evitare contenuti sgradevoli o sgraditi.

“Blacklistare”

In inglese il verbo blacklist vuol dire inserire in una blacklist, significato trasparente ma frainteso dai media italiani che hanno raccontato la notizia con frasi come “49 milioni” finisce in blacklist o la pagina Facebook mette al bando le parole (i verbi al presente sono incongruenti: le parole sono già nella blacklist, altrimenti i commenti non verrebbero censurati) oppure se commenti sulla bacheca di Matteo Salvini “49 milioni” il commento viene blacklistato (il commento non va ad aggiungersi alla blacklist ma ne viene impedita la pubblicazione).

Nei media generalisti, rivolti a un pubblico molto vasto, eviterei comunque di usare un verbo gergale come la neoformazione ibrida blacklistare: meglio una locuzione come inserire in una blacklist.


Esempi di usi noti di blacklist, dall’archivio del blog:

Parolacce, software e localizzazione (2011)
Parole imbarazzanti per Android (2013)

Vedi anche: Capitan Trippa e Tontinelli: è “voldemorting”? (espedienti utilizzabili anche per aggirare eventuali blacklist)


5 commenti su “Commenti “blacklistati”?”

  1. Matteo:

    A me sembrerebbe accettabile una traduzione con “mette al bando”, perché dici che c’è fraintendimento? Anche “49 milioni finisce in blacklist” mi sembra accettabile, nello stesso senso di “l’ottanta per cento degli scarti elettronici americani finisce in Cina”

  2. Licia:

    @Matteo l’effetto di una messa al bando è simile, con una differenza: di solito si sa pubblicamente chi/cosa viene messo al bando, mentre il contenuto di una blacklist è noto solo a chi l’ha compilata o ne ha accesso (nell’esempio della notizia, alcune delle “parole proibite” sono state scoperte facendo prove e tentativi, ma non si sa quante voci contenga l’intera blacklist). Su finisce (tempo presente), è vero che l’uso del presente è una convenzione tipica dei titoli dei media, ma si ritrova anche nel corpo degli articoli e chi non ha familiarità con questi meccanismi potrebbe capire, erroneamente, che 49 milioni finisca nella blacklist quando lo si scrive, mentre invece c’è già, presumibilmente da qualche tempo.

  3. Asandus:

    Meglio sarebbe “mettere in lista nera” – perché la metafora delle liste nere ce l’abbiamo anche noi in italiano, e il termine inglese per almeno metà della gente non significa niente. Riguardo alla sequenza temporale su “49 milioni finisce in blacklist”, c’era già da un bel pezzo quel termine, in lista nera, ma il giornalista l’ha saputo solo poco prima di scrivere il suo articoletto.

  4. Licia:

    @Asandus va però tenuto conto che in ambito informatico, per operazioni automatizzate, si usa l’anglicismo blacklist, quindi nei media generalisti userei la terminologia standard (blacklist) aggiungendo la spiegazione (“lista nera”) per chi non ne conosce il significato.

  5. Asandus:

    @Licia
    Vero; ma i giornalisti si stanno rivolgendo a gente che di informatica non capisce un tubo, che sono (purtroppo per noi) la maggior parte degli italiani. “Lista nera” lo capiscono più o meno tutti; “blacklist” lo capiscono praticamente solo gli addetti ai lavori. Viviamo nel paese col più alto numero di tecnozero in Europa, teniamolo sempre presente.
    (“tecnozero” l’ho letto in un vecchio romanzo di fantascienza; chissà se potremmo proporlo come neologismo all’Accademia della Crusca…)

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