Ha ricevuto molta attenzione un tweet di Donald Trump, poi eliminato, che conteneva riferimenti alla famiglia reale britannica e a figure istituzionali europee incontrate durante il recente viaggio in Europa:
Trump ha trasformato Carlo, principe di Galles (prince of Wales), in “principe delle balene”, Prince of Whales. Sui social, inevitabili le ironie!
Giochi di parole
Si trovano vari esempi di battute in Spouting off: Trump boasts of meeting ‘Prince of Whales’, titolo che gioca con le diverse accezioni della parola spout. ll sostantivo è anche lo sfiatatoio dei cetacei e lo zampillo che ne esce; il verbo descrive liquidi che sgorgano o spruzzano e in senso figurato, specialmente se seguito da off, vuol dire blaterare, dire sciocchezze.
Un’altra parola ricorrente nei giochi di parole sul tweet di Trump è porpoise, la focena, che nella pronuncia /ˈpɔːpəs/ è simile a purpose /ˈpəːpəs/, ossia lo scopo o l’intenzione (c’è chi si domanda se Trump l’abbia fatto di proposito, anzi, on porpoise!).
La vignetta di Graeme Bandeira invece sfrutta le conoscenze enciclopediche dei lettori e la polisemia di Dick, un nome proprio (da Richard) ma anche una parola considerata volgare per l’organo genitale maschile e, in senso figurato, un idiota (cfr. testa di cazzo).
A whale of…
In inglese a whale of <something> descrive un ottimo esempio / esemplare di qualcosa, “con i fiocchi”. L’espressione have a whale of a time invece vuol dire divertirsi moltissimo.
Whaling è la caccia alla balena ma è anche una truffa informatica, descritta in Con il whaling abboccano i pesci grossi.
Baleen ≠ balena
In inglese esiste la parola baleen /bəˈliːn/, dal latino balaena attraverso il francese antico baleine. Non descrive però più l’animale come un tempo bensì un suo particolare anatomico, i fanoni (in inglese anche whalebone). Baleen whales sono i misticeti, l’ordine che comprende balene e balenotteri che, privi di denti, si cibano esclusivamente di plancton.
Balena e baleno
L’etimologia non è del tutto certa, ma il sostantivo baleno e il verbo balenare deriverebbero da balena per l’abitudine dell’animale di apparire e scomparire rapidamente nel mare; altre fonti invece attribuiscono l’associazione a una vecchia tendenza popolare di indicare i fenomeni atmosferici con nomi di mostri marini. E quindi anche l’arcobaleno ha qualcosa in comune con le balene!
Nessun cetaceo invece nella storia più famosa di Collodi, tutta colpa degli americani: dettagli in Pinocchio e la balena.
Tipi di errore
Tornando al tweet di Trump, come va classificato il suo errore, una banale distrazione o invece ignoranza?
Sulla tastiera la h aggiuntiva non è vicina alle altre lettere della parola Wales e quindi escluderei il refuso (errore di battitura) e opterei invece per l’errore di ortografia di chi ignora come si scrive il nome del paese. Dubito inoltre che possa trattarsi di un problema di correzione automatica perché dopo la sequenza prince of le probabilità, legate alla frequenza, che la parola che segue sia Wales sono molto più alte di whales.
Trump è impreciso anche nel fare riferimento alla regina Elisabetta, che è Queen of the United Kingdom e non d’Inghilterra, e al capo del governo irlandese, che non è un primo ministro ma si chiama taoiseach /’ti:ʃəx/.
Riferimenti: Oxford Dictionaries, Vocabolario Treccani, Vocabolario Zingarelli
Flavia:
Anche mettere le virgolette a “foreign governments” e a ” Everything!” non è proprio il massimo: con chi ha parlato e in che modo? metaforico, gergale, ironico…
Mauro:
Comunque, tenendo conto dell’impegno ambientalista di Carletto, stavolta Trump forse tutti i torti non li ha avuti 😉
John Dunn:
Una piccola precisazione: la regina Elisabetta non è The Queen of the United Kingdom (che sarebbe una tautologia); semmai è Queen of Great Britain and Northern Ireland (o, forse, Britanniarum omnium regina, come se scriveva sulle nostre monete fino all’anno 1971).
Quando Trump visita i sui campi di golf scozzesi, dovrebbe ascoltare più attentamente come parla la gente: imparerebbe che in Scozia, se non altrove, Wales [W-] e whales [hw-] hanno una pronuncia diversa.
CARLO:
Sicuramente Trump non sarà il principe dei maestri di grammatica, ma qua il vero ignorante è colui ( o colei ) che gli scrive sul sito, o no ?!
Mi ricordo che a quei tempi Dan Quayle scrisse pubblicamente, e di fronte agli scolari, su una lavagna di scuola, “potatoe”, e nonostante qualcuno gli avesse fatto notare l’errore, insistette convinto, ragion per cui….la morale è che i potenti, e chi li attornia, molto spesso avrebbero dovuto studiare un po’ di più e gli americani non sfuggono certo a questa situazione ( come tanti italiani ahimè ).