Bufale linguistiche: il correttore “gender”

Alcuni media italiani hanno pubblicato una notizia linguistica fuorviante, costruita attorno a un unico dettaglio non rilevante per l’italiano e ingigantito ad effetto:

Microsoft lancia il correttore “gender”: scatterà ogni volta che vengono usate frasi discriminatorie. Se scrivi su Word “poliziotto”, il correttore suggerirà “agente di polizia”

L’incongruenza tra titolo e sottotitolo dovrebbe far venire subito qualche dubbio sull’affidabilità della notizia: cosa c’entra la parola poliziotto con il cosiddetto “gender” e perché viene considerata discriminatoria?  

La descrizione della nuova funzione non dà alcuna spiegazione e rafforza le perplessità

Microsoft ha annunciato il lancio di una nuova funzione informatica che “suggerisce” modifiche alle parole digitate sulla tastiera in maniera poco politicamente corretta. Si tratta insomma di applicare l’intelligenza artificiale per raccomandare agli utenti di scrivere in modo da non discriminare un determinato genere. L’intelligenza artificiale si attiverà ogni volta che qualcuno al computer, anche nel segreto della propria camera, sarà tentato di usare formule “discriminatorie”.

Come si può intuire, si tratta di una traduzione superficiale e inattendibile dall’inglese che rivela scarse conoscenze linguistiche e informatiche. 

Fonti distorte

La fonte della notizia potrebbe essere il quotidiano britannico Daily Mail che, nonostante la pessima reputazione, è spesso usato come riferimento dai media italiani. A sua volta il Daily Mail cita come fonte originale il post di un blog di Microsoft, How AI is making people’s workday more productive, che descrive nuove funzionalità per la produttività personale consentite da analisi di big data, uso di reti neurali, apprendimento profondo e altri aspetti dell’intelligenza artificiale.

Il confronto con la fonte originale rivela però che l’intera notizia italiana è costruita su un dettaglio marginale, il testo evidenziato in giallo, che non solo è stato amplificato esageratamente ma è stato anche frainteso:

Other intelligent suggestions include […] familiar fixes for spelling and grammatical errors and advice on more concise and inclusive language such as “police officer” instead of “policeman.”

Qui intelligent suggestions non riguarda l’intelligenza artificiale ma, in tipico linguaggio marketing, vuol dire più banalmente “suggerimenti intelligenti”. Inoltre, le funzionalità descritte nel blog (punto di vista americano!) vanno ritenute specifiche per l’inglese: se fossero previste a breve anche per altre lingue, sarebbe indicato esplicitamente.

Controlli automatici per un uso non sessista dell’inglese

Nei paesi occidentali ha sempre più rilevanza l’uso non discriminatorio della lingua, che si realizza prestando attenzione a diversi aspetti grammaticali e lessicali.

In inglese, il linguaggio gender-neutral o gender-inclusive evita di fare discriminazioni basate sull’orientamento sessuale, l’identità di genere e il genere sociale (social gender, cfr. Genere grammaticale, naturale e sociale). A differenza di altre lingue, non riguarda invece il genere grammaticale (grammatical gender), non rilevante se non per i pronomi e poche altre eccezioni.

In inglese, il linguaggio gender-inclusive presta attenzione a:
1 uso di pronomi e aggettivi possessivi (cfr. singular they)
2 uso di titoli e appellativi   
3 nomi di ruoli e di professioni 

Altri dettagli ed esempi nelle linee guida per l’inglese dell’ONU, della Commissione europea e del Parlamento europeo.

L’aspetto gender-inclusive più semplice da verificare, anche automaticamente, è quello lessicale perché riguarda un insieme ridotto di nomi di ruoli e di professioni (3) che indicano esplicitamente il sesso della persona.

Vanno quindi evitati e sostituiti con nomi “neutri” tutti i nomi di professione che finiscono in man (e woman), come 
firemanfirefighter  
chairmanchair o chairperson  
policeman (policewoman) police officer, 
e anche nomi come
steward e stewardessflight attendant.
Nel caso di actor e actress si preferisce invece usare esclusivamente la forma actor, che ha assunto valore neutro.

Questa funzionalità è già disponibile in Office se si scrive in inglese, ma solo se è stata attivata l’opzione Gender-Specific Language*. Se selezionata, il correttore sottolinea la parola potenzialmente non inclusiva con una linea tratteggiata marrone. L’alternativa suggerita da un “dizionario” di riferimento viene visualizza solo se si apre il menu di scelta rapida (clic con il pulsante destro del mouse) e non avviene mai una sostituzione automatica: 

Esempio dell’opzione Inclusive Language nel menu di scelta rapita dell’interfaccia di Word

Se si descrive questa funzionalità a un pubblico italiano non ha quindi alcun senso proporre l’esempio policemanpolice officer nella traduzione letterale poliziottoagente di polizia, senza alcuna spiegazione, perché in italiano non è rilevante né per il genere grammaticale né per il genere sociale e tantomeno ha nulla a che vedere con le cosiddette “teorie gender” che tanto fanno discutere alcune parti politiche.

Uso non sessista dell’italiano

In italiano si usano strategie diverse per garantire un linguaggio inclusivo: conosciamo tutti la questione dei nomi di professione che però prevede un approccio contrario a quello inglese. Richiede infatti che non si usi un’unica forma “neutra” per uomini e donne ma che si distingua attraverso il genere grammaticale, quindi sindaco se è un uomo e sindaca se donna, e poi architetto vs architetta, ingegnere vs ingegnera ecc.

Al momento non sono disponibili funzionalità di questo tipo per il correttore automatico italiano di Office, anche perché sono più complesse da implementare: non è sufficiente un dizionario di riferimento come per i nomi di professione inglesi. Va infatti tenuto conto del contesto d’uso e di aspetti grammaticali e semantici per poter proporre sostituzioni sensate, inseribili con un clic senza richiedere modifiche.

In questo caso presumo si dovrà ricorrere a sistemi di apprendimento automatico (machine learning) che consentano soluzioni per gestire anche altri aspetti del linguaggio inclusivo italiano, come quelli descritti in Questioni di genere nel linguaggio amministrativo.
.

In conclusione, se riguardate la notizia che ho riportato all’inizio credo sia ancora più evidente che è altamente fuorviante. Non solo è male informata e propone riferimenti irrilevanti a cui è data un’importanza spropositata, ma sono anche stati inventati dettagli ridicoli, come il correttore “gender” che si attiva anche nel segreto della propria camera!

Un altro articolo in tema afferma addirittura Oggi la teoria del gender sta spingendo sempre più in là i suoi confini e adesso anche Microsoft si allinea a questa serie di modifiche del linguaggio comune. Ignoranza o malafede? In entrambe  le ipotesi il risultato è davvero sconsolante, un pessimo servizio  per i lettori.


Vedi anche: in tema, due preistorici post su alcuni meccanismi dei correttori ortografici, scritti quando ero terminologa di Microsoft e li testavo: Correttori ortografici ed effetto Cupertino (2008) e Office 2007: correttore ortografico contestuale (2009).

Sulle traduzioni letterali insensate di esempi linguistici: 2 anni: 25 parole in inglese e in italiano.


* Per chi volesse provare la funzione Gender-Specific Language per l’inglese con la versione italiana di Word:
1 aprire un documento e scrivere del testo in inglese per poter accedere alle impostazioni dell’inglese (Word dovrebbe rilevare automaticamente la lingua; se no, fare clic sull’opzione della lingua sulla barra di stato);
2 dalla barra multifunzione in alto a sinistra selezionare File / Opzioni / Strumenti di correzione e in Stile scrittura scegliere Impostazioni, quindi scorrere fino a trovare Inclusive Language e selezionare la casella Gender-Specific Language. 

Impostazioni grammaticali

Se fate qualche prova vedrete che al momento i suggerimenti riguardano solo le scelte lessicali (policeman, actress ecc.) ma mai l’uso dei pronomi e aggettivi possessivi.

4 commenti su “Bufale linguistiche: il correttore “gender””

  1. Andrea:

    Per come accettiamo passivamente le influenze culturali americane piuttosto che implementare un sistema specifico per l’italiano ci convinceremo velocemente che usare “poliziotto” è discriminatorio.

  2. Coccio:

    Buonasera Licia.
    Ma secondo te non stiamo (stanno) esagerando con tutto questo politicamente corretto?
    Va a finire che – presentandosi – non si potrà dire neanche il proprio nome, per non discriminare chi si chiama diversamente.
    (stavo per metterci una faccina, ma ho paura che ci sia poco da scherzare…)

  3. Licia:

    @Andrea, il punto però è che chi ha riprodotto l’esempio in italiano non ha minimamente capito che in inglese e in italiano il concetto di linguaggio non discriminatorio e relative manifestazioni non si equivalgono. In italiano una parola come poliziotto ha equivalente in poliziotta e quindi è ineccepibile (potrebbe eventualmente essere discutibile per quel che riguarda il registro, ma è tutt’altra storia).

    @Coccio, quello che ora conosciamo come politicamente corretto è in realtà un fenomeno che da tempo fa parte dell’evoluzione delle lingue e che ha una funzione necessaria, cfr. Sul politicamente corretto. Diventa un problema quando è esagerato e raggiunge livelli ridicoli: un esempio nel mio nuovo post, Espressioni “animalisticamente corrette”.

  4. Andrea:

    @Licia, io sono completamente d’accordo con te.
    Quello che intendevo dire è che basta, per esempio, che in una qualche serie americana ci sia una discussione policeman/police officer tradotta con poliziotto/agente di polizia per convincere il pubblico che ‘poliziotto’ sia discriminatorio. Non sarei sorpreso se in un paio d’anni la parola ‘poliziotto’ scompaia dai giornali per essere sostituita appunto da ‘agente di polizia’.

I commenti sono chiusi.