Avete già visto lo sketch di Maurizio Crozza nel ruolo del ministro Salvini che contrasta l’invasione delle parole straniere?
|
Lo spunto per lo sketch è la decisione del ministro di usare la traduzione letterale tassa piatta in alternativa a flat tax.
Sono però convinta che Crozza voglia ridicolizzare anche tutti i politici che hanno scelto come cavallo di battaglia la tutela della lingua italiana, spesso senza una comprensione adeguata dei suoi meccanismi e quindi con scarsa credibilità.
In particolare, gli autori dello sketch fanno leva sugli atteggiamenti integralisti e sull’incapacità di discriminare tra i diversi tipi di forestierismi.
Anglicismi insostituibili
Nello sketch le alternative ad anglicismi di uso comune quali “mais esploso nella padella” per popcorn o “etichetta cancelletto” per hashtag fanno sorridere ma esemplificano anche il concetto di forestierismi insostituibili: sono prestiti ormai radicati nell’uso, immediatamente riconoscibili, e si distinguono per valore monosemico e concisione (esempio: selfie vs autoritratto fotografico!).
È palese che non avrebbe alcun senso rimpiazzare parole come bar, film, computer, WiFi, hashtag, selfie, OK, molte delle quali sono anche internazionalismi, e per questo le alternative proposte ci risultano ridicole.
Gli anglicismi dello sketch non sono stati scelti a caso: sono esempi ricorrenti tra chi a priori è contrario a qualsiasi anglicismo (mi stupisce che Crozza non abbia fatto l’esempio di topo per mouse, un classico dei puristi più intransigenti!), però li riconosciamo come parole del lessico comune e quindi rendono poco credibile chi li contesta.
Risultano ancora più assurdi i nomi propri tradotti. Sarebbero davvero comici se non evocassero le norme linguistiche in vigore durante il fascismo: un esempio famigerato di quel periodo è Luigi Braccioforte, adattamento di Louis Armstrong.
immagine di forestierismi sostituiti durante il fascismo via Pinterest
Aspetti diacronici
Esempi come bar, film, popcorn, computer, slip ci ricordano anche che un dibattito serio sui forestierismi non può ignorare gli aspetti diacronici: inutile accanirsi contro parole in uso da decenni e che non richiedono alternative, meglio focalizzarsi sui prestiti più recenti che non sono ancora entrati stabilmente nell’uso.
Va anche considerato che spesso i forestierismi hanno una vita più breve di altre parole. Il fenomeno è evidente per alcuni termini tecnologici che diventano rapidamente obsoleti e scompaiono dal lessico comune. Sta succedendo a smartphone, che al di fuori dei contesti commerciali è ormai sostituito da telefono: dettagli in Telefoni in vacanza e altri esempi in Plug and Play, chi se lo ricorda?
Traduzioni letterali
Nello sketch le traduzioni letterali spingi sü, etichetta-canceletto, Cosa applichi, cane caldo, ciapa sü sono un classico meccanismo umoristico.
Più seriamente, ci ricordano anche che nella ricerca di alternative agli anglicismi bisogna resistere alla tentazione di “tradurre” ricalcando la forma dell’originale. È un’abitudine purtroppo diffusa tra chi non ha conoscenze sufficienti della lingua di partenza; vanno invece cercate soluzioni equivalenti nella lingua di arrivo che tengano conto di ambiti e contesti d’uso dei concetti e altri aspetti sociolinguistici e pragmatici: dettagli in Anglicismi, che passione!? e commenti.
Se non si è capaci di andare oltre l’aspetto delle parole e delle locuzioni inglesi, si rischia di fare scelte inadeguate come pornovendetta e come tassa piatta: ne ho discusso in Come si dice flat tax in italiano?
Battute a parte, concludo ritornando alla considerazione iniziale: per discutere seriamente di forestierismi non si può fare di tutta l’erba un fascio e rifiutarli in blocco, come nello sketch e nelle intenzioni di alcuni politici, perché i prestiti sono un fenomeno fisiologico di qualsiasi lingua.
Se si vuole risultare credibili va invece fatta una distinzione tra forestierismi insostituibili, utili e superflui e i concetti che rappresentano, con un’attenzione particolare agli anglicismi istituzionali e alla differenza tra parole (lessico comune) e termini (lessico specialistico), come descritto in L’invasione degli anglicismi.
L’erba del vicino è sempre più verde?
Ho evidenziato i limiti delle proposte di legge per la tutela della lingua italiana in Davvero fra 80 anni non si parlerà più italiano?
Nel post ci sono vari riferimenti al francese, lingua presa a modello come esempio ottimale di contrasto agli anglicismi. Eppure anche in francese gli anglicismi sono molto diffusi, nonostante la famigerata legge Toubon. Prendendo spunto dallo sketch, sono parole del lessico comune francese anche bar, push-up, happy hour, WiFi, smartphone, selfie, slip, selfie, sex shop, hashtag, hot dog, web, pop corn, film, OK…
Nuovo post: L’erba dei vicini d’Oltralpe non è sempre greener!, con esempi di franglais istituzionale in una campagna di sensibilizzazione a Parigi.
Andrea:
Sketch? Volevi dire “scenetta” vero? 😉
Licia:
@Andrea, parola in uso in italiano dal 1915 😉
Mauro:
In Germania abbiamo anche il cane freddo, non solo quello caldo 😉
https://pensieri-eretici.blogspot.com/2017/10/i-misteri-del-tedesco-6-in-cucina-2.html
Flavia:
Però, quel ‘vestito allucciolato’… che peccato non abbia attecchito (in me suscita anche l’idea di un abito molto aderente oltre che luccicante), e ‘fiorellare’, come abbiamo potuto farne a meno? andare di fiore in fiore… 😀
Un’analisi perfetta, Licia: sono pienamente d’accordo.