Il junior service designer deve parlare itanglese

Un condensato esemplare di itanglese e aziendalese nell’offerta di lavoro per una posizione di junior service designer per la sede dell’Eni di San Donato Milanese, periferia di Milano:

Si ricerca uno Junior Service Designer in grado di gestire le attività di discover, understand e design dei business requirements forniti dai Key Stakeholders, tenendo conto del contesto di riferimento e dei constraints/opportunità tecnologiche, che partecipi inoltre alle attività di Design Research, Personas definition, Customer Journey Mapping, Emotional Journey Mapping, Needs & Opportunities definition, Analisi dei Business Requirements, Scenari di Design.
[via @lucasofri; il testo completo dell’annuncio è archiviato qui]

Non è un ambito che conosco però proprio per questo il testo è uno spunto per considerare cosa ci può comunicarea colpo d’occhio” e fare delle ipotesi veloci su come è stato costruito, indipendentemente dal suo contenuto.

L’impressione è che il testo sia frutto di un taglia&incolla da fonti diverse, sia italiane che inglesi poi tradotte approssimativamente. Si nota da diversi dettagli, più evidenti se si confrontano la descrizione iniziale qui sopra, le attività previste e i requisiti (più sotto).

L’attività Prevede: Pianificazione, prioritizzazione del processo di analisi degli user requirements, Task Analysis, Conceptual Modeling, Personas Definition, Customer Journey Mapping, Emotional Journey Mapping, Needs & Opportunities Definition; Focus sulle attività di Collection di Business Needs attraverso observational studies, customer interviews, usability testing, e altre forme di requirements discovery; Produrre Personas, Storyboards, Scenarios, Flowcharts; Collaborazione e coadiuvazione con il development team al fine di assicurare che le design specifications siano implementate.

Alcune incongruenze di forma:

nell’uso delle iniziali prevalgono le maiuscole all’americana, però non per tutti i riferimenti simili, neppure se uguali: ad esempio si trova sia business requirements che Business Requirements;

la congiunzione inglese più comune appare in due forme diverse in binomi dello stesso tipo, ad es. Needs & Opportunities vs project and people.

Possono sembrare dettagli irrilevanti ma va considerato che riflettono abitudini di scrittura, automatismi che in genere non danno luogo a molte variazioni. Le differenze potrebbero quindi indicare che si tratta di porzioni di testo da fonti diverse.

Alcune incongruenze terminologiche:

termini equivalenti in inglese e italiano sono usati per gli stessi concetti, ad es. analisi e Analysis, Scenari e Scenarios, design e disegnare, opportunities e opportunità, Personas Definition e Produrre Personas.

Anche questo fa supporre fonti diverse anziché una ricerca di variazione, tipica invece dei media italiani, visto che altri termini sono invece ripetuti più volte.

Requisiti: Massimo 3 anni di esperienza nel disegnare prodotti e servizi end to end; Ottima conoscenza di processi e metodologia di service experience desig; Project and people management skills. È in grado di interpretare sia il ruolo di project leader che di contributor; Capacità di lavorare in team multidisciplinari; Dispondibilità a viaggiare in regime di trasferta; Eccellenti capacità di comunicazione e come facilitatore.

Alcune incongruenze stilistiche:

nella parte conclusiva si nota uno stile che si discosta da quello delle altre sezioni, con uso ridotto delle maiuscole, formule tipiche del linguaggio delle risorse umane (ad es. ottima conoscenza di…, capacità di…, disponibilità a…) e un sintagma molto burocratico, regime di trasferta. Rafforzano l’impressione che le porzioni di testo provengano da fonti diverse.

Imprecisioni ed errori

Nel testo si notano anche anglicismi impropriamente declinati al plurale (cfr. Anglicismi: al plurale senza la s finale!) e alcuni refusi (*uno Junior, *desig, *dispondibilità…).

Tutti questi dettagli possono fare pensare a un testo non revisionato o comunque assemblato con scarsa attenzione alla coerenza d’insieme. In altri contesti potrebbero essere un campanello di allarme, ad esempio per chi dovesse tradurre il testo in una lingua diversa dall’inglese: è per questo che a volte può essere utile farsi un’idea rapidissima, “a colpo d’occhio”, della qualità di redazione di un testo.

D’altra parte…

Un testo del genere però ha anche dei vantaggi: la densità di tecnicismi e anglicismi è tale che il messaggio sarà recepito solo da chi è in grado di riconoscerli e si sente a suo agio con questo tipo di linguaggio, e quindi il testo opera già una prima scrematura dei potenziali candidati. A chi è estraneo a questo ambito invece può sembrare una specie di messaggio in codice, volutamente poco comprensibile.

gergo: nell’accezione principale e più tecnica, una lingua convenzionale, ristretta a un gruppo sociale ben preciso che la usa in modo consapevolmente e deliberatamente criptico, con gli scopi: a) di distinguersi dagli altri; b) di favorire l’intimità della comunicazione interna rafforzando con ciò la coesione del gruppo; c) di non essere capiti dai non iniziati. Per estensione, il termine giunge quindi a significati più generici, quali ad es. ‘modo stile di parlare’, o anche ‘settore di vocabolario tipico di una certa classe, professione, ecc.’ (dove la eventuale enigmicità non è intenzionale e spesso neppure consapevole) – Definizione da Dizionario di linguistica Einaudi

Viene comunque da domandarsi perché l’intero testo non sia stato scritto direttamente in inglese!


Un post vecchissimo: Il concetto di “user persona” nel software (2008)


In ogni caso, Milano si conferma capitale dell’itanglese. 😉
Altri esempi in:
Milano cuore dell’itanglese
Da NoLo all’East Side: è Milano!
Le scelte linguistiche di Milano Digital Week

4 commenti su “Il junior service designer deve parlare itanglese”

  1. granmadue:

    Da notare con grande gioia che l’ENI è una società in parte pubblica, quindi gli autori di quel testo li paghiamo anche noi.

  2. Mauro:

    @ granmadue

    L’ENI è una S.p.A. con parte delle azioni in mano pubblica. Ma è anche un’azienda in attivo… quindi noi non paghiamo queste persone ma ci prendiamo (come Stato) i dividendi 😉

    @ Licia

    Io ritengo di conoscere bene l’inglese (anche se il mio è molto più britannico che americano) e le nuove tecnologie digitali. In più ho lavorato per anni nel settore energetico.
    Premesso ciò e detto terra terra… per una posizione del genere non mi sarei mai candidato semplicemente perché non avrei avuto la minima idea di quel che vogliono dal candidato.

  3. Marco B:

    È strana anche la richiesta di un massimo di 3 anni di esperienza, invece di un minimo. Cercano persone esperte ma non troppo.

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