Fanno notizia le modifiche al cosiddetto decretone che convertirà in legge il d.l. 28 gennaio 2019, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di reddito di cittadinanza e di pensioni.
La legge riguarda i cittadini italiani ma nella comunicazione dei media si notano parecchi anglicismi e pseudoanglicismi di cui non c’è traccia nel disegno di legge e che quindi creano incongruenze nell’informazione. Alcuni esempi:
Nessuno degli esempi evidenziati è un anglicismo insostituibile.
Colf tax
Una norma, poi ritirata, prevedeva una ritenuta d’acconto del 15% sulle retribuzioni da lavoro domestico e per questo era stata presentata da vari media come colf tax.
Colf tax è inglese farlocco, un nome ibrido incomprensibile in inglese. È infatti formato dalla sigla italiana colf (collaboratrice familiare) e dalla parola inglese tax a cui stiamo facendo l’abitudine per via di flat tax e prima ancora service tax.
Riscatto laurea light
Il riscatto agevolato della laurea a condizioni meno onerose del previsto è stato ribattezzato light, anglicismo finora usato quasi esclusivamente per prodotti alimentari a basso contenuto calorico e a sigarette.
In inglese l’aggettivo light ha varie accezioni, ad es. può essere usato per descrivere una condanna lieve o mite (light sentence) o una spesa non impegnativa (ad es. at o with a light expense), ma trovo fuori luogo associarlo al riscatto della laurea a fini pensionistici, un concetto inesistente in inglese.
Inoltre, risulta parecchio ambigua l’espressione riscatto della laurea light perché sembra che l’aggettivo light sia riferito alla laurea (ad es. triennale opposta a magistrale).
Over 45
Le preposizioni inglesi over e under sono usate da tempo in italiano come aggettivi per indicare chi ha superato o è sotto una certa età.
Sono utili nei titoli perché sintetici (non richiedono di specificare la parola anni dopo il numero) oppure per identificare categorie di persone, ad es. fasce di sportivi. In un contesto istituzionale però trovo preferibili locuzioni italiane come sopra i 45 anni o per chi ha superato i 45 anni.
Working poor
In inglese l’espressione the working poor, letteralmente “poveri che lavorano”, identifica persone che hanno un lavoro che dà un reddito insufficiente per coprire i propri fabbisogni.
È usata anche in vari siti istituzionali italiani, a volte con il plurale inesistente in inglese working poors (poor è un aggettivo) e con spiegazioni come “lavoratori con impieghi molto precari e livello salariale molto basso”, “lavoratori poveri che pur lavorando non riescono a raggiungere una soglia dignitosa di reddito”, “lavoratori poveri che pur avendo un’occupazione non riescono ad arrivare a fine mese”, “collaboratori, lavoratori con partita IVA e professionisti che, pur svolgendo un’attività, sono al di sotto della soglia di povertà”.
L’anglicismo però non appare nel testo del decretone e quindi non vedo perché i media debbano preferirlo alla locuzione italiana lavoratori poveri, soprattutto se si tratta di misure che riguardano cittadini con profili professionali bassi e molto probabilmente scarsa familiarità con l’inglese.
Forse l’inglesorum serve ad attenuare una realtà sgradevole?
Card
Come già descritto in Navigator e Card Rdc? Ufficialmente inesistenti!, il reddito di cittadinanza sarà erogato attraverso una carta, eppure media e politici si ostinano a chiamarla card. In itanglese probabilmente sembra uno strumento più all’avanguardia!
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Vedi anche: elenco di anglicismi istituzionali