Il sito Dictionary.com ha scelto misinformation come parola dell’anno 2018, definita come informazioni false che hanno ampia diffusione, a prescindere che ci sia o meno l’intenzione di trarre in inganno. La decisione è illustrata con esempi recenti e un breve glossario.
In Perché fake news anche in italiano? (2016) avevo già descritto misinformation, evidenziando la mancanza di una parola italiana corrispondente.
A distanza di due anni il calco misinformazione è sempre più diffuso. Non lo ritengo molto efficace perché non è del tutto trasparente e non è facilmente distinguibile da disinformazione. Inoltre, mi pare che chi lo ha adottato non tenga conto di alcune particolarità e ambiguità in inglese.
Differenze tra disinformazione e disinformation
Prima di descrivere misinformation, credo sia utile evidenziare alcuni aspetti di due parole più familiari e apparentemente equivalenti, disinformazione e disinformation.
La parola italiana disinformazione è recente: il Vocabolario Zingarelli la fa risalire agli anni ‘80. Ha due accezioni, 1 diffusione intenzionale di informazioni errate o fuorvianti per influenzare l’opinione pubblica o le azioni e le scelte di avversari o concorrenti e 2 mancanza o scarsità di informazioni, in particolare su fatti sui quali si dovrebbe essere informati.
In inglese disinformation è in uso dagli anni ‘50 del secolo scorso ma si è diffusa solo a partire dagli anni ‘80. È modellata sul russo dezinformatsiya, la propaganda governativa per screditare l’opposizione e i media che era molto usata in Unione Sovietica. Disinformation indica sia la diffusione di notizie manipolate, come 1 in italiano, che le informazioni distorte, che è l’accezione prevalente. Non condivide il significato 2 dell’italiano (cfr. uninformed, chi non ha conoscenze su un particolare argomento) e quindi è un esempio di anisomorfismo.
Misinformation vs disinformation nell’inglese standard
La parola inglese misinformation è invece in uso da alcuni secoli e descrive genericamente qualsiasi tipo di informazioni false o inaccurate, in particolare se date e diffuse deliberatamente.
Vignetta: Springer (2007)
È una parola connotata negativamente grazie al prefisso mis- che è molto produttivo e caratterizza cose o azioni come errate, inadeguate, inopportune o fuorvianti, basti pensare a parole come misunderstanding, mismanage misbehave, misplace, misread, misremember, misleading…
Nel lessico comune inglese la parola misinformation è iperonimo di disinformation, ed è in questo senso che Dictionary.com l’ha scelta come parola dell’anno (cfr. anche definizioni di Oxford Dictionaries, Collins, Merriam-Webster e altri vocabolari).
Misinformation vs disinformation nei media
In ambiti giornalistici e accademici che studiano la diffusione di notizie false o manipolate, misinformation e disinformation sono invece co-iponimi (termini coordinati), con caratteristica distintiva l’intenzionalità nella diffusione delle informazioni.
Anche Claire Wardle, nota esperta americana, distingue tra disinformation, informazioni false e volutamente fuorvianti, create e diffuse con intento malevolo, e misinformation, informazioni false che vengono propagate senza intento malevolo. Aggiunge inoltre una terza categoria, malinformation, informazioni vere diffuse con intento malevolo, come il doxxing. Fonte: Information Disorder: The Essential Glossary.
Per comodità qui chiamerò “accezione giornalistica” l’uso che oppone disinformation e misinformation in base all’intenzionalità. Mi pare infatti che sia questa la distinzione recepita da chi ha adottato il calco misinformazione in italiano.
Misinformazione, un calco poco accorto
Il calco misinformazione non mi convince per vari motivi, tra cui l’uso del prefisso mis- che segnala un’accezione negativa ma non è produttivo e distintivo come in inglese e non comunica l’idea di confusione o errore. Diventa quindi difficile distinguere misinformazione da disinformazione.
Va inoltre considerato un aspetto grammaticale che temo sia stato ignorato in questi esempi:
In inglese information è una parola non numerabile (uncountable) e quindi non ha la forma plurale. Può descrivere sia 1 un insieme di dati o elementi forniti o appresi su qualcuno o qualcosa che 2 l’azione di informare o essere informati. Nel caso di misinformation prevale l’accezione 1, quindi informazioni inaffidabili ma fatte circolare perché non riconosciute come tali (numero singolare ma senso plurale!).
In italiano però il calco misinformazione è usato sempre al singolare e il lettore può pensare che si tratti dell’operazione di diffusione (cfr. 2), che non è quanto si intende in inglese. Inoltre, risulterebbe incongruente con il significato “giornalistico” di misinformation (se la diffusione è deliberata e sistematica non si tratta di misinformation ma di disinformation).
In conclusione: eviterei il calco misinformazione perché mi sembra ambiguo e poco adatto a fare chiarezza su un argomento complesso. Se proprio non vi si vuole rinunciare, va spiegato che significato gli viene attribuito, prestando attenzione anche alla grammatica – altrimenti è cattiva informazione!
Nuovi post:
- Coronavirus: è infodemìa – una parola entrata prepotentemente nel lessico italiano nel febbraio 2020
- Miscomprensione (con percentuale) – altri mis–neologismi che possono creare fraintendimenti e confusione
Vedi anche:
♦ Perché fake news anche in italiano?
♦ Vi smonto il debunking
♦ Post-truth in italiano: verità, veridicità e fatti
♦ Alt-facts, in alternativa ai fatti!
♦ Fact-checking vs verifica dei fatti
Vignetta: Lynch via toonpool
.mau.:
È però anche vero che “misconosciuto” è un termine relativamente conosciuto 🙂 e che nella peggiore delle ipotesi il prefisso mis- fa pensare a una misavventura, a un misantropo oppure a un miscredente, quindi a una “informazione negativa” che non è poi troppo lontana dal vero.
Licia:
@.mau. con “segnala un’accezione negativa” intendevo proprio che il prefisso fa capire che è una parola connotata negativamente ma nient’altro. Prendiamo l’esempio di misavventura: chi sa in cosa si differenzia da disavventura? Credo ben pochi!
Flavia:
“Prendiamo l’esempio di misavventura: chi sa in cosa si differenzia da disavventura?”
Il prefisso mis- dovrebbe essere una introduzione nella lingua italiana più recente rispetto a dis-; la butto lì: dal francese? secolo XVII? è registrato comunque già nella terza edizione (1691) del Vocabolario della Crusca.
Ma, a parte l’arcaicità del termine, c’è differenza di significato fra misavventura e disavventura?
Isa:
Secondo Zingarelli 2019 no, giacché definisce “sventura, disavventura”, o meglio: sembrerebbe questione di contesto, se – come sembra a me, ma è una sensazione personale – i due non sono proprio sinonimi. Fatto sta che in 50 anni di vita, ho letto “misavventura” qui oggi per la prima volta 😀
anna:
Trovo queste argomentazioni davvero confuse, poco stringenti, oziose. Dire che mis non è produttivo è assurdo, come il trascurare una parola italiana calzante come mistificazione. A seguire l’inglese si finisce per dimenticare l’italiano.
Licia:
@Flavia @Isa anch’io fino a ieri ignoravo l’esistenza di misavventura!
@anna mistificazione però non è una parola formata con il prefisso mis-, altrimenti avremmo anche la parola *tificazione. Ci arriva invece dal francese e ha un’origine curiosa, cfr. anche l’inglese mystification.
Lo scopo del post comunque non è proporre alternative ma evidenziare le differenze tra parole in apparenza molto simili, disinformation e misinformation in inglese e di conseguenza disinformazione e misinformazione in italiano.
anna:
Guardi che io non ho affatto detto che mistificazione derivi da ‘mis’. E’ il suo significato che corrisponde a quello dell’inglesismo che a suo dire non esisterebbe nella nostra lingua. Naturalmente lei avrà da obiettare anche su questo, ma i dizionari riportano questo significato. Poi lei dica e parli come vuole.
Flavia:
@Licia @Isa: Neanch’io conoscevo ‘misavventura’ prima che .mau la citasse nel primo intervento, però ora sì e ringrazio tutti per avermela fatta (ri)scoprire.
Metto il rimando al prefisso mis- del vecchio dizionario del Pianigiani, che sarà pure obsoleto e inaffidabile ormai, ma rimane un ‘must’ dell’etimologia: https://www.etimo.it/?term=mis
(però quel ‘misagio’ eh… si potrebbe anche tornare ad usarlo; cosa dice @.mau?)
Elio:
@anna: a quanto pare non sono il solo ad avere interpretato il tuo primo messaggio come esempio di produttività di mis- in associazione (come erroneamente hai fatto) a mistificazione…
Licia:
@Flavia in inglese ci sono centinaia di parole del tipo misxyz, dove anche xyz è una parola comunemente usata nel lessico comune. In aggiunta a quelle registrate nei vocabolari, se ne possono creare a seconda dell’esigenza e chiunque le interpreterà correttamente, a conferma che in inglese il prefisso mis- è estremamente produttivo. Ho fatto questa premessa per ricollegarmi alle tue osservazioni sull’etimologia e riportare anche un’altra fonte, Oxford Dictionaries, che evidenzia che il prefisso mis- in inglese ha due origini diverse: origine germanica, che è quella prevalente e l’unica usata per le neoconiazioni contemporanee, e il francese antico mes-, a sua volta dal latino minus, in un numero ridotto di parole non recenti (ad es. misadventure e mischief).
Nel lessico comune italiano invece abbiamo pochissime parole del tipo misxyz, tutte molto antiche e di origine francese. Le riporto dal Vocabolario Ragazzini:
➞ miscredente e derivati [ant. fr. mescroire, comp. di mes- ‘mis-’ e croire ‘credere’ ☼ 1250 ca.]
➞ misconoscere e derivati [ant. fr. mesconoistre, comp. di mes- ‘mis-’ e conoistre ‘conoscere’ ☼ av. 1294]
➞ misfatto [ant. fr. mesfait, propr. part. pass. di mesfaire ‘misfare’ ☼ av. 1250]
➞ misavventura [ant. fr. mesaventure, comp. di mes- ‘mis-’ e aventure ‘avventura’ ☼ 1261 ca.]
Nel testi di Boccaccio si trova inoltre misvenire con il significato di “avere esito negativo” [ant. fr. mesvenir, comp. di mes- (V. †menosdire) e venir ‘venire’ ☼ 1353]. Va invece scartato misantropo che ha un’altra etimologia [fr. misanthrope, dal gr. misánthrōpos, comp. di misêin ‘odiare’ e ánthrōpos ‘uomo’ ☼ av. 1565]
Nessun dizionario registra parole italiane recenti formate con mis-. Se dopo tanti secoli si affermasse il calco misinformazione (“informazione inaffidabile ma non riconosciuta come tale”), sarebbe una novità che potrebbe contribuire a ridare vita al prefisso mis- in italiano.
Flavia:
@ Licia grazie per l’approfondimento etimologico: sarebbe bello sì che dopo tanti secoli (più di quanti pensavo) il prefisso mis- ritornasse – attraverso il parente inglese – a produrre parole nella famiglia d’origine… ma basta anche il solo riconoscimento. 😀
.mau.:
“misagio” per me sarebbe qualcosa che non è un vero disagio ma mi fa sentire a disagio (scusae il gioco di parole). Insomma io sento da differenza tra un dis- negativo nel senso di male e un mis- che è sì negativo ma nel senso che c’è stato uno spostamento dal bene, insomma un po’ meno negativo.