L’11 novembre 2018 ricorre il centenario dell’Armistizio di Compiègne che ha segnato la fine della prima guerra mondiale e nelle foto che arrivano in questi giorni dalla Gran Bretagna si può notare che gran parte dei personaggi pubblici indossa papaveri di carta.
Sono il simbolo di Remembrance Sunday, giornata che ogni anno cade nella domenica più vicina all’11 novembre – nel 2018 i giorni coincidono – e che commemora i caduti delle due guerre mondiali e di conflitti successivi a cui hanno preso parte i soldati britannici.
In questo periodo si vedono non solo le spille ma anche numerose decorazioni con papaveri, tanto che la ricorrenza è nota anche come Poppy Day – qualche esempio in Remembrance Sunday 2018: Poppy displays in pictures.
I papaveri da indossare sono venduti da volontari che raccolgono fondi per la Royal British Legion, un ente di beneficenza che sostiene l’ex personale militare, in particolare reduci, veterani e le loro famiglie.
I papaveri per gli abiti andrebbero appuntati preferibilmente a sinistra, sopra il cuore, con lo stelo verticale e, pare, con la foglia in posizione delle 11 dell’orologio in ricordo della data e dell’ora dell’armistizio.
Perché il papavero?
La mia prima volta in Inghilterra in questo periodo dell’anno ero rimasta molto colpita dai papaveri di carta, che vedevo ovunque ma che per me erano un fiore insolito per l’autunno. Mi era poi stato spiegato, erroneamente, che il colore rosso rappresentava il sangue versato dai soldati morti in guerra.
Solo in seguito avevo scoperto la vera origine del simbolo: la poesia In Flanders Fields scritta nel 1915 dal medico canadese John McCrae subito dopo la morte di un amico a Ypres: sui campi delle Fiandre devastati dalle battaglie i papaveri erano le prime piante che rinascevano e riprendevano a fiorire dove erano morti i soldati.
immagine: In Flanders Fields (Wikipedia)
Ispirata dalla poesia, nel 1920 l’americana Moina Michael aveva iniziato a indossare un papavero di seta per ricordare i caduti e poi aveva incoraggiato altri a farlo. Nel giro di pochi anni la pratica si era diffusa anche in Inghilterra.
Da allora in Gran Bretagna e in Canada e in alcuni altri paesi del Commonwealth il papavero continua a rappresentare i caduti: dettagli in The story of the poppy.
Simboli e globalizzazione
Il papavero però non è un simbolo internazionale, come illustra la scelta fatta qualche anno fa per la pagina di sfondo del motore di ricerca Bing di un 11 novembre e descritta in Global And Local: Getting it Right.
Erano state usate immagini diverse a seconda del paese: papaveri e riferimenti ai caduti per il Regno Unito e il Canada, fiordalisi per la Francia (il Bleuet de France è l’equivalente francese del papavero) e un’immagine autunnale per gli altri paesi dell’emisfero settentrionale che non hanno la stessa tradizione.
È un ottimo esempio di adattamento che grazie a valutazioni di globalizzazione si assicura che il messaggio comunicato da un prodotto o servizio sia adeguato per tutti i paesi.
Un altro esempio di qualche anno fa è l’infografica di Valentina D’Efilippo per il libro The Infographic History of the World. Visualizza il numero di morti in guerra nel XX secolo, rappresentati da papaveri che hanno le radici nell’anno di inizio della guerra e il fiore in prossimità in quello della fine; le dimensioni dei petali indicano il numero di caduti.
L’impatto visivo è notevole ma l’effetto può essere condizionato dalle proprie conoscenze enciclopediche. Il significato dei dati infatti è esplicito ma le connotazioni possono essere diverse per inglesi e canadesi, a cui la simbologia è familiare, e per chi invece non la conosce e potrebbe trovare insolita la scelta di fiori così vivaci in un contesto bellico.
Flavia:
In effetti il papavero è associato all’estate, da noi; però io personalmente avrei gradito foglie dai bei colori autunnali al posto di ricci spinosi.
Tukler:
A proposito di caduti e papaveri rossi, forse vale la pena di ricordare la prima ed ultima strofa de “La guerra di Piero” di Fabrizio De André:
Dormi sepolto in un campo di grano
non è la rosa, non è il tulipano
che ti fan veglia dall’ombra dei fossi
ma sono mille papaveri rossi.
Lui era solito rifarsi alla cultura popolare di altri paesi, per cui è possibile che il riferimento sia proprio alla stessa poesia e tradizione.
alessandro:
Ho un dubbio sull’uso che fai anche tu di “veterano”, quando scrivi “un ente di beneficenza che sostiene l’ex personale militare, in particolare i veterani e le loro famiglie”.
Traducendo dall’inglese, in questi casi intendo “veteran” come “reduce” e come tale lo traduco.
Non a caso il Veterans Day (appunto l’11 novembre) è la “Giornata dei reduci” e non dei veterani. E un “war veteran” è un reduce di guerra.
Stando al vocabolario Treccani, “senz’altra determinazione s’intende per reduci, con valore di sost., i combattenti che al termine di una campagna di guerra ritornano in patria”.
Mentre “veterani” ha sì un’origine militare (“In Roma antica, soldato che, dopo avere militato per un determinato numero di anni, veniva onorevolmente congedato ma per qualche anno ancora trattenuto in un reparto speciale [vexillum veteranorum] presso la legione, libero dal servizio ordinario ma tenuto a combattere in caso di guerra”) che però non coincide del tutto con il significato di “reduce”, tanto che “veterano” è usato oggi soprattutto nel suo senso figurato (“Chi da molto tempo esercita un’attività o una professione: è un v. del mestiere; come cacciatore, sono ormai un veterano. In partic., atleta che pratica da molti anni uno sport, e che per lo più si è ritirato dalle gare; in alcune discipline sportive esiste una categoria veterani riservata ad atleti di età minima compresa tra i 40 anni e i 60 [per es., 40 nel ciclismo e nel tennis femminile, 45 nel tennis maschile, 60 nel tiro a segno]”).
Licia:
@Tukler, grazie, bel riferimento. Credo che nella canzone di De André i papaveri rappresentino anche il sangue versato?
@Alessandro, grazie, reduce è più appropriato e l’ho aggiunto. Avevo comunque verificato veterano nel Vocabolario Treccani e avevo concluso che poteva essere accettabile: “Per estens., con riferimento a eserciti moderni, soldato, militare che ha prestato servizio, soprattutto in guerra, per molti anni”.
Elio:
su The Atlantic due foto che mi avrebbero suscitato qualche perplessità se non avessi letto il tuo post:
https://www.theatlantic.com/photo/2018/05/the-fading-battlefields-of-world-war-i/561353/
Daniela:
A proposito della canzone di De André, credo che si riferisca (forse, anche) alla stagione: il soldato Piero muore a maggio.
Licia:
@Daniela, molto probabile, grazie.
@Elio, servizio con bellissime foto!
Aggiungo un’illustrazione di David Simonds in cui l’8 di 1918 è formato da papaveri:
Intanto ha suscitato molte critiche la decisione di Donald Trump di annullare la visita prevista il 10 novembre a un cimitero militare americano a nord di Parigi causa pioggia. È ripresa in questa vignetta di David Rowe che fa anche riferimento all’incapacità di Trump di aprire e chiudere ombrelli:
Tra gli innumerevoli commenti ironici visti sui social ci sono anche versioni rivisitate della poesia In Flanders Fields, i cui versi sono facilmente riconoscibili dai parlanti di lingua inglese.
Un paio di esempi da Twitter:
Andrea:
Segnalo che però il bleuet de France non è il (raro) fiordaliso, ma proprio un altro fiore (di cui non ho mai trovato il nome italiano), piuttosto comune nei campi francesi
Licia:
@Andrea, la cosa mi incuriosisce molto, anche perché le mie conoscenze della lingua e della cultura francesi sono molto limitate. Riesci a indicarci il nome scientifico dei due diversi fiori azzurri?
Le descrizioni delle piante sono comunque comprensibili e intanto ho provato a fare qualche ricerca. Ho visto che bleuet ha come nome scientifico Centaurea cyanus e spesso è ricordato anche il significato simbolico accennato nel post, cfr. ad es. Centaurea cyanus – Centaurée bleue, Bleuet des champs.
In italiano il nome volgare di Centaurea cyanus (nome alternativo Cyanus segetum Hill) è fiordaliso.
Se si fanno ricerche per immagini in lingue diverse, si ottiene lo stesso tipo di fiore con bleuet de France, con fiordaliso, con cornflower e in tedesco con Kornblume. Esempio: