Ho ricevuto diverse segnalazioni sull’espressione moda modesta, traduzione letterale di modest fashion.
In inglese modest fashion è la moda pensata per le donne di religione musulmana, con collezioni di abiti che per i nostri standard sono particolarmente castigati ma che possono essere anche molto ricercati – tessuti pregiati, ricami, lavorazioni fatte a mano – e disegnati da stilisti affermati, quindi anche parecchio costosi.
L’aggettivo italiano modesto però non condivide tutte le accezioni e connotazioni di quello inglese, già descritte in Questioni (anche) di genere: modest ≠ modesto.
In particolare, il calco moda modesta va considerato un errore di traduzione perché non evoca l’effetto degli abiti sulle forme del corpo, come modest in inglese, ma fa pensare ad altro.
Chi ha optato per la traduzione italiana moda modesta senza dare alcuna spiegazione del significato originale potrebbe però obiettare, dizionario in mano, che modesto significa anche pudico, costumato.
Sarebbe una considerazione che non tiene conto delle collocazioni, le parole che tendono a essere usate insieme in combinazioni ricorrenti. In italiano l’aggettivo modesto comunica riservatezza e moderazione di costumi se è associato a comportamenti e atteggiamenti, ma se riferito ad ambienti e abbigliamento prevalgono invece altre accezioni.
Collocazioni: modest clothing vs abiti modesti
In inglese l’aggettivo modest riferito a ciò che si indossa si trova in collocazioni con i sostantivi clothing, clothes, dress, apparel, outfit. Identifica un modo di vestire che non enfatizza il corpo ma non esclude eventuali ricercatezza e scelte particolari. La locuzione modest fashion è quindi coerente con questa accezione.
Anche l’aggettivo italiano modesto è associato a ciò che si indossa. Appare in collocazioni quali abiti modesti e abbigliamento modesto, che però hanno tutt’altro significato: descrivono un’apparenza umile e dimessa, senza alcun lusso, che fa pensare a condizioni economiche poco agiate.
Chi traduce sa che la prevalenza delle collocazioni può condizionare eventuali altre associazioni nello stesso campo semantico. Abiti modesti, ad esempio, ci porta a escludere l’accostamento di modesto a parole apparentemente simili come outfit o mise perché implicano scelta accurata e attenzione ai dettagli e quindi sarebbero incongruenti. Le stesse considerazioni valgono anche per moda.
Falsi amici e spiegazioni azzardate
Moda modesta è quindi un falso amico, sfuggito a chi non ha prestato attenzione alla co-occorrenza delle parole in contesto e ha fatto associazioni incoerenti, come in questi esempi:
• …la moda modesta rappresenta un giro d’affari enorme
• …moda modesta, cioè gli abiti eleganti ma tradizionali
• …la moda modesta, divenuta Islam chic o hijab chic
• …a portare al centro del dibattito la moda modesta di lusso è soprattutto Vogue Arabia.
A quanto pare si è invece reso conto delle contraddizioni chi ha cercato di giustificare l’espressione moda modesta con una rianalisi azzardata e un’etimologia molto fantasiosa: modest fashion – dove modest è insieme la traduzione di "modesto" e la crasi tra "moda" e "est" inteso come oriente (non è così e non si tratta neppure di crasi).
Infine, è anche possibile che chi ha optato per moda modesta abbia considerato ed escluso aggettivi quali pudico, casto, sobrio e castigato, ritenendoli forse poco adatti al mondo della moda, e abbia scelto consapevolmente la traduzione errata per poter sfruttare l’allitterazione, un meccanismo molto efficace per rendere memorabili slogan pubblicitari e altre frasi a effetto.
.
Altri dettagli in Questioni (anche) di genere: modest ≠ modesto
Corporation ≠ corporazione
Nel sottotitolo di una delle immagini iniziali si legge Stanno nascendo aziende locali e una vera e propria industria – con corporazioni, eventi, sfilate e riviste – attorno agli abiti delle donne musulmane.
Se corporazione è la traduzione letterale di corporation, si tratta di un altro falso amico: la parola inglese indica una grande azienda, ad es. una società per azioni, mentre in italiano corporazione identifica associazioni professionali o di mestieri di epoche passate, in particolare del medioevo, o un organo del sistema sindacale fascista. Nell’uso figurato moderno di categoria professionale corporazione ha connotazioni spregiative.
Anna B.:
Cara Licia,
grazie del post su questo tema molto attuale.
Ho appena fatto una ricerca e ho visto che viene anche usato “moda pudica”, ad esempio in questa pagina dell’Ansa.
http://www.ansa.it/canale_lifestyle/notizie/moda/2018/09/12/mostra-a-san-francisco-su-moda-islamica_1ffeb0fa-9cf1-455c-a3ad-1dfce62f1dbd.html
Molti articoli sull’argomento usano l’espressione “moda musulmana” o “moda islamica”, che mi sembra un po’ problematica per altri motivi. Non penso proprio che tutte le donne musulmane vestano allo stesso modo, come spiega d’altronde anche quest’intervista https://d.repubblica.it/moda/2018/09/18/news/muslim_fashion_mostra_san_francisco_modest_fashion_collezioni_donne_musulmane-4107547/
Da donna europea che non si veste certo in modo particolarmente appariscente, anche “modest fashion” o “moda pudica” mi lascia un po’ perplessa… Non è che tutto l’abbigliamento occidentale sottolinei per forza il corpo … E, con il massimo rispetto di chi, per ragioni religiose o culturali, decide di vestirsi in un certo modo, direi che il pudore va oltre l’abbigliamento. Ma è di sicuro una discussione che esula dalla terminologia.
Secondo te, come si potrebbe rendere bene in italiano il termine inglese? “Moda coprente”? “Moda in sintonia con la tradizione islamica”? O forse qui ha senso mantenere l’anglicismo e spiegarlo (come indichi tu sopra, questo tipo di abbigliamento può essere molto raffinato e ricercato)?
Giovanna:
Nonostante assonanza e allitterazione non mi pare una buona idea tradurre un aggettivo in modo errato. L’abilità nella transcreazione sta nel trovare una soluzione accattivante ma certamente non scorretta, anzi! Pudico, castigato e simili non “convengono”, è chiaro, ma modesto in italiano ha un altro significato. Serve un po’ di sforzo un più, la sfida creativa in fondo sta proprio lì 😉
Licia:
@Anna, @Giovanna, grazie per i dettagli e gli spunti di discussione.
Per proporre un’alternativa è necessario conoscere bene la terminologia del mondo della moda e il suo sistema concettuale, necessari per capire quali soluzioni alternative potrebbero funzionare ed essere congruenti con la terminologia già esistente (cfr. formazione secondaria dei termini in Brainstorming e formazione dei termini in L2). Non è un ambito con cui ho familiarità, però posso aggiungere un paio di altre considerazioni sul concetto espresso da modest fashion.
Sono del tutto d’accordo che il nome non dovrebbe includere aggettivi come islamico o musulmano: anche se è abbigliamento nato per un segmento specifico, in generale la modest fashion ha un mercato più ampio, ad es. può interessare anche ebree ortodosse.
È chiaro che pudico e castigato non convincono per le loro connotazioni, sarebbe come dire moda bacchettona (!). Un aggettivo come sobrio si avvicina di più al concetto, ma è troppo generico, e c’è già moltissimo abbigliamento della moda “tradizionale” che possiamo descrivere come sobrio.
Si può ragionare su altri aggettivi che possono definire non solo l’aspetto degli abiti ma anche la filosofia della modest fashion, e per associazione di idee considerare ed escludere alternative. Ad esempio, la modest fashion è sicuramente morigerata, aggettivo però poco adatto perché fa lo stesso effetto di pudico e castigato. È meno connotato misurata, ma è ambiguo perché richiama taglie e misure. La sillaba iniziale di morigerato, la stessa di moda e modesta, richiama però altri aggettivi come modico (escluso: evoca ristrettezze), ammodo (quasi un antonimo di smodato, che è proprio quello che la modest fashion non è) e moderato (“di comportamento, azione e sim., non eccessivo, contenuto o ridotto entro i limiti imposti dalla convenienza”, “di qcn., che sa moderarsi; sobrio, misurato” – Dizionario De Mauro). Se si vuole mantenere l’allitterazione, non mi dispiacerebbe moda moderata.
Ho iniziato il brainstorming, ora aspetto altri contribuiti, spero anche da chi conosce bene il mondo della moda.
Flavia:
‘Moda modesta’ credo sia una figura di suono, ma con ‘moda modesta di lusso’ andiamo oltre la figura di senso, si potrebbe definire un ossimoro allitterante…
meglio lasciare il termine ‘modest fashion’, a mio parere (però la tentazione di tradurre con ‘moda ammodo’ è forte, lo confesso :-D).
Mauro:
Che poi in italiano c’è una traduzione precisa per questa accezione di “modest”: “decorosa” o “integra” (non “integrale”!!!).
Licia:
@Mauro, attenzione però alle connotazioni e alle associazioni! Decoroso nel senso di dignitoso non è un aggettivo adatto al mondo della moda. Integro invece fa pensare a intatto, completo e non vedo come possa essere associato a moda.
Monmartre:
Buon giorno,
cosa ne pensate di moda velata?
Velata fa pensare a non appariscente, a qualcosa che copre ma che non opprime.
Fa pensare a qualcosa di semplice, ma che potrebbe essere anche elaborato.
Rimanda poi, pertinentemente, al velo islamico.
Mauro:
@ Licia
A me pare sinceramente che decorosa vada benissimo.
E integra richiama anche all’entegrità morale, che è quello che questa moda vuole (vorrebbe?) trasmettere.
Mauro:
Comunque stavo pensando: qui in Germania questa accezione modaiola di “modest” la tradurrebbero in genere con “dezent” (anche se la traduzione letterale sarebbe “anständig” e “dezent” in realtà letteralmente tradurrebbe l’inglese “discreet”), che non è proprio a sua volta il nostro “decente”…
Il mondo linguistico è complicato 😉
Anna B.:
@Mauro: Caro Mauro, io sentendo “dezent” non penserei però automaticamente al tipo di abbigliamento descritto da Licia, ma soprattutto ad abiti con colori sobri e scuri, senza applicazioni, semplici nel taglio, e a un trucco non vistoso, in colori naturali. Ho guardato un po’ sui siti tedeschi e ho visto che si usa l’anglicismo, spiegandolo poi con il termine tedesco “sittsam”, che era anche quello che avrei usato io in tedesco.
@ Caro/a Montmartre, “moda velata” mi fa pensare a trasparenze e al famoso effetto “vedo/non vedo”.
@ Cara Licia, “moda ammodo” piace molto anche a me. Sarebbe davvero interessante avere il parere di qualcuno che lavora nel settore della moda.