Notizia di cronaca locale:
Meglio non soffermarsi sull’interpretazione letterale del titolo e non domandarsi se le mutande dell’uomo potessero emanare un odore delicato ma intenso, come la biancheria fragrante di bucato, tale da attirare l’attenzione delle forze dell’ordine!
Ci si può però chiedere se colto in *fragranza sia una banale disattenzione del titolista oppure una sua più preoccupante ignoranza della locuzione in flagranza, la situazione che ricorre quando l’autore di un reato viene sorpreso nell’atto di commetterlo.
Refuso o malapropismo?
La confusione tra fragranza e flagranza è diffusa: la ricerca di “in fragranza di reato” restituisce migliaia di occorrenze, in gran parte in notizie di cronaca.
Escluderei il refuso perché le lettere R e L non sono vicine sulla tastiera e quindi è poco probabile che vengano scambiate per colpa di un errore di battitura, oltretutto in maniera così sistematica.
Il completamento automatico indesiderato dei dispositivi mobili (autofail in inglese) potrebbe forse spiegare alcuni degli esempi più recenti ma non giustifica le numerose occorrenze precedenti alla diffusione di tablet e smartphone.
Classificherei quindi in fragranza come un malapropismo: è la sostituzione di una parola con un’altra che ha suono simile ma tutt’altro significato, ad es. il polistirolo alto per il colesterolo alto, che ho descritto in “difendere a spatatrac”.
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Vedi anche: *traccie e altri tipi di errori per una classificazione delle scorrettezze di scrittura (differenze tra refusi, errori di battitura ed errori di ortografia).
Forse chi scrive in fragranza di fa confusione con la locuzione in odore di, da morire o essere in odore di santità (“per la credenza, diffusa dalla letteratura agiografica, che i corpi dei santi esalino dopo la morte un particolare profumo di fiori”) che poi, per antifrasi, ha dato origine a “essere in odore di eresia, esser considerato, per affermazioni teoriche, prese di posizione e simili, ai limiti dell’eresia”. Il significato è stato ulteriormente esteso nel linguaggio giornalistico che ha coniato espressioni quali in odore di mafia, in odore di truffa, e simili, “riferite a persone (per lo più note) di cui si sospetta che siano coinvolte in tali attività”.
Fonte: Vocabolario Treccani
Mauro:
O teaser vs. taser 😉
Asandus:
@Mauro
Be’, quello lì è un termine straniero e i nostri fanatici del farlocchese stretto fanno in fretta a storpiarlo – ma “fragranza” al posto di “flagranza”? Qui si sta storpiando la NOSTRA lingua, non una straniera trasformata in farlocchese.
Coccio:
L’unico caso accettabile per essere arrestati in fragranza di reato è – a mio parere – se rubi la torta, appena sfornata, che Nonna Papera aveva messo a raffreddare sulla finestra!
Tra parentesi: io non sono stato; mi chiamo Coccio, non Ciccio.
Giovanna:
Mi ricorda le frasi matte da legare elencate da Stefano Bartezzaghi in “Non ne ho la più squallida idea”!
Licia:
@Mauro, OK, farò il post! 😉
@Asandus e da chi scrive per professione questi errori sono inaccettabili
@Coccio 😂
@Giovanna, con i malapropismi l’effetto comico è quasi sempre assicurato! 😀
Flavia:
Penso anch’io che ci sia stata un’estensione ‘giornalistica’ dell’espressione ‘in odore di’, altrimenti non si saprebbe come spiegare le migliaia di occorrenze della cronaca. A meno che siano tutti parlanti anziani dialettofoni veneti, presso i quali ancora si può rilevare lo scambio di consonante L/R come in ‘bicicReta’ o ‘ingRese’, ma non credo.
Mauro:
@Asandus
Il mio era un teaser offerto a @Licia 😉
Mauro:
Comunque devo dire che, anche se meno spesso, mi è capitato di sentire anche l’errore inverso, tipo sentire parlare in profumeria di un “flagranza”…