Ho un debole per le strisce di Pearls Before Swine, specialmente se ci sono giochi di parole improbabili o fraintendimenti assurdi come quelli dell’ingenuo tontolone Pig:
La striscia mi dà lo spunto per evidenziare una peculiarità di un internazionalismo presente nella maggior parte delle lingue europee, il francesismo naïf (a sua volta dal latino nativus, “ingenuo, popolare”).
Naive e naïf
In italiano abbiamo adottato la forma canonica maschile francese, in inglese invece il femminile, naive (c’è anche naif ma è poco comune). In entrambe le lingue coesistono le forme con segno diacritico, naïf e naïve, e quelle senza, naif e naive.
In altre lingue ci sono stati altri adattamenti ortografici, ad es. naïef in olandese, naiivi in finlandese, naíf in spagnolo e naiv in tedesco (fonte: Collins Dictionary).
Dieresi vs Umlaut
Nella striscia c’è un’imprecisione: i puntini orizzontali ¨ sopra la ï di naïve non si chiamano Umlaut ma dieresi, due termini spesso confusi che identificano meccanismi linguistici diversi rappresentati dallo stesso segno. Li ho descritti in Macron e altri diacritici:
Umlaut (dal tedesco Laut, “suono”, e um che indica cambiamento) è il segno usato in riferimento a lingue germaniche per indicare metafonia e palatalizzazione.
Dieresi (dal greco διαίρεσις, “separazione”) è il segno posto sulla prima di due vocali per dividerle in due sillabe distinte senza formare dittongo.
Nell’inglese americano questi e altri diacritici vengono spesso usati nei nomi dei prodotti per conferire prestigio perché richiamano le lingue europee: dettagli in GRÄNDE, formaggio heavy metal!
Omelette
Nella striscia c’è un altro francesismo, omelette. Mi stupisce però che non sia stata usata la grafia americana alternativa omelet, che assomiglia di più a Umlaut perché ha le stesse consonanti. Le vocali invece sono diverse anche nella pronuncia, /ˈɒmlɪt/ vs /ˈʊmlaʊt/, però la battuta può funzionare perché in entrambi i casi l’accento è sulla prima sillaba.
Anche omelette è un internazionalismo:
In Collins Dictionary, da cui è tratta questa immagine, potete ascoltare le pronunce diverse in ciascuna lingua.
L’etimologia di omelette è insolita. Deriva dal francese amelette, a sua volta da alumette variante di alumelle, da lemelle, “lama di coltello, direttamente dal latino lamella (“lama, lamina”), a quanto pare per analogia: l’omelette sarebbe piatta come una lama.
Il passaggio da la lemelle ad alumelle è un esempio di concrezione, un fenomeno di rianalisi in cui un elemento morfologico estraneo (qui l’articolo la) viene saldato a una parola e forma così una nuova unità lessicale. Un esempio simile è la parola inglese alligator che deriva dalla reinterpretazione errata dello spagnolo el lagarto (il lucertolone, dal latino lacerta, cfr. diminutivo lacertŭla).
Le parole come lamella e omelette sono allotropi o doppioni: hanno in comune stesso etimo ma forme e significati diversi. Altri esempi italiani sono sciroppo e sorbetto e lucertola e alligatore.
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Vedi anche: C’est la vie, un corto narrato quasi esclusivamente con francesismi usati in italiano.
Altre parole fraintese da Pig in strisce di Pearls Before Swine:
• Significato adulterato
• In inglese il corsivo è (anche) italico (e commenti)
Mauro:
Dieriesi vs Umlaut
C’è una i di troppo 😉
Licia:
@Mauro, grazie, l’ho corretto.
Mauro:
Posso fare la ruota come un pavone ora: sono riuscito a correggere un errore di @Licia! 😊😉🤣
Licia:
@Mauro, esagerato! Comunque ora ti suggerisco un ripasso sulle scorrettezze di scrittura 😉
Mauro:
@ Licia
Quell’articolo lo ricordo… lo commentai anche 😉
Emy:
È interessante notare che in Italia, patria di frittate squisite con mille varianti regionali, nel linguaggio culinario il termine “omelette” ha un’accezione particolare. Da noi l’omelette è quella alla francese, cremosa e cotta pochissimo, su un solo lato, in olio e/o burro, ripiegata in due come un calzone e farcita con formaggio, prosciutto, funghi, ma a volte anche non salata e ripiena di marmellata di albicocche. Nell’omelette, rispetto alla frittata, la farcitura non è unita al composto di uova battute prima della cottura, ma aggiunta in cottura o subito dopo, come nel caso dell’omelette con la marmellata. https://it.wikipedia.org/wiki/Omelette https://www.lacucinaitaliana.it/news/in-primo-piano/come-preparare-le-omelette-senza-fare-una-frittata/ Ciao, Licia! 🙂 (ti leggo every day)