Mi incuriosiscono i fenomeni di variazione diatopica – il modo in cui una lingua cambia nello spazio geografico – e ai controlli di sicurezza dell’aeroporto di Bari mi ha colpita la scritta pedalini in plastica.
Sapevo che il pedalino è un calzino da uomo ma pensavo fosse una parola desueta, usata solo in frasi scherzose come ad es. rivoltare qualcuno come un pedalino.
Mi sbagliavo: pedalino è un regionalismo tipico di alcune regioni dell’Italia centrale e meridionale e nel suo uso comune è privo di coloriture ironiche. Senza contesto credo però che parecchi settentrionali penserebbero invece a un pezzo di triciclo o bicicletta per bambini.
Il nome commerciale per il prodotto monouso della foto è copriscarpa, anche se negli aeroporti si indossa solo quando le scarpe si tolgono! Non va confuso con il salvapiede che invece è il fantasmino.
Vedi anche: Regionalismi e gestione della terminologia per la differenza tra geosinonimi e geomonimi, con vari esempi di variazione diatopica come lavello, lavandino, acquaio e secchiaio.
Paoblog:
Concordo sul fatto che il termine Pedalino non sia di uso comune, tuttavia pur essendo di Milano non avrei pensato al pedale del triciclo, ma per l’appunto ad un calzino da uomo.
Mauro:
Ti dirò… io sono ligure con radici lombarde e venete e pedalino lo ho sempre usato come termine normale, ma non come sinonimo di calzino: nell’uso che si è sempre fatto in famiglia e nella cerchia delle mie conoscenze pedalino è il tipo di calza che praticamente non si vede, si ferma sotto la caviglia seguendo più o meno il contorno della scarpa, calzino invece il tipo che si vede, che arriva fino al polpaccio (piò o meno in alto a seconda dei modelli).
E la gente io la ho sempre rivoltata come un calzino, mai come un pedalino 🙂
Mauro:
Ecco, ho letto meglio: per me pedalino è quello che tu chiami fantasmino.
Paoblog:
Mi scrive un’amica di Siena: Io penso a quei vecchi pezzi di feltro che si usavano in casa di mia nonna appena entravi da fuori… li mettevi sotto le scarpe e scivolavi fino a camera dove mettevi le ciabatte da casa. Pedalini o pattine si chiamavano da noi….
Mauro:
@ Paoloblog
Quelle da noi le si sono sempre chiamate pattine (o talvolta pattini, ma si veniva sempre corretti… “non si dice pattini, si dice pattine!”), mai pedalini.
Daniela:
In romanesco, il pedalino è il calzino.
Mauro:
A questo punto propongo una definizione unificatrice per ogni luogo d’Italia e per ogni tipo di calzino/pedalino: “elemento di stoffa naturale o artificiale di lunghezza variabile atto a coprire le estremità inferiori di mammiferi bipedi” 😀
Flavia:
Per me, i calzini sono quelli corti, per maschi e femmine , i calzettoni quelli lunghi (solo femmine), le calze possono essere per uomini e donne, bisogna specificare.
Pedalini mi sembra un termine ottocentesco, da non confondere con le pattine che servono (servivano una volta, su pavimenti tirati a lucido) – appunto – per ‘pattinare’ dalla porta d’ingresso fino alle ciabatte.
Quelli della foto, io li definirei dei ‘copripiede’. Non mi è chiaro l’uso negli aeroporti, avendoli visti solo negli ospedali.
Daniela:
Flavia, servono quando devi toglierti scarpe, stivali, ecc al momento dei controlli. Invece di attraversare a piedi nudi il metal detector (perché poi devi raggiungere e afferrare al volo il tuo bagaglio a mano che ormai è passato sul nastro intasando tutto il flusso degli altri bagagli e tutto questo con una mano impegnata dalle tue scarpe o quello che è…), almeno non poggi i piedi per terra e sei più dignitoso.
Flavia:
Grazie Daniela! effettivamente ho frequentato più ospedali che aeroporti negli ultimi tempi, ma mi rifarò.
Tornando ai pedalini, anzi salvapiedi o fantasmini che dir si voglia, segnalo questo articolo http://libreriamo.it/scuola/nuove-parole-troveremo-nei-prossimi-dizionari/ in cui compare – fra i neologismi da inserire nei dizionari – “ghosting”.