Gli Stikeez sono dei pupazzetti che si possono ottenere facendo la spesa nei supermercati Lidl. La promozione è attiva con lo stesso nome anche in altri paesi europei e non è una novità: cambiano i personaggi ma nome e tipo di raccolta sono invariati da qualche anno.
La parola Stikeez ha un aspetto anglicizzante ma è poco chiaro quale sia la sua origine: i pupazzetti non sembrano adesivi e quindi dubito che si tratti di un riferimento a stickers.
Sarei curiosa di sapere se ci sono clienti italiani che leggono il nome Stikeez come si scrive e se, tra questi, in alcune regioni ci sia anche chi lo trova ambiguo o cacofonico.
Valutazioni di globalizzazione
È molto difficile trovare nomi globali che siano originali, efficaci, attraenti, immediatamente riconoscibili, facili da pronunciare in tutti i mercati e senza associazioni indesiderate a parole o marchi esistenti.
Immagino che i responsabili della promozione di Lidl abbiano fatto delle valutazioni di globalizzazione e concluso che le eventuali connotazioni negative per il mercato italiano fossero comunque accettabili e compensate da altri aspetti positivi.
Suggerirei però ai responsabili della comunicazione di Lidl di evitare l’emoji della melanzana sui social. Anche in Italia, infatti, è sempre più diffuso l’uso metaforico volgare americano e quindi è preferibile optare per altre verdure.
Altre considerazioni sul naming:
♦ Mascotte Expo 2015 e nomi internazionali
♦ Globalizzazione e pronuncia di nomi di prodotti
♦ Inkulator, parola macedonia andata a male (e altri nomi globali poco felici)
A proposito delle scelte lessicali dei supermercati Lidl, ho raccolto alcune descrizioni insolite trovate nei volantini in Cibi corretti e in Non è stantio, potete comprarlo!
In Moda all’italiana: per una Speziale ho riportato alcuni marchi Lidl i cui nomi non sono sempre accattivanti (Frotto, Nostia, Lovilio…).
Grazie a Paola per la segnalazione.
Mauro:
Colpa del gran capo Esti Qaatsi.
Enrico:
Già me lo immagino il parlante d’itanglese medio che chiede alla cassa di avere gli “‘Sti kezz” 😀
.mau.:
non sono adesivi ma sono a ventosa, quindi si attaccano comunque 🙂
Asandus:
E stikeez, davvero! 😀
Chi dà il nome a un prodotto dovrebbe davvero verificare che non abbia doppi, tripli o quadrupli (o anche multipli superiori) sensi nel paese di destinazione. Ricordo ancora quando la Mitsubishi immise sul mercato il suo famoso SUV “Pajero” ed ebbe innumerevoli guai nei paesi di lingua spagnola, dove dovette cambiare il nome in “Montero”. Solo che allora non esisteva Internet; adesso bastano 10 secondi di ricerca per evitare di cascare in qualche brutta trappola linguistica.
Emy:
Stikeez fa riferimento a stickies, non a stickers: infatti they stick, si attaccano, perché, come già osservato sopra, hanno una ventosa. Per un inglese l’associazione è immediata. Per il resto, condivido pienamente tutte le tue osservazioni. Agli occhi italiani ogni riferimento a qualcosa che si attacca va perso, e il nome non è affatto una buona scelta; anzi, fa quasi pensare a “sticazzi”.
Mi viene in mente un altro nome commerciale che in italiano perde ogni riferimento semantico: è quello del cibo per gatti Whiskas. Per un inglese è ovvio che si riferisce a whiskers (vibrisse), perché si pronuncia praticamente allo stesso modo, mentre in Italia viene pronunciato “viskas”.
Emy:
Nel nome commerciale Stikeez, inoltre, è presente anche il riferimento a stick come “bastoncino”. Sono infatti pupazzetti di forma allungata come bastoncini (alcuni un po’ più tondeggianti, a seconda del personaggio riprodotto) che si attaccano (they stick) alla base con una ventosa, ma non sono certo stickers (adesivi piatti che si attaccano mediante una superficie incollata). Stekeez è dunque la grafia alternativa della parola stickies = oggettini a forma di bastoncino che si attaccano. Stickies mi ricorda i Quickies, dischetti struccanti venduti dalla Avon negli anni Settanta, il cui nome ovviamente faceva riferimento alla velocità dell’operazione di rimozione del trucco rispetto al cotone e latte detergente in uso a quei tempi (prima dell’avvento delle salviette struccanti vere e proprie). Quickie è anche, in senso erotico, una “sveltina”.
Licia:
@Asandus sono verifiche che richiedono competenze specifiche ma spesso ci si affida a persone di madrelingua che non le hanno e non sono capaci di identificare i potenziali problemi. Come già evidenziato in Globalizzazione e pronuncia di nomi di prodotti, in aggiunta a un controllo dell’esistenza di parole omonime o simili che escluda quelle con potenziali associazioni negative, andrebbe anche verificato che effetto fanno:
1 pronuncia originale
2 pronuncia fatta con le regole della lingua di arrivo (in italiano, Stikeez letto “stichèzz”)
A proposito di 1, c’è anche chi sfrutta appositamente le differenze, ricorrendo a stratagemmi di dubbio gusto: vedi esempio di FUN.COOL.
Va tenuto conto che è quasi impossibile trovare un nome perfetto per qualsiasi mercato e potrebbero essere necessarie soluzioni di compromesso. Se però il prodotto ha successo, gli aspetti meno convincenti del nome passano in secondo piano o vengono dimenticati. Un esempio molto efficace riguarda le associazioni negative che poteva avere avuto inizialmente il nome Viagra in italiano: dettagli nell’analisi della specialista di naming Linda Liguori in Viagra: se avesse funzionato non avrebbe questo nome.
@Emy, di stickie conoscevo solo il significato di “post-it”, non sapevo che volesse dire anche “ventosina”: grazie per il dettaglio! Va però considerato che Stikeez è un nome nato in Germania nel 2013, inizialmente solo per il mercato tedesco (ho fatto qualche ricerca), e ho qualche dubbio che l’accezione stickie=ventosa potesse essere nota al cliente-tipo dei supermercati Lidl In Germania. Ipotesi alternativa: probabile che un tedesco riconosca invece il verbo inglese stick (fa parte del lessico di base ed è riconducibile all’anglicismo Sticker, che si usa anche in tedesco). Inoltre, potrebbe darsi che le e di Stikeez richiamino anche il verbo tedesco stecken nell’accezione di “attaccare, fissare” come si fa con un chiodo e presumibilmente anche con le ventosine. Escluderei invece stickie=bastoncino perché, perlomeno a giudicare da foto e illustrazioni, non mi pare che sia una caratteristica distintiva della maggior parte dei pupazzetti di questa o delle raccolte precedenti.
Emy:
Oh, dall’immagine mi sembravano bastoncini, ma mi hanno fuorviata la banana e il cetriolo in primo piano, mentre gli altri in effetti sono decisamente più tondeggianti che lunghi. Comunque non è escluso che nel mondo germanofono si sia scelto appositamente un nome anglicizzante e il più possibile “universale”. E mi pare che per un tedesco “to stick”, attaccare, attaccarsi sia comprensibile, come ben dici.
GioFromMind:
Sembrano gli stickers ideati con De Sica, penso, ogni volta che li sento nominare
Stez:
Su un sito internet inglese gli Stikeez vengono descritti come ‘sticky plastic toys’.
Emy:
@Licia
Comunque mi preme chiarire il mio primo commento, a scanso di fraintendimenti. Non intendevo dire che sticky volesse ufficialmente dire anche “ventosina”: infatti non è così. Avevo semplicemente osservato che i pupazzetti, essendo dotati di ventose, si attaccano (they stick). E sottolineavo che per me il nome Stikeez è la trasposizione grafica della pronuncia del plurale dell’aggettivo sticky (plurale dell’agg. sostantivato: stickies come quickies ecc.) e non quella di stickers, che sono oggetti diversi, adesivi piatti con la colla su un lato. Sticky toys = abbreviato in stickies -> Stikeez. Tutto qui. 🙂