L’emoji-thon (emoji+marathon) è stata pubblicata da una società del gruppo Adidas che si rivolge un pubblico internazionale. È divertente anche per chi non farà mai una maratona e sono convinta che la sequenza di emoji risulti alquanto efficace indipendentemente dalla lingua che si parla.
Sarei però curiosa di sapere se tutti danno la stessa interpretazione all’emoji del km 36.
Emoji con braccia a X
Mi riferisco alla figura con le braccia incrociate a formare una X davanti al corpo e alla testa, di solito rappresentata da una donna (ma esiste anche la versione maschile). Il nome “ufficiale” di Unicode per questa emoji è person gesturing NO (nelle annotazioni multilingui di Unicode in italiano è descritta come gesto di rifiuto, rifiuto, non bene, vietato; nelle descrizioni di Twitter invece è donna che disapprova).
Emoji con braccia a O
L’emoji appena descritta fa coppia con la figura che intreccia le mani sopra alla testa per formare un cerchio con le braccia. Si chiama person gesturing OK (in italiano tutto bene e gesto OK nelle annotazioni di Unicode e donna che approva nelle descrizioni di Twitter). In tutte le tastiere e le tabelle delle emoji appare subito dopo quella con le braccia a X.
Gesti giapponesi!
Per capire meglio cosa vogliono rappresentare i due gesti e le loro descrizioni “ufficiali” bisogna risalire all’origine delle due emoji. Sono nate in Giappone, come tutte le emoji meno recenti, e raffigurano i segni usati in giapponese per indicare errato ✕ (batsu) e corretto O (maru), come ha sintetizzato la linguista Suzy J Styles:
Sono quindi personificazioni di gesti equiparabili a segni che ci sono molto familiari, la croce ✕ e il segno di spunta ✓, che possono indicare, ad esempio, se le risposte ai test sono giuste o sbagliate. Conoscendo l’origine delle emoji, le descrizioni in inglese e le relative traduzioni italiane diventano più comprensibili.
Uso in italiano
Non credo che nessuna delle due emoji rientri tra quelle usate con più frequenza in italiano. Ho trovato comunque vari esempi della prima (gesto X) usata coerentemente con il senso di negazione. Non saprei però dire se anche in italiano alle braccia incrociate sia spontaneamente associato lo stesso significato simbolico, oppure se si tratti di una convenzione appresa (ad es. grazie a X Factor, come fa notare Enrico nei commenti).
Mi sembra invece che l’uso della seconda emoji (gesto O) sia poco congruente e molto variabile da persona a persona, o perlomeno questa è l’idea che mi sono fatta da una ricerca su Twitter.
Anche nel progetto Pinocchio in Emojitaliano, ideato e coordinato dalla linguista Francesca Chiusaroli, l’emoji X viene usata come negazione (no e non). Non si oppone però a O come affermazione, per la quale è usato invece il pollice alzato di OK. Esempio d’uso, con la frase italiana da Pinocchio seguita dalla traduzione in emoji:
Nella traduzione di Pinocchio l’emoji con il gesto O è invece usata in combinazione con altre emoji per [azioni che indicano] la testa, ad es. tornare in mente, fare con il capo, zuccata…
Usate anche voi e o le vedete usare, ad esempio in WhatsApp o altri social? Se sì, vi ritrovate in queste descrizioni o avete notato usi diversi? Ditelo nei commenti!
Vedi anche:
XOXO: baci e abbracci e XXX e XOX – in inglese stessi simboli ma ben altri significati!
Emoji: è corretto cosa ci raccontano i media? – una panoramica di aspetti fondamentali ma spesso fraintesi.
Palindromedario, con anisomorfismo e Descrizioni delle emoji in Twitter – potenziali problemi delle traduzioni letterali delle descrizioni di emoji, simboli e altre rappresentazioni grafiche.
Enrico:
Sinceramente mi pare molto più semplice scrivere direttamente “sì” oppure “no”, invece di scorrere le decine e decine di pagine di emoji per trovare quella corretta 😉
Detto questo, non vorrei sbagliare ma mi pare che il gesto delle braccia incrociate a significare “per me è no” derivi anche da X Factor, perlomeno in quanto a popolarità in Italia.
Licia:
@Enrico grazie, sono molto scarsa sui programmi televisivi ma almeno questo riferimento mi sarebbe dovuto venire in mente! 🤦🏼♀️ Hai sicuramente ragione e mi pare una conferma di significato arbitrario “appreso”.
Sulla scelta delle emoji, non a caso in tutte le lingue quelle più usate sono davvero poche rispetto al totale, e più o meno sono sempre le stesse (ma nel contesto giapponese in cui sono nate avevano sicuramente una maggiore utilità pratica).
Monmartre:
Buon giorno,
a me le braccia incrociate hanno fatto venire in mente la richiesta d’intervallo durante una partita. L’interruzione, o meglio, la sospensione del gioco mi sembrava appropriata prima di “schiattare” per la fatica.
Licia:
@Monmartre, in effetti nel contesto della maratona ci starebbe benissimo!
Mauro Morello:
Ma toh… senza andare a fondo, con un riverbero di cartoni animati giapponesi visti durante l’infanzia (e qua scattava il collegamento inconscio) ho sempre guardato a quell’emoji come “tahdah! sono pronta ad attaccarti! Di qua non passerai mai!!” il tutto seguíto da raggi fotonici o roba simile…
Licia:
@Mauro 😀
Aggiungo qualche commento ricevuto su Twitter.
Emojitaliano: ho chiesto a Francesca Chiusaroli di cosa avesse motivato la scelta dell’emoji 🙅🏼♀️ per la negazione ma non se lo ricorda. Bantam ha recuperato uno dei tweet iniziali del progetto: allora per la negazione era usata l’emoji ❌, poi riutilizzata per altri significati negativi e sostituita dalla braccia incrociate. La flessibilità che permette di attribuire significati diversi alla stessa etichetta (emoji in questo caso) richiama l’arbitrarietà del segno linguistico con cui hanno a che fare i terminologi e ci ricorda che le emoji sono inadeguate a diventare un sistema linguistico alternativo comune (cfr. Emoji, tra segni, gesti e sistemi di scrittura).
Per inezie essenziali il gesto delle braccia incrociate veniva già usato negli anni ‘90 come vade retro riferito a un uomo indesiderato (io invece lo conosco fatto con gli indici incrociati e tutte le altre dita chiuse a pugno).
La lumaca ha raccontato di avere imparato il significato “giapponese” di 🙅🏼♀️ leggendo manga.
Marcella Bongiovanni ha ricordato che a una lezione di comunicazione visuale l’intera classe aveva interpretato l’altra emoji 🙆🏼♀️ come “mamma mia” (mani nei capelli).
alessandro:
Il gesto delle braccia incrociate usato come “vade retro” mi è familiare e credo s’ispiri ai vecchi film di Dracula.
Io usavo (e ho visto usare) quello stesso gesto in modo per certi versi analogo, nel significato di “ci faccio una croce sopra”, riferito a qualcosa che si vuole cancellare o escludere di fare.