Da una notizia di cronaca nera sentita alla radio ho scoperto uno pseudoanglicismo che finora ignoravo, slot, ma non avevo mai sentito neppure il nome alternativo sala slot.
La parola slot per slot machine non mi sorprende: è uno dei numerosi pseudoanglicismi ottenuti con un meccanismo di abbreviazione impropria in cui viene privilegiato il determinante (slot) anziché il determinato (machine).
Trovo invece peculiare l’ulteriore trasferimento di significato, avvenuto per metonimia, per cui ora slot identifica anche un luogo: la sala giochi che contiene le slot [machine].
Mi ha colpita in particolare la frase “due persone sono decedute all’interno della slot” perché mi fa pensare a due poveretti inghiottiti da un’enorme fessura: il significato primario di slot in inglese è infatti di apertura lunga e stretta (come quella in cui si inseriscono le monete nei distributori automatici).
La slot vs lo slot
L’altra peculiarità di la slot, pseudoanglicismo di genere femminile, è che coesiste con lo slot, anglicismo maschile in uso da alcuni decenni con accezioni alquanto diverse, adottate direttamente all’inglese, che non hanno nulla a che vedere con il gioco d’azzardo.
Il significato più noto di slot (maschile) in italiano, perlomeno per chi viaggia, è quello di finestra temporale in cui un aereo può decollare o atterrare. Ci arriva da un’accezione figurata di slot in inglese: in una programmazione o un orario, è lo spazio riservato a un’attività.
In informatica invece gli slot possono essere particolari alloggiamenti, ad esempio per schede di memoria aggiuntive e per SIM nei telefoni.
Mi viene in mente solo un altro esempio di coesistenza di pseudoanglicismo e anglicismo omonimi ma di genere diverso, il fake vs la fake. Ne conoscete altri?
Nuovo esempio: la video vs il video
Emy:
Bel post, Licia.
Non mi viene in mente, per ora, alcuno pseudoanglicismo o anglicismo che siano omonimi ma di genere diverso. Mi viene in mente solo il prestito mug, che da alcuni in Italia, fra cui la sottoscritta, è usato al maschile (il mug, pensando a “tazzone”) e da altri al femminile, la mug, pensando a “tazza”. Ma non cambia significato; si tratta solo di un prestito, appunto.
Aggiungo, poi, che slot in inglese indica anche una casella nel palisensto, ovvero lo spazio o il tempo allocato in modo regolare a un ospite in un programma televisivo o radiofonico (She a has a slot on ‘Friday night with Jonathan Ross’ on Bbc One”).
Infine, penso a spot, usato in italiano come abbreviazione impropria di spotlight, faretto, molto in voga specialmente negli anni Settanta e Ottanta, ma ancora oggi in uso, laddove spot in inglese significa “luogo preciso” e “macchia”, ed è anche un verbo, to spot, che significa “avvistare/individuare in un certo luogo”, e l’espressione spot on significa “preciso”.
Licia:
@Emy, grazie per i dettagli aggiuntivi.
zoppaz:
mi vieni in mente la clip, il fermaglio, e il clip cioè il videoclip. ma magari posso cercarne altri. un saluto
zoppaz:
PS anche la spider automobile (che però si può dire anche lo) e lo spider informatico
zoppaz
Poi la smetto, ho trovato anche:
– una medium, cioè la taglia M (però è aggettivo, non so se vale) e il medium è il messaggio;
– le pump, le scarpe scollate da donna, e il pump, cioè la ginnastica;
– la zip (cerniera lampo) e lo zip (il formato di compressione).
Non credo ce ne siano moltissimi altri, almeno non li riesco a estrarre senza impazzire dalla mia banca dati personale, sono rare eccezioni; ma anche gli anglicismi con più di un significato sono una percentuale molto bassa rispetto al numero di quelli in circolazione, la mia stima per ora ancora a spanne è intorno al 2,5% (nel nuovo Millenio però stanno aumentando di molto le accezioni o i significati diversificati per una stessa voce, un dato sulla penetrazione e sull’allargamento dell’inglese su cui bisognerà spendere più di una riflessione).
Comunque il sesso degli anglicismi è questione spinosa, soprattutto quelli incipienti che a volte hanno un duplice genere, come si diceva più volte. Saluti.