Emoji nel dizionario: non sono parole!

Il sito americano Dictionary.com ha una nuova sezione dedicata alle emoji. Per ora conta una ventina di voci, scelte tra le emoji non solo più usate ma anche che si prestano a più interpretazioni. Si distingue da altri progetti per l’approccio lessicografico che ricava informazioni molto dettagliate da analisi dei contesti d’uso nell’inglese americano.

esempio per face without mouth emoji

Non sempre le descrizioni valgono anche per l’italiano ma si ricavano comunque indicazioni utili su un aspetto della comunicazione ancora piuttosto nuovo. Se vi interessa l’argomento, vi suggerisco di ascoltare l’intervista alla lessicografa Jane Solomon, esperta di emoji che cura il progetto e fa anche parte del sottocomitato di Unicode che approva nuove emoji.

Emoji ≠ parole

Solomon ha ricordato che le emoji non possono essere equiparate alle parole perché hanno una funzione diversa. Solo in alcuni casi le sostituiscono all’interno di una frase, di solito sono invece usate per rafforzare o disambiguare il senso di una comunicazione e hanno quindi una funzione paralinguistica (cfr. Emoji, tra segni, gesti e sistemi di scrittura).

Non esiste uno standard per definire le emoji ma l’approccio lessicografico risulta comunque efficace. Per ciascuna emoji consente di stabilire a che parole, hashtag e argomenti di discussione è associata e quindi, in base al contesto d’uso, quali significati attribuirle e quali aspetti pragmatici e sociolinguistici la caratterizzano. 

dito indice pizza   dito indice pesca

In questo esempio, fatto da Solomon, le due sequenze appaiono nella stessa posizione alla fine di un messaggio e sono in apparenza simili, però possono avere significati molto diversi, determinati dal contesto: per un americano, nella prima il dito può indicare cosa piacerebbe mangiare, nella seconda invece identifica esplicitamente un’attività sessuale.

Approcci diversi: Unicode vs dizionario

Solomon ha anche evidenziato l’approccio diverso del comitato di Unicode e di chi compila un dizionario nell’attribuire rilevanza e priorità alle emoji.

Unicode decide quali approvare cercando di prevederne gli usi (anticipated usage), e privilegia le emoji polisemiche che presume possano essere usate con accezioni e connotazioni diverse, perlomeno in inglese (cfr. Nuove emoji, per palati soprattutto americani? per esempi e dettagli).

Il lessicografo decide invece quali emoji includere in base a osservazioni sul loro uso effettivo (actual usage) da cui si ricavano i diversi significati. Registra anche variazioni diacroniche, dovute non solo alle diverse preferenze di chi le adopera ma anche a differenze di implementazione tra piattaforme e ad aggiornamenti: eventuali modifiche all’aspetto delle emoji ne condizionano interpretazione e uso (esempio: il restyling della pistola descritto in WhatsApp, le donne e l’evoluzione delle emoji).

The upside-down face emoji, sometimes known as the upside-down smiley face, has several meanings depending on context or the personality of its user. It can indicate silliness, sarcasm, passive aggression, or frustrated resignation. Outside of these, this emoji can be used for even still more ambiguous emotions.

Le osservazioni di Solomon rafforzano anche le mie perplessità su glossari e altri progetti sulle emoji che si limitano a localizzare annotazioni e descrizioni create per altre lingue e non adottano invece un approccio semasiologico, descrittivo, con una metodologia ben definita. Ho già fatto qualche considerazione in proposito in Palindromedario, con anisomorfismo.


Comunicare con le emoji, in Europa

Non riguarda le definizioni ma è comunque interessante Beyond the Alphabet – Communication with Emojis, uno studio del 2017 su un corpus di messaggi di WhatsApp scambiati in Svizzera, quindi una prospettiva europea con esempi in tedesco e in francese.

Dimostra, con vari riferimenti, quanto evidenziato anche in Emoji, tra segni, gesti e sistemi di scrittura, ad esempio che senza testo di supporto le emoji consentono solo una comunicazione rudimentale e non potranno mai diventare un sistema linguistico alternativo, né locale né universale.

esempio da Emoji Dick, traduzione in emoji di Moby Dick

Conferma inoltre che nei messaggi analizzati la funzione prevalente delle emoji è di gran lunga quella paralinguistica ma si domanda se le modalità d’uso possano venire influenzate dalla scrittura predittiva per le emoji (cfr. Emoji in italiano), non ancora ampiamente disponibile durante lo studio.


Vedi anche: Emoji: è corretto cosa ci raccontano i media?