Vi piacciono queste scarpe?
La scritta sulla linguetta è anche il nome del modello. È prodotto da SUN68, “un marchio italiano di abbigliamento casual, che dedica particolare attenzione al dettaglio e alla ricerca dei materiali”. Ma non alla ricerca di un traduttore.
Inglese farlocco per italiani
Difficile immaginare che in tutta la fase della produzione delle scarpe nessuno si sia accorto che in inglese la frase imperativa *run faster than you can non si regge in piedi e che l’esortazione corri più veloce che puoi si dice invece run as fast as you can.
“SUN68 non guarda al mondo del fashion ma trae ispirazione dalle stesse persone che vuole accompagnare nella vita di tutti i giorni”. Presumo quindi che il cliente tipo sia un italiano poco istruito, affascinato dall’inglese ma con conoscenze così limitate che riesce a capire solo le frasette rudimentali dell’inglese farlocco pensato da italiani per italiani.
Nome e percezione della qualità
Immagino anche che le scarpe non vengano commercializzate all’estero: l’inglese maccheronico è associato a prodotti taroccati di scarsa qualità, come le imitazioni cinesi, e non al made in Italy che vorrebbe essere di tendenza.
Per capire l’effetto dal nostro punto di vista basta pensare a prodotti stranieri con nomi italianeggianti come Pasta Schuta o Caffè Lattesso, o alle biciclette modello Ossario, Padella o Scorfano: vi piacerebbe sfoggiarne una?
O forse gli errori sono proprio voluti: l’importante è che se ne parli, è anche questo un modo per farsi notare!
Altri esempi di inglese farlocco: next opening, free vax, Cinema2Day, every day, every pay, Happy Popping, VampControl, Jingle Balls, Exhibitionist Award, cook for like…
Spunto per questo post, un tweet di @giulitMI:
Antonio:
Invece il messaggio che è arrivato a me è “corri più veloce di quanto sia nelle tue possibilità”: indossare queste scarpe è come indossare i sandali alati di Mercurio e superare i propri limiti… molto… persuasivo!
Coccio:
Forse si sono accorti che con as non avevano spazio a sufficienza per la scritta… 😉
Comunque la scritta deve essere l’ultimo dei problemi per un cliente che ha bisogno dell’indicazione destra/sinistra per non sbagliare piede!
Licia:
@Antonio, però questo messaggio arriva solo se l’inglese di chi lo legge è scarso! Ehm…
La sequenza di parole è corretta solo all’interno di frasi più ampie che stabiliscono paragoni costruiti con la stessa struttura sintattica, ad es. they can run faster than you can (paragone tra due soggetti), you can run faster than you can imagine (paragone tra due azioni), cfr. anche [I know] you can run faster than you think you can.
@Coccio 😀
Flavia:
L’azienda produce scarpe per consumatori che “non sanno distinguere il ‘piede’ sinistro dal destro”.
Antonio:
Nessun problema Licia, il mio inglese non è certo eccelso, ma riflettevo sul bersaglio scelto dalla ditta: chi ha un’ottima padronanza dell’inglese, o chi è in grado di decodificare secondo le intenzioni dell’emittente un messaggio scritto in un inglese pensato da italiani per italiani? in termini quantitativi, saranno più numerosi i secondi? e quindi, il messaggio pubblicitario mira a una ristretta cerchia di anglofoni o a una più vasta platea di italiani poco istruiti? a questo punto mi incuriosirebbe saperne di più sulle intenzioni della ditta… ma se come dice Coccio, la padronanza dell’inglese è l’ultimo dei problemi per il cliente “target” scelto dalla ditta, mi viene da pensare che i loro pubblicitari hanno dimostrato di saper fare molto bene il loro lavoro, anche se lasciano perplessi coloro il cui inglese non è scarso…
Considerazione accessoria: conosco alcune persone che hanno difficoltà a riconoscere destra e sinistra, si chiamano problemi di lateralità? certo fa sorridere vedere l’indicazione destra/sinistra, ma forse per qualcuno non è del tutto inutile…
Considerazione finale: Licia, grazie per questo blog, è una miniera inesauribile di spunti, riflessioni, perle di divertimento e stimolo intellettuale.
Matteo:
Come mi ha appena suggerito un collega al lavoro, sul prossimo modello potranno scrivere TGIF: toes go in first.
Asandus:
Combatto la mia solita battaglia persa col farlocchese (che ci viene anche imposto da tutte queste pubblicità idiote che ci martellano da tutte le parti):
a) Giustappunto come ha fatto notare Flavia, scarpe per chi non sa qual è il suo piede destro (e di conseguenza il sinistro); ma se sono pure ignoranti proprio come quelle scarpe saprebbero leggere “left” e “right”? Penso proprio di no.
b) Scarpe italiane per italiani: metterci scritte in italiano non fa abbastanza figo? E poi, oltre al marchio di fabbrica e al numero, che altre scritte ci vanno su un paio di scarpe?
Flavia:
Non mi ero accorta che Coccio mi aveva preceduta, scusate la ridondanza del commento su destra/sinistra (nel mio caso il riferimento era agli abitanti di Ninive che “non sanno distinguere la mano destra dalla sinistra”). Perché poi uno è libero di fare le associazioni che crede: ho chiesto a mia figlia e ha pensato potesse essere una rivisitazione di qualcosa di già visto o sentito… il titolo di una canzone, chissà: https://genius.com/Fiona-apple-fast-as-you-can-lyrics.
Ora, secondo me, una azienda “il cui scopo è […] vedere le persone non più come consumatori finali, ma finalmente come centro di un processo creativo” – come si legge nel “Chi siamo” – dovrebbe essere un po’ più accorta nel proporre il suo prodotto, semmai ci fosse – fra i potenziali ‘consumatori finali’- anche una sola ‘persona’ “che sa distinguere la mano destra dalla sinistra”.
Alesatoredivirgole:
Licia, anche a me è arrivato subito il messaggio… sigh 🙁
Domanda curiosa: invertendo “left” e “right”, qualcuno si metterebbe seriamente le scarpe a rovescio…?
Tukler:
@Antonio:
Proprio per chi ha problemi di quel tipo sarebbe del tutto inutile scrivere “destra” e “sinistra”, visto che il loro problema è proprio quello di non sapere individuare il piede destro e quello sinistro.
Molto più facile che abbinino scarpa e piede guardando le forme, come d’altronde fa già chiunque altro normalmente.
Coccio:
@alesatoredivirgole: 🤣
zoppaz:
Forse scrivere destra e sinistra in italiano suonerebbe come un etichetta per deficienti, potrebbe essere percepito come negativo, mentre l’inglese suona figo. E comunque l’etichetta in inglese farlocco è l’ennesima dimostrazione che l’importante è che suoni inglese, non che sia inglese.
Luigi Muzii:
E chi dice che invece non sia proprio opera di un traduttore, rigorosamente umano?
John Dunn:
Per me la spiegazione di Antonio ci può stare. È un controsenso, ma può darsi che il controsenso sia voluto (ma anche può darsi che il mio inglese sia divenuto scarso). Comunque sia, l’utilizzo di (para)anglismi per creare testi privati di senso è una cosa normale nella pubblicità (non solo italiana) e nella mia collezione c’è di peggio.
Licia:
Su left e right: anche a me sembra assurdo (e ridicolo) che venga specificato per le scarpe, però chi usa calze tecniche è abituato a vedere L e R perché altrimenti è difficile distinguerle e quindi non credo ci faccia troppo caso.
@Antonio questo post ha avuto varie migliaia di visualizzazioni grazie a qualcuno che l’ha condiviso su Facebook (non ho idea chi perché non ho un profilo), e su Twitter c’è chi l’ha segnalato all’azienda. Sarei proprio curiosa di sentire il loro punto di vista!
@Luigi Muzii, umano sicuramente ma non un professionista, più probabile il cugggino che ha fatto un corso estivo di inglese a Londra.
@John a me sembra un messaggio strano per un paio di scarpe di abbigliamento casual, quindi non sportive, e per questo mi pare più probabile la traduzione letterale, parola per parola, di corri più veloce che puoi. Un’altra persona di madrelingua inglese con cui ne ho discusso mi diceva che per l’altra interpretazione secondo lui serve un verbo in più, ad es run faster than you think you can.
mario:
Non la vedo così grave; l’importante è non scrivere right sulla scarpa sinistra e left su quella destra.
John Dunn:
Non c’è nessun dubbio che dal punto di vista della grammatica e la logica l’altro interlocutore madrelingua ha ragione, ma proprio in questo caso la grammatica e la logica non servono: infatti, ‘run faster than you think you can’, nonostante sia perfetto come esempio dell’inglese grammaticalmente corretto, come slogan pubblicitario sarebbe totalmente inutile. Qui ci vuole un elemento di surrealismo, anche se, come sembra, ci sono arrivati soltanto per caso. Insomma, non ci sarebbe stata questa discussione (con la pubblicità gratis per loro), se avessero azzeccato il banale ‘Run as fast as you can’.