Marzo 2018: qualche giorno fa Annamaria Testa in L’amara verità sulle notizie false ha osservato che “il termine fake news si è talmente diffuso ed espanso da consumarsi, fino a perdere il suo senso proprio” e ha spiegato perché anche in italiano, come già in inglese, è diventato sconsigliabile usarlo.
Mi auguro la leggano anche i responsabili della Polizia italiana che lo scorso gennaio hanno lanciato il progetto Red button.
È una procedura per “comunicare alla Polizia l’esistenza di contenuti assimilabili a fake news”. Si attiva sul sito Commissariato di P.S., dove si trova un riquadro rosso (Red button!) che rimanda al modulo Segnala una fake news.
Fake news, senza spiegazioni
Il modulo ha quattro campi in formato testo: 1 Email (unico obbligatorio), 2 Indirizzo web, 3 Social network e 4 Altre informazioni. Non ci sono istruzioni per compilarlo ma solo brevi descrizioni generiche dei campi come Se vuoi puoi fornirci ulteriori informazioni utili a verificare la Fake News che stai segnalando per 4.
Non c’è nessuna definizione di cosa si intenda con l’anglicismo fake news, né nella pagina del modulo né altrove nel sito, e nessuna indicazione sulle verifiche da fare per capire se una notizia possa essere considerata fake news ed essere quindi smentita “con una segnalazione istantanea”.
Trovo inaccettabile che un’istituzione italiana si aspetti che i cittadini italiani possano interpretare correttamente un’espressione inglese ambigua senza che venga data alcuna spiegazione. Dimostra superficialità e mancanza di rispetto per chi non conosce l’inglese, atteggiamenti purtroppo spesso associati agli anglicismi istituzionali.
Italiano e inglese. Relazioni pericolose?
Ho fatto l’esempio di fake news e Red button a Italiano e inglese. Relazioni pericolose?, la puntata dell’11 marzo di La lingua batte su Radio 3. Sono stata intervistata dalla curatrice Cristina Faloci assieme ad Antonio Zoppetti, autore di DIciamolo in italiano (libro e omonimo blog).
Abbiamo discusso di uso e abuso di anglicismi con vari esempi di itanglese, dei meccanismi che in alcuni contesti fanno prevalere parole inglesi sul lessico italiano, e se e come si debba cercare di contrastare quella che molti percepiscono come un’invasione.
Nella prima parte della trasmissione erano intervenuti la docente di diritto pubblico al Politecnico di Milano Agostina Cabiddu sull’uso esclusivo dell’inglese nei corsi universitari italiani, la linguista Valeria Della Valle sulla traduzione di cool, e lo scrittore e traduttore Francesco Pacifico.
In tema:
♦ Perché fake news anche in italiano?
♦ Elenco di anglicismi istituzionali da governo e ministeri
♦ Anglicismi: criteri di condotta con le indicazioni di Francesco Sabatini
Daniele A. Gewurz:
Probabilmente temevano che se avessero avviato un’iniziativa sulle notizie false, sulla disinformazione, sulla diffusione di informazioni inaffidabili o simili, la gente avrebbe detto: “Tutto molto bello, ma perché non fanno anche qualcosa contro le fake news?”