Nelle notizie meteo della fine di febbraio 2018, caratterizzata da tempo inclemente e basse temperature, è ricorrente il nome Burian. Non è una novità: da anni appare quando l’Italia è colpita da ondate di gelo dalla Siberia caratterizzate da venti forti con neve.
La peculiarità del 2018 è che i media generalisti preferiscono usare il nome senza articolo e con iniziale maiuscola come se fosse un nome proprio, una conferma della mania crescente di personificare alcuni fenomeni meteorologici.
Personificazione dei fenomeni meteo
È una tendenza che ho già osservato a proposito di Blizzard, Spring Storm, Flash Storm e altri anglicismi meteo che da qualche anno vengono propinati da un sito di previsioni del tempo e poi rilanciati pedissequamente dagli altri media.
La trasformazione in nome proprio conferisce una personalità al fenomeno, allarga le possibilità di usare metafore e consente di sparare titoli ad effetto che concretizzano la minaccia e la rendono più vicina e più paurosa. È una strategia usata anche per nomi di malattie: qualche osservazione in Personificazione: Zika come Ebola?
Può darsi che questa tendenza sia influenzata o comunque rafforzata anche dalle notizie sugli uragani americani, che sono sempre identificati da un nome proprio. Dettagli in Genere e uragani: Harvey, Irma e José.
Burian o buran?
C’è chi ha osservato che burian è un errore e si dovrebbe invece dire buran (poco diffusa la forma italianizzata burano). Il nome deriva infatti dalla parola russa di origine turco-tatara бура́н /bʊˈran/, tempesta di neve con venti forti. In inglese buran viene descritto come forte vento di nord-est tipico di Russia e Asia centrale, paragonabile a blizzard.
Gli appassionati di missioni spaziali conoscono il nome Buran anche come la risposta russa allo Space Shutte americano (foto qui).
Buriana e bora
Non so se c’entri la traslitterazione dal russo, ma forse la grafia italiana alternativa burian subisce l’interferenza della parola buriana, un temporale intenso di breve durata soprattutto estivo. L’etimologia di buriana non è del tutto certa ma dovrebbe derivare dal latino bŏrea(m), “tramontana” o borea.
È più noto un allotropo dialettale di borea: la bora, il famigerato vento di nord-est o est-nord-est che scende dal Carso sul golfo di Trieste. Di solito la bora è chiara (tempo sereno) ma può essere anche scura, con pioggia o neve. A Trieste c’è anche il borìn (italianizzato in borino), un vento estivo e meno violento.
Da bora, attraverso il veneziano borasca, deriva invece burrasca, una tempesta marina con vento violento (ma anche un vento forte di velocità compresa fra i 15 e i 25 metri al secondo).
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Vedi anche: parlando di neve e gelo (una raccolta di post invernali, tra cui Big Snow, uno pseudoanglicismo, e Perché il gelicidio inquieta)
Nuovo post: Nevicate eccezionali: parole per la neve con esempi di lessico ed espressioni figurate in italiano e inglese..
Pronuncia di Бура́н da Wiktionary, etimologia delle parole italiane dal Vocabolario Zingarelli. Spunto per il post un tweet di Davide Denti.
zoppaz:
La personificazione dei fenomeni della natura mi ricorda molto l’atteggiamento degli antichi greci e romani davanti ai fenomeni della natura, tra l’altro credo che l’etimo turcorusso risalga a sua volta al latino (il tema di boreale, e anche di boria e borioso passando al linguaggio figurato). Non avevo mai riflettuto sul ruolo dei nomi degli uragani americani, in effetti. Però è curioso il sesso di questa personificazione: la buriana e la bora sono “donne”, mentre anche se qualcuno ha usato la Burian, vedo che perlopiù è riportato al maschile.
Licia:
@zoppaz, ritengo che si dica il buran e il burian non solo perché è un vento ma anche perché il maschile è prevalente come genere dei forestierismi (le parole non hanno sesso). Sull’etimo ho consultato anche vari dizionari di inglese che sono concordi nel riportare come origine Turkic (parola che indica le lingue turche) ma non ho trovato riferimenti al greco, quindi dovrebbe essere solo una coincidenza.
La potenziale coincidenza mi ha ricordato l’esempio di tifone: dal portoghese tufão, che per alcuni deriva dal cinese t’ai fung e per altri dall’arabo dall’arabo ṭūfān che avrebbe origini comuni al greco τυϕῶν -ῶνος, “turbine, uragano”, da cui il latino typhon –onis.
Ne approfitto per aggiungere la voce buriana del DIzionario Etimologico della Lingua Italiana (DELI), via @Zanichelli_ed:
John Dunn:
Potrebbe essere peggio: per la BBC questo Burian è ‘the beast from the east’.
Ma penso che ci sia un’altra precedente per la personificazione di Burian. Qualche anno fa c’era un’estate caratterizzata da una serie di ondate di aria calda; ogni ondata aveva il suo nome, sempre più terrificante: cominciando da Scipione, siamo arrivati (se mi ricordo bene) fino a Lucifero.
Flavia:
Simone Stratico, nel suo Vocabolario di marina in tre lingue, traduce la voce ‘buriana’con ‘brume’e ‘brouillard’ del francese: https://books.google.it/books?id=951bAAAAcAAJ&pg=PA87&dq=buriana&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwiqjuXX3sbZAhWKPRQKHdk6CCAQ6AEIWTAI#v=onepage&q=buriana&f=false
Secondo me l’etimologia di ‘buriana’ – intesa come nebbia marina – non ha molto che vedere con il “vento turbinoso buran”.
Licia:
@John, proprio così, con la differenza che per il caldo intenso c’è maggiore disponibilità di personaggi che richiamano visioni infernali! 😉
A proposito di BeastFromTheEast:
@Flavia, grazie per i dettagli. Qualche ora fa l’Accademia della Crusca ha pubblicato Che buriana: è arrivato il buran! che conferma che buran e burian non hanno radici comuni. Inoltre, cita proprio il vocabolario di Stratico e giunge a questa conclusione:
A proposito della variante burian per il nome del vento russo, descritta come del tutto immotivata, viene spiegato che è probabile sia stata fatta confusione col quasi omofono búrja, tempesta, (serbo-croato bura e e sloveno burja), “una voce di ascendenza indoeuropea derivata da una radice verbale che significa ‘mugghiare’”.