Lambrooklyn è il nome con cui viene chiamata una pista di skateboard a Milano Lambrate ma non mi stupirei se qualcuno decidesse di usarlo, senza ironia, anche per ribattezzare qualche nuova area residenziale nella zona est della città [aggiornamenti più sotto].
Da vari anni infatti a Milano c’è la tendenza a denominare in inglese zone e quartieri. D’altronde questa è la capitale dell’itanglese!
I due nomi più noti sono Chinatown, nella zona di via Paolo Sarpi, e CityLife, con il suo Shopping District, che ha preso il posto della vecchia fiera campionaria di cui è rimasta traccia in Fiera Milano City.
C’è anche NoLo, North of [piazzale] Loreto, sul modello del newyorkese SoHo, South of Houston Street, con tanto di marchio YoLo in NoLo (you only live once in NoLo). Nell’Arexpo intanto sono partiti i lavori per l’insediamento Human Technopole.
L’anno scorso era molto pubblicizzato Uptown, “il primo smart district di Milano” che “persegue gli obiettivi della smart city”.
Tornando alla zona est, c’è chi chiama pomposamente East Side la parte esterna alla ferrovia. Vi si trova un East Market e il Lambrate Design District, uno dei vari Design District che ogni aprile diventano molto vivaci durante la Design Week per il Salone del Mobile. In zona l’associazione Made in Lambrate promuove progetti con nomi tipicamente itanglesi (Lambrate Fall Edition, Lambrate District Lab, Local: Talent, Community, Making, Art for Air per “la prima via pollution free”…).
(descrizione di un locale nel quartiere non proprio prestigioso dell’Ortica,
quello della banda cantata da Enzo Jannacci)
Sicuramente ci sono altri toponimi in inglese che mi sono sfuggiti: lettori milanesi, aiutatemi a espandere la raccolta aggiungendoli nei commenti!
Aggiornamenti
Altri district
Altrove in città, sul modello di NoLo si segnalano NoCe, North of Cenisio, SouPra, South of Prada, e NoM, North of Milano.
Sono aumentati anche i vari district, parola che ormai ha sostituito quartiere. Una ricerca nel sito del Comune di Milano restituisce molti esempi: non solo Design District ma anche Brera Art District, Milano Innovation District (MIND), Montenapoleone District (il vecchio quadrilatero della moda!), Centrale District, Tortona Fashion District, Fintech District… Nuovi, visti nel 2023: Linate Airport District (LAD) e Certosa Food District.
Per Piazzale Loreto è stato annunciato un progetto di rigenerazione urbana e la zona è stata ridenominata LOC, Loreto Open Community.
Anche nei nomi dei nuovi complessi residenziali predomina l’itanglese. Alcuni esempi da Inglese farlocco con zeppa: Hippodrhome sono Artown, City Garden, City Plaza, City Pop, Corte Garden, East Garden, East Town, Feel Uptown, Forrest in Town, Garden in Town, Gate Central, Greenway, Hidden Garden, Home Garden, Homizy, Inspire Uptown, Landmark Tower, Living Garden, Milano City Village, MyLine Apartments, Nolo Town, Park Towers, Park West, Skygarden Tower, Terminal Tower, Theorema Building, The Units, Townlife, Trilogy Towers, Twin Palace, Twin Town, Urban Garden, Vista Living.
Lambrooklyn
[luglio 2020] Il nome Lambrooklyn è ormai “ufficializzato” grazie ai riferimenti nella campagna promozionale Milano è sempre quella perché non è mai la stessa per rilanciare la città dopo la pandemia:
Lambrooklyn non indica una nuova area residenziale, come avevo ipotizzato, bensì Lambrate stessa intesa come zona di locali e di gallerie d’arte. C’è addirittura chi include il nome nel proprio indirizzo!
[2022] Ora c’è anche la canzone in tema Lambrate durante il lockdown, Lambrooklyn di Mico Argiro (“nel barrio di Lambrooklyn…”):
Come direbbero gli amanti dell’itanglese, il nome Lambrooklyn “è qui per rimanere”.
Per la serie Milano cuore dell’itanglese, vedi anche:
♦ Schiscetta international
♦ Expo 2015 – The Opening
♦ Chi sono i city user di Milano?
♦ Decodifica aberrante: Milano ride!
♦ Fiera Milano premia gli esibizionisti
♦ Gli house concerts e la piano battle
♦ Happy Popping e altro inglese farlocco per lattanti
♦ Le scelte linguistiche di Milano Digital Week (nuovo)
♦ Da Milano, auguri di SuperChristmas! (nuovo)
Enrico:
Provo un sincero senso di disgusto e raccapriccio.
Non per fare l’integralista pro-italiano, ma che si usino parole inglesi inutili, spesso incomprensibili e, nei migliori dei casi, errate, mi pare francamente irrispettoso di chi ha contribuito allo sviluppo della nostra lingua meravigliosa nel corso dei secoli.
Che tutto ciò venga gettato nel cesso da conoscitori dell’inglese a livello pre-elementare con la scusa del “fa figo” è significativo del degrado socioculturale che ci circonda.
Asandus:
Ma i milanesi sanno ancora di essere italiani o credono che qualcuno abbia caricato la città su una nave per poi trasferirla in america? E, tra l’altro, il loro è itanglese, o per meglio definirlo farlocchese, non vero inglese. Spero che il resto d’Italia non dia retta ai milanesi quando si mettono a straparlare in questo modo.
Marco:
In passato ero orgoglioso di essere milanese, ora mi vergogno di come è diventata la mia città…
Flavia:
Sospetto che qualcuno dei ‘creativi’ milanesi abbia frequentato i corsi di laurea al Politecnico, ma invano: http://www.accademiadellacrusca.it/it/laccademia/notizie-dallaccademia/insegnamento-universitario-sola-lingua-inglese-sentenza-consiglio-s
zoppaz:
Ti segnalo per es. in piazza Gae Aulenti il “Solar Tree” donato alla città da Artemide, proprio davanti a dove ha aperto la Feltrinelli “RED” (acronimo di Read, Eat e Dream: https://www.lafeltrinelli.it/fcom/it/home/pages/RED.html) oppurela Torre Diamante detta anche Diamond Tower; se poi fai corso Como, detto anche il nuovo “corso Como District” dove spicca al posto dello storico teatro Smeraldo il nuovo “shop” di Farinetti, Eataly… è tutto un pullalre di anglicismi. Fuori dalla toponomastica va detto che le nuove iniziative di Milano si chiamano Fashion week (fino a poco tempo fa c’era la Settimana della moda), Design week (il Salone del mobile e il Fuorisalone), e poi c’è Food city (ricco di ghiotti “workshop” e “showcooking”), Music week, Museo city, Art week, Piano City, Food city, Arch week, Photo week, Movie week e per concludere Book City.
In giro per la città c’è ovunque il Bike MI, cioè il bike sharing meneghino, dovce la parola “bicicletta” non esiste. Il sito del Comune è moto significativo a proposito di itanglese… le città genellate sono “Sister and partner cities” (
http://www.turismo.milano.it/wps/portal/tur/it/scoprilacitta/sisterpartnercities), la Rete libera si chiama Open wi-fi Milano (http://www.turismo.milano.it/wps/portal/tur/it/scoprilacitta/openwifimilano)… in Galleria ho litigato con quelli dell’infopoint, ho domandato loro se era quello il Punto informazioni e mi han chiesto se li prendevo in giro. Ho fatto notare che c’è scritto solo infopoint e la totale assenza di indicazion in italiano, e ho chiesto se non era possibile fare come in Trentino Alto Adige e mettere almeno delle scritte biingui… ma hanno reagito in modo piuttosto brusco e contrariato.
Credo si potrebbe andare avanti a lungo con questi esempi, la cosa che invece non riesco a capire è: come si fa a dire che l’itanglese non c’è, non ci tocca, non è un problema per la nostra lingua e non sta succedendo niente? Un saluto
lonti:
Lambrooklyn fa il paio con Rozzangeles.
Mauro:
Io sinceramente quando ho letto Lambrooklyn ho pensato “ma cosa ca**o c’entra la Lambretta con Brooklyn?”. In quel contesto Lambrate (pur conoscendola bene) non mi entrava in testa.
Coccio:
@zoppaz: imperdibile la scena all’Infopoint… Sei uno di noi!
Merlino:
Tutto questo avrebbe reso felice la buonanima del cumenda Guido Nicheli. See you later!
Carla Crivello:
Anche a Torino… Qualche esempio recente: la “Green Belt” (collegamento ciclabile), la “Iron Valley” (Parco culturale della Torino industriale).
Carla
Licia:
Grazie a tutti per i contributi, in particolare a Ionti e Carla per i toponimi. A proposito della Iron Valley piemontese, a quanto pare quella delle Valley è una nuova mania. In Emilia Romagna infatti ci sono la Motor Valley, la Wellness Valley, la Food Valley e la Packaging Valley, tutte in pianura lungo la via Emilia.
Su Twitter mi segnalano anche altri due nomi per Lambrate, Lambrangeles e Lambronx.
Aggiornamento gennaio 2021 – Nuovo post: Le Valley della Pianura Padana