Sapete già cosa sono i punti Happy Popping?
È un’iniziativa del Comune di Milano nata nel 2011 e rilanciata recentemente con la pubblicazione di una mappa che identifica i 20 spazi in città in cui accogliere mamme e bebè per le necessità di allattamento. L’avreste capito senza vedere l’immagine?
Popping, inglese maccheronico milanese
Il verbo inglese pop è onomatopeico: è il rumore di qualcosa che schiocca o scoppietta. Può avere vari altri significati, tutti comunque legati a suoni o azioni rapide, come ad es. far scoppiare, muoversi o spostare qualcosa rapidamente, saltare o schizzare fuori, ingerire sostanze come droghe o pasticche (molto comune la locuzione to pop pills).
Nessuna accezione del verbo pop però è legata in alcun modo all’allattamento. Si può solo concludere che popping sia uno pseudoanglicismo molto maccheronico, modellato su poppante, sostantivo oppure participio presente del verbo poppare.
Il Comune di Milano però sostiene che popping non c’entra nulla con l’inglese, nonostante sia preceduto dall’inconfondibile aggettivo happy:
Non capisco la logica di usare un nome inventato che sembra inglese ma non lo è, e quindi non è significativo né per gli italiani né per i molti stranieri presenti a Milano. Per chi conosce l’inglese è una scelta che comunica incompetenza e superficialità.
A Roma Baby Little Home, inglese farlocco
Il Comune di Roma intanto ha annunciato che il famigerato albero di Natale Spelacchio avrà una nuova vita: sarà trasformato in assi per costruire una “Baby Little Home”, confortevole casetta in legno per consentire alle mamme di accudire i propri bambini con fasciatoio e poltrona per l’allattamento.
Baby Little Home è un tipico esempio di inglese farlocco, che funziona solo per chi ha conoscenze rudimentali della lingua e traduce letteralmente in italiano. Ma Baby Little Home non ha molto senso in inglese: sono sbagliati la scelta delle parole e l’ordine in cui sono combinate assieme.
Ordine degli aggettivi
In inglese gli aggettivi di dimensione usati in funzione attributiva precedono quasi tutti gli altri aggettivi, ad esempio una baby room piccola diventerà small baby room o little baby room, a seconda delle connotazioni. L’ordine degli aggettivi è uno degli aspetti dell’inglese più difficili da imparare. Se non si riesce a combinarli ad orecchio può essere utile uno specchietto come questo, da sequenze di aggettivi:
evaluation | size | shape | condition | human propensity | age | color | origin | material | attributive noun
In inglese, diverse case e casette
Le principali differenze tra house e home dovrebbero essere note:
Un luogo dove ci si reca per brevissimo tempo, come la casetta “spelacchia”, non potrà mai essere chiamato *home.
Inoltre, l’uso dei suffissi alterativi italiani non sempre ha una corrispondenza diretta nella combinazione aggettivo+sostantivo in inglese: spesso si usa una parola completamente diversa, un esempio di anisomorfismo.
Una casetta italiana nel senso di abitazione può essere una small house se si considerano solo le dimensioni in modo oggettivo, little house se invece ha anche altre connotazioni, ad es. se dà sensazioni positive (cfr. La casa nella prateria che in inglese è Little House on the Prairie).
Una casetta di legno in montagna potrebbe essere hut, in un luogo selvaggio cabin, se in giardino per gli attrezzi o altre attività shed. C’è anche den, che è la tana ma in senso figurato anche un rifugio o una stanza confortevole, come in questo esempio di uno zoo americano:
Ancora inglese farlocco, baby pit stop
Nei luoghi pubblici, come ad esempio gli aeroporti, le stanze per allattare (verbi nurse o breastfeed) si chiamano nursing room, baby room, mother’s room o simili.
Di sicuro non si chiamano baby pit stop, un uso figurato per andare in bagno molto italiano che non ha alcun senso in un contesto di inglese internazionale come ci si aspetterebbe a Malpensa:
(in inglese c’è l’uso figurato ma per una sosta durante un viaggio)
Un altro esempio di cartelli in un centro commerciale di Cagliari mostra che anche in questo caso è stato privilegiato l’inglese all’italiano ma è stata scelta la parola sbagliata:
Nursery in inglese è l’asilo nido (ma anche un vivaio di piante o pesci) e non è una stanza attrezzata appositamente per bambini piccoli come invece si diceva un tempo in italiano (parola ormai obsoleta e falso amico).
Pubblico amministratore, dillo in italiano!
Questa carrellata di inglese per lattanti, da dilettanti, è l’ennesima prova che l’uso di itanglese è inversamente proporzionale all’effettiva conoscenza della lingua. C’è comunque da stupirsi che si arrivi a fare così tanti errori senza che nessuno se ne accorga, non solo tra i funzionari che approvano i nomi ma anche tra i giornalisti che riportano le notizie.
In contesti istituzionali andrebbe sempre preferito l’italiano: come sottolinea Francesco Sabatini nei Criteri di condotta per l’uso di anglicismi, un uso poco accorto è disprezzo per l’interlocutore e come in questi esempi si traduce anche in brutte figure.
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Vedi anche: Elenco di anglicismi istituzionali
.mau.:
prima di leggere il post e vedere la foto, pensavo che ‘happy popping’ fossero dei bagni felici e mi ero chiesto perché non ‘pooping’ 🙂
Licia:
@.mau. l’ho proprio specificato in un tweet! 😉
Emy:
Ciao, Licia! 🙂
Del ridicolo inglese farlocco di “Happy popping” ho parlato, nella mia rubrica Strafalcions su Facebook, circa due mesi fa, a novembre 2017, in questo post (è pubblico, cosa per me inusuale), praticamente negli stessi termini tuoi: https://www.facebook.com/emy.canale/posts/10215070094370931
GMTA!
Emy Canale
Licia:
@Emy, è davvero un nome che lascia sbalorditi!!!
L’avevo scoperto grazie a SuomItaly e avevamo avuto anche un breve scambio con il profilo del Mudec che ci aveva assicurato che popping era parola nota alle neomamme (ma non avevo potuto appurare se fosse vero).
Condivido qualche dettaglio su quello che ho scoperto sulla possibile genesi del nome. Il Comune ha avviato l’iniziativa Happy Popping su proposta della signora Maria Giulia Frailich che nel 2011 l’aveva suggerita attraverso il progetto COPIA E INCOLLA X Milano: idee in Comune (si chiedeva ai cittadini di segnalare idee interessanti viste altrove).
L’unica occorrenza precedente che avevo trovato era in una Guida ai servizi per madri in gravidanza della provincia di Milano, nella descrizione dei servizi di GEPO (gruppo d‘educazione pediatrica ostetrica):
Il sito di GEPO sull’assistenza sull’allattamento racconta che i loro appuntamenti hanno l’allegro nome di “Happy popping”.
La mia ipotesi è che il nome sia stato inventato da GEPO più o meno ironicamente per proprio uso interno. Probabilmente l’ispirazione della signora che ha fatto la proposta viene da lì, ma chi in comune ha valutato le idee immagino abbia pensato fosse un nome visto all’estero e non si è neppure preoccupato di verificare se avesse senso o meno.
Concludo con un’altra chicca: a quanto pare in via Piero della Francesca sono molti gli esercizi interessati all’Happy Popping, tanto che la strada mira ad aggiudicarsi l’insolito titolo di via “mamy friendly”. No comment!!
Tutta questa storia la dice lunga sulle conoscenze medie dell’inglese! 😉
Flavia:
Trovo ‘insolita’ anche la definizione del sito “A forma di mamma”… cosa potrebbe significare? a misura di mamma, forse?
Sulla formazione di Happy popping – secondo me – può avere influito il concetto (molto milanese) di Happy hour: l’ora del poppante felice.
Happy milking, poteva andare?
John Dunn:
1. Questo non è ‘popping’, è ‘momming’!
2. Happy milking purtroppo non va: sarebbe la traduzione di ‘Buona mungitura!’ Forse come nella vecchia pubblicità di un prodotto che si chiama Carnation Milk: made from contended cows.
3. Può darsi che il suffisso ‘-ing’ sia diventato produttivo in italiano (come lo è già in russo)?
mario:
A me Happy popping non piace. Io avrei scritto Helzapopping o Mary Poppins.
bombo:
@mario a questo punto, bruttura per bruttura, si poteva usare Merry popping! 🙂
Emy:
@ Licia “chi in comune ha valutato le idee immagino abbia pensato fosse un nome visto all’estero e non si è neppure preoccupato di verificare se avesse senso o meno”: è questo il tragico, sì. :'(
@Flavia, no, happy milking proprio non va bene 🙂 e John Dunn ti ha già detto perché: “milking” è mungere un animale. In inglese l’allattare al seno è “breastfeeding”. A sua volta, un neonato allattato al seno è detto “a suckling baby”. Non va confuso to suckle con to suck, che significa invece succhiare qualsiasi cosa. Ma quando una cosa fa schifo gli americani dicono “it sucks”. 😉
Licia:
@John, a proposito di forme in –ing, cosa ne dici di questo?
Fonte: Il pantofoling: manifesto per l’inverno post-hygge.
Pantofoling è usato scherzosamente (almeno così pare) ma temo che qualche lettore possa credere che in inglese esista davvero!
@Emy, a me suckling fa pensare a porcellini e vitellini e per questo preferisco nursing, che per me è un bel verbo perché può essere usato da entrambi i punti di vista, quello del lattante (a nursing baby) e quello della mamma che gli dà il latte (nursing a baby).
Flavia:
Grazie a John Dunn ed Emy per le precisazioni sulla mia proposta (semi-seria) ‘milking’; rimane il problema di trovare un termine accattivante per indicare una pratica privatissima qual è l’allattamento al seno. Concordo con Licia sulla scelta ‘felice’ di ‘nursing’, che è termine già noto anche a chi ha scarse conoscenze d’inglese.
‘Happy nursing’, potrebbe andare?
Licia:
@Flavia torniamo però al punto iniziale: a Milano dobbiamo per forza usare un nome inglese? La maggior parte delle mamme che potrebbero usufruire di questo servizio presumo siano “locali”, quindi italiane oppure straniere non europee, quindi credo che la soluzione migliore sia la comunicazione attraverso un disegno stilizzato o un simbolo globale, come ad es. l’International breastfeeding symbol, e una descrizione della funzione del luogo (cfr. Allatta qui il tuo bambino nell’immagine iniziale), secondo me preferibile a un testo accattivante come vorrebbe essere Happy Popping.
Matt Daigle – Mothering.com via Wikimedia
Come osservavo nel post, le descrizioni più comuni per questo tipo di spazi in luoghi pubblici come gli aeroporti sono nursing room, baby room, mother’s room o simili, sempre associati a questo simbolo o altri molto simili.
Non credo che senza alcuna figura la parola nursing sia ottimale in un contesto di inglese seconda lingua perché è polisemica: per chi ha conoscenze solo di base della lingua credo che il significato più noto sia solo quello del sostantivo nurse = infermiere/a, ed eventualmente il verbo nell’accezione di assistere e curare in senso medico (cfr. anche nursing home, la casa di riposo o di cura). Non credo che tutti sappiano che nurse vuol dire anche allattare o essere allattato, né alleviare, prendersi cura cercando di mitigare gli effetti negativi (nurse a cold, a headache, an injury, a hangover ma anche nurse a broken heart, one’s hurt pride…) o in senso figurato coltivare o curare qualcosa (nurse political ambitions, nurse a project, nurse a company through bad times…), o anche tenere stretto qualcosa a sé in modo protettivo, oppure tenere in mano un bicchiere con qualcosa da bere da cui si prende un sorso ogni tanto (nurse a drink).
Licia:
Aggiungo anche un’altra possibile interpretazione di HAPPY POPPING che ho visto qualche giorno fa in vari tweet spediti nella giornata dedicata alla plastica a bolle. 😉