Il 27 dicembre 2017 si celebrano i 70 anni della firma della Costituzione italiana.
Come si scrive una Costituzione ha ripercorso le tappe principali che hanno portato all’approvazione del documento e sottolinea una caratteristica fondamentale del testo, che trova concordi i linguisti: è estremamente chiaro, scritto in un linguaggio accessibile a tutti e caratterizzato da grande cura nella scelta delle parole.
A supporto viene spesso citata l’analisi fatta da Tullio De Mauro per l’Introduzione della Costituzione della Repubblica Italiana pubblicata da UTET nel 2006. Riporto i dati principali sulla leggibilità, calcolata sulla presenza di vocabolario di base e la lunghezza dei periodi.
Lessico
Il testo della Costituzione italiana è lungo 9369 parole: 1357 lemmi diversi di cui 1002 del lessico di base dell’italiano. Le parole di base sono ricorrenti e frequenti e costituiscono il 92,13% del totale, di conseguenza solo il 7,87% del testo complessivo della Costituzione è costruito con vocaboli non di base.
I pochi tecnicismi giuridici, in ordine di frequenza decrescente, sono così elencati da De Mauro: giurisdizione e giurisdizionale, promulgare e promulgazione, indire, legittimità, comma, indulto, ratificare, avocare, competere “appartenere”, demandare, demanio, dicastero, erariale, equipollente, gravame, lacuale, revoca, sancire. Gli altri 300 vocaboli non di base sono tutti tratti dal vocabolario comune e tra questi De Mauro fa gli esempi di costituzionale, giudiziario, legislativo, motivare, tutelare, elettivo, limitazione, pubblicazione, revisione, violazione, adempimento, emanare, inviolabile, nomina.
Lunghezza e struttura dei periodi
Il limite per una buona leggibilità di una frase è di 20-25 parole. I periodi della costituzione hanno una lunghezza media di 19,6 parole, contro le 120-180 parole dei periodi di molti testi giuridici italiani.
Come spiega Michele Cortelazzo in Elogio linguistico della Costituzione, la sintassi è lineare e priva di eccessive complessità, con un numero ridotto di proposizioni subordinate, nessun inciso, raro uso del gerundio e del congiuntivo.
Leggibilità e comprensibilità
De Mauro ricorda che la leggibilità (lessico e periodi) è una precondizione dell’effettiva comprensibilità, condizionata dalla “qualità” di chi legge o ascolta: varia a seconda del livello socioculturale e della capacità di affrontare il tipo di testo e la modalità in cui è presentato, ad es. scritto o ascoltato.
La Costituzione ha un indice di leggibilità pari a 50 e per questo “fu ed è un testo capace di raggiungere, sia con una lettura assistita e spiegata, tutta la popolazione con almeno la licenza elementare, cioè, nei nostri anni, quasi il 90% della popolazione” (nel 1947 invece quasi il 42% della popolazione non analfabeta).
Le scelte lessicali, sintattiche e stilistiche della Costituzione risultano inoltre ancora in gran parte attuali. Non si può dire lo stesso per le parole di questa breve cronaca del tempo:
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Purtroppo le modifiche alla Costituzione fatte negli ultimi decenni non hanno rispettato le caratteristiche fondamentali del suo linguaggio: lo spiega ancora Cortelazzo in La Costituzione: un esempio di scrittura che non ha fatto scuola.
In tema: la puntata del 3 dicembre 2017 di La lingua batte dedicata alla lingua della Costituzione, con un’intervista a Luca Serianni, storico della lingua italiana, e a Fabio Giglioni, docente di Diritto amministrativo.
Lele:
@ Licia
Le scelte lessicali, sintattiche e stilistiche della Costituzione risultano inoltre ancora in gran parte attuali
tranne, forse, quell’addì 27 dicembre 1947.
p.s. Auguri di buon 2018 🙂