Pubblicità di biscotti vista su un tabellone scorrevole in metropolitana a Milano:
Il gioco di parole è simpatico ma non mi convince. E mi ha fatto riflettere su due diversi aspetti linguistici.
Vocali e coppie minime
In italiano abbiamo due vocali anteriori arrotondate rese con lo stesso segno grafico o. Sono la vocale semichiusa [o] di motore e la vocale semiaperta [ɔ] di moto (cfr. le vocali corrispondenti non arrotondate [e] ed [ɛ]). In pratica, per la maggior parte dei parlanti italiani non fanno molta differenza per la comunicazione, a parte poche eccezioni.
Lo spiega vocali chiuse e aperte:
«l’opposizione fonologica tra le vocali semichiuse e le semiaperte è di scarso rendimento funzionale e si registra in poche varietà della penisola. La distinzione tra semiaperte e semichiuse secondo l’uso toscano è infatti in forte regresso fuori dalla regione: tra le cause, la mancanza di una sistematica differenziazione grafica, le difformi pronunce settentrionali e meridionali, la scarsità di coppie minime del tipo pésca ~ pèsca e bòtte ~bótte» |
Nella varietà di italiano che parlo io il frutto e l’azione del pescare non sono coppie minime, lo sono invece il numero 20 e i venti fenomeno atmosferico.
La pubblicità dei biscotti mi ha fatto rendere conto che per me sono coppie minime anche lóro (pronome, vocale semichiusa) e l’òro (articolo e sostantivo, vocale semiaperta), ed è per questo che il gioco di parole non mi “suona” giusto.
È così anche per voi? Se no, sarei curiosa di sapere qual è la vostra combinazione (cfr. allofoni geografici) e in che parte d’Italia:
1 lóro e l’òro [descritta qui sopra, italiano standard]
2 lòro e l’óro [vocali semiaperta e semichiusa]
3 lóro e l’óro [vocali entrambe semichiuse]
4 lòro e l’òro [vocali entrambe semiaperte]
Nei casi 3 e 4 il gioco di parole della pubblicità dovrebbe funzionare perfettamente.
Il suono del pensiero
La pubblicità però è su un cartellone, e chi lo vede legge la frase mentalmente: in un testo scritto l’apertura della vocale non dovrebbe essere irrilevante? Ha senso dire che non “suona” giusta?
Forse sì, se penso al capitolo Il suono del pensiero in Le lingue impossibili del linguista e neuroscienziato Andrea Moro. Grazie a esperimenti fatti durante chirurgia cerebrale a paziente sveglio, è stato dimostrato che anche quando pensiamo mettiamo effettivamente i suoni delle parole nei nostri pensieri: l’informazione acustica è sempre presente!
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Vedi anche: I fonemi dell’italiano sono comuni?
Paoblog:
Io sono di Milano e la mia combinazione è la stessa che usi tu.
Mauro:
Io vedo anche un altro problema: il gioco di parole (tra con e senza accento) non verrà riconosciuto.
Pochi leggendo il cartellone penseranno al proverbio “il mattino ha l’oro in bocca” (un po’ perché oggi si ragiona per compartimenti stagni, un po’ perché detto proverbio si usa sempre meno).
Molti prenderanno “loro” alla lettera, senza associazioni varie, e penseranno a uno slogan banale.
Raccoon:
Mi sembra che in italiano si tenda a non considerare la distinzione fra vocali semichiuse e semiaperte quando si manipola la lingua a fine artistico o ludico: in poesia le vocali semiaperte possono rimare con le semichiuse, e ci sono diverse barzellette che si basano su un meccanismo simile a quello di questa pubblicità (“quanto fa venti più venti? tempesta!”) 🙂
Stefano Longagnani:
A Modena stessa combinazione che usi tu. Qui pronunciamo diversamente dai toscani “bene”, “poi” e per esempio “venti” e “pesca” sono pronunciate solitamente chiuse in entrambe le parole. Ma nessuno sentirebbe “loro” e “l’oro” simili.
Giuspee:
Da sardo campidanese (zona di Cagliari) mi riconosco nella combinazione 3, con le vocali chiuse.
Comunque non so se è un bene, ma questa pubblicità mi ha fatto tornare in mente il ricordo di una famosa sequenza del film “Shining” di Kubrick!
etape:
occhio che l’esempio moto – motore per capire o e [ɔ] non so se è chiaro a tutti, da amici bresciani ho sentito dire un terribile m[o]to.
Per me pésca e pèsca non sono coppie minime, ma nemmeno 20 e venti, come te invece per loro e l’oro.
Comunque a me in realtà questi giochi con coppie minime piacciono mi fanno una specie di _solletico_ al cervello nel leggerli che è piacevole.
Poi una curiosità: esiste il fonema vuoto? cioè venti e enti sono coppie minime?
Ah: e _ha l’oro_ e _alloro_?
Mauro Morello:
Ah… io stavo cercando il piccolo matto al quale si riferiva lo slogan… 😉
etape:
mi sono dimenticato di aggiungere che sono emiliano.
Lele:
Dall’Oltrepò Pavese, qua usiamo la combinazione standard “lóro e l’òro”.
Ciò nonostante, anche a me il gioco di parole risulta simpatico e mi sembra azzeccato, e gli do un 9.
Un 10 lo meriti tu per il titolo del post. 🙂
mario:
L’òro e lòro; pésca e pésca; vénti(20) e vènti(ma in dialetto viént); bòtte e bótte. Campania.
Zu:
Per iscritto può funzionare.
Una sciocchezzuola che m’era già venuta in mente, nonostante l’opposizione vocalica:
http://giuliozu.blogspot.it/2017/01/piccoli-esercizi-dimpermanenza.html
dioniso:
L’òro e lóro; pésca e pèsca; vénti(20) e vènti (ma in dialetto vénti); bòtte e bótte. Sabina.
Il primo pensiero che ho avuto leggendo la pubblicità è stato: errore ortografico? Dopo un paio di secondi ho capito e ho sorriso.
mav:
Negli ultimi 20 anni in Toscana ho imparato a differenziarli.
Ma nella parlata originale agrigentina tutte le vocali (credo) sono aperte, quindi 4: lòro – l’òro
Arco:
Avrebbe funzionato meglio un “loro in bocca” od anche forse con immagine diversa [bocca che s’apre dinanzi biscotto color del grano] e scritta “l’oro in bocca”.