In questi giorni è ricominciata la scuola. Avete fatto caso alle pubblicità di abbigliamento e di materiale scolastico e ai messaggi benauguranti dei vari marchi sui social, come questo?
Forse avete notato anche voi che la locuzione ritorno a scuola sta diventando obsoleta. È sostituita sempre più spesso dall’anglicismo back to school, che a differenza dell’inglese è usato anche come sintagma nominale, il back to school. Molto frequente anche l’augurio buon back to school.
È un esempio di anglicismo inizialmente ristretto all’ambito della pubblicità – nel marketing back to school identifica uno specifico periodo di attività promozionali – che poi si è diffuso con significato generico anche nei media e nei social. Si trovano vari esempi addirittura nel sito del Ministero dell’Istruzione, ad es. nel 2015 #BackToSchool era l’hashtag associato all’iniziativa #IoStudioDay [sic].
Riguarda solo la scuola italiana ma è intitolato Back to School anche un ebook di Il Sole 24 Ore pubblicizzato in questi giorni:
Chi cura il profilo Twitter è stato gentile a rispondere ai miei dubbi sul nome: “Cara Licia, accogliamo le sue perplessità. Ma continueremo a usare anglicismi superflui. Certi che ci perdonerà il vezzo!”
Anglicismi superflui
Ho apprezzato la risposta ma mi chiedo se l’itanglese dei media italiani sia solo un vezzo* o piuttosto un vizio! 😉
Nel caso di back to school è facile provare che è un anglicismo superfluo. Basta sostituirlo con ritorno a scuola (o rientro a scuola) in questi esempi:
• Per un back to school senza traumi
• Festeggia con il noi il back to school
• Back To School ovvero l’ansia genitoriale
• Pronti per il Back to school in 3 semplici passi!
• Un buon back to school inizia anche dai genitori
• Back to school: gli accessori per ripartire con grinta
• Avete già pensato a cosa indossare per il Back to school?
Sfido chiunque a dimostrare che back to school è invece una scelta sensata e quali sono i suoi vantaggi (no, i 2 caratteri in meno sono irrilevanti!).
Concludo con due esempi da tweet in tema in cui si notano altri anglicismi superflui:
In questo primo esempio non si capisce cosa c’entri baby, un potenziale falso amico che in inglese indica solo bambini di pochi mesi che non vanno neanche al nido.
Nel secondo esempio si nota che backpack è stato preferito al più breve zaino, forse perché parola insufficientemente raffinata per i piccoli fashion victims? 😉
Ancora una volta mi vengono in mente le parole di Francesco Sabatini sugli anglicismi superflui, citate qui: “un misto di pigrizia, esibizionismo ed elitarismo”.
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In tema scuola e anglicismi, vedi anche:
♦ Il Miur ai maturandi: #NoPanic
♦ Anglicismi governativi: schoolkit
♦ Anglicismi governativi: School Bonus
♦ La buona scuola, tra anglicismi e sillabazioni
* Vizio e vezzo sono allotropi o doppioni, parole di una lingua che hanno la stessa etimologia ma sfumature stilistiche oppure significati diversi.
Mauro:
Anglicismi superflui: Né vezzo, né vizio. Solo provincialismo e ignoranza.
Nautilus:
Sto invecchiando. Sino a trenta secondi fa, cioè prima di leggere questo post, “Back to School” per me era solo il titolo di una canzone di Ace Frehley. Mi toccherà tornare giovane l’anno prossimo, quando mia figlia andrà in prima elementare (sempre che le scuole elementari si chiamino ancora così).
Mauro:
@ Nautilus
Ora si chiama scuola primaria…
Andrea:
@ Nautilus
Bisogna sbrigarsi, tra poco il MIUR la definirà Elementary School!
Nautilus:
@ Mauro
Ecco, appunto. Però mi pare che “scuola primaria” sia più corretto, quindi in questo caso approvo il cambio di definizione che è sopraggiunto negli anni.
Lì da voi in Baviera come si chiama?
@ Andrea
😀
Comunque dipende se al MIUR tendono a ispirarsi più a quel che succede nel Regno Unito o negli Stati Uniti (non ne ho idea, magari Licia sì). Credo (e sopratutto spero) che “elementary school” e “primary school” siano la stessa cosa, con la prima forma diffusa oltreoceano e la seconda oltremanica.
Mauro:
@ Nautilus
Non solo in Baviera, ma in tutta la Germania: Grundschule (traduzione letterale: Scuola di Base).