Dalla cronaca milanese del Corriere della Sera:
Dite anche voi all’inizio di settimana prossima oppure usate l’articolo determinativo, all’inizio della settimana prossima?
L’omissione dell’articolo determinativo davanti a settimana prossima e scorsa è un’abitudine che io associo all’uso lombardo perché a Milano è una forma molto diffusa, se non addirittura prevalente (ma per ora errata!).
Qualche commento raccolto su Twitter conferma la mia impressione (e dalle parti di Bergamo si dice anche settimana questa) ma si usa anche altrove e per diversi linguisti* la locuzione settimana prossima senza articolo avrebbe origini meridionali.
Omissione dell’articolo
Il fenomeno viene spiegato con l’influenza di avverbi di tempo come ieri, oggi e domani e di sintagmi temporali con i nomi dei giorni della settimana che non prevedono l’articolo: ci vediamo domani / lunedì prossimo.
Un altro fattore sarebbe l’analogia con locuzioni avverbiali inglesi come next week e last month ma è una spiegazione che non mi convince, come già discusso nei commenti a “Settimana prossima farà caldo”. Mi pare infatti che l’omissione riguardi soprattutto settimana e più raramente mese e anno – se fosse influenzata dall’inglese credo sarebbe invece sistematica.
Va infine aggiunto che se la locuzione settimana prossima senza articolo si affermerà come la forma preferita dai parlanti, allora non dovrà più essere considerata un errore ma un’evoluzione della lingua.
Vedi anche: …e si dice in Lombardia
* Qualche riferimento:
♦ | Omissione dell’articolo determinativo nella locuzione temporale settimana prossima/scorsa – Accademia della Crusca |
♦ | Come si scrive: “la settimana prossima” o “settimana prossima”? – Portale Treccani |
♦ | Non toccate quell’articolo! – Silverio Novelli |
Philip Rembrandt:
La mia impressione personale, per quel che vale, è che davvero la locuzione senza articolo determinativo abbia avuto origine a Sud e si sia progressivamente diffusa nel milanese solo a partire dalla fine degli anni ’90, quando cominciai a notarla – trovandola molto insolita – sentendola utilizzare da alcuni giornalisti di Radio Popolare di apparente origine meridionale.
mario:
Nel sud Italia, almeno in Campania, si usa l’articolo. Mi pare sia prevalente anche in TV e obbligatorio negli scritti regolari. Forse con l’avvento di sms e messaggini si tende a semplificare la lingua omettendo particelle che non cambiano il significato della frase.
Daniele A. Gewurz:
Mi fa aggricciare i denti, anch’io – ma senza poter portare prove concrete – l’associo al nord (io sono di Roma), e sospetto che sia una specie di calco dall’inglese “next week”. In più penso che sia imparentata con altre perdite di articoli (“la Fiat” > “Fiat”; “la Yourcenar” > “Yourcenar”; e il più attempato “il Carducci” > “Carducci”).
Nautilus:
Ora, io sono Lombardo e Milanese (cià va, li scrivo anche con la maiuscola così faccio arrabbiare “la” Licia), e più passano gli anni più preferisco i lombardismi agli equivalenti toscani (che io ormai lo sapete che chiamo Toscano quello che gli altri chiamano Italiano, se non altro perché è nato un bel po’ di secoli prima dell’unificazione), però non mi pare si possa parlare di prevalenza lombarda di una versione sull’altra. Per esempio a me capita di usare abbastanza indifferentemente “all’inizio di settimana prossima” e “all’inizio della prossima settimana”, mentre “all’inizio della settimana prossima” mi suona male. Più o meno sento lo stesso dagli altri. Tra l’altro avendo lavorato per una dozzina d’anni in una multinazionale delle telecomunicazioni (dove c’era gente un po’ di tutte le provenienze) non mi sono mai accorto di questa diversità.
“Dite anche voi all’inizio di settimana prossima oppure usate l’articolo determinativo, all’inizio della settimana prossima?”.
Scritta così sembra che “della” sia un articolo determinativo. Quello che volevi dire ovviamente l’ho capito. Io, però, avrei scritto “la preposizione articolata” al posto de “l’articolo determinativo”. Poi lo sappiamo tutti che le preposizioni articolate si fanno a partire da quelle semplici con l’aggiunta degli articoli determinativi. Insomma, ci siamo capiti.
Dioniso:
Io sono nato e cresciuto nel Lazio e ho vissuto a Roma fino alla fine degli anni ’90 e, in quel periodo, non ho mai sentito dire “settimana prossima”. Credo di averlo sentito per la prima volta intorno alla fine degli anni 2000 alla radio o in televisione. Poi ne ho notato tra i colleghi lombardi. Ora trovo che si stia diffondendo a macchia d’olio. Ma ancora adesso mi suona molto male.
Carlo:
Salve, l’articolo ci vuole, ma solo a me sembrerebbe meglio scrivere “prossima settimana” invece che “settimana prossima”?
Che poi a rigore di termini non avrebbero esattamente lo stesso significato. O sbaglio?
mav:
Con Sicilia e Toscana equamente divise (20 + 20 anni) la rimozione dell’articolo suona alle mie orecchie come una bizzarria.
L’ipotesi che si sia diffusa nel lombardo da contaminazioni meridionali non mi pare trovi riscontri certi finora.
Volendo procedere per esclusione, non proviene dalle regioni menzionate sopra (che non vuol dir nulla, perché alcune cose si dicono a Trapani ma non a Ragusa, o a Lucca ma non ad Arezzo).
dasmi:
Vi porto le mie osservazioni: sono meridionale (Catanzaro) e vivo da 15 anni in Romagna (Forlì).
In Calabria l’ho sentito dire solo nell’espressione “Ci vediamo settimana prossima”, ma solo ed esclusivamente in un uso colloquiale e decisamente informale.
In Romagna lo sento dire spesso e mi pare di capire che i parlanti romagnoli non lo percepiscano come errato. A questo si aggiunge un altro romagnolismo per me eccezionale (che i parlanti non percepiscono come errato), che è “anno scorso”, così senza articolo. Una frase tipica potrebbe essere: “Questo lavoro l’abbiamo fatto anno scorso” oppure “Ci siamo visti anno scorso”. Lo so che è bizzarro e anche io, i primi anni, stentavo a credere alle mie orecchie, ma qui lo dicono tutti e non lo percepiscono affatto come anomalo o errato (a meno di non essere di altre parti d’Italia come me).
Marco:
Io sono milanese DOC e ho sempre detto “all’inizio della prossima settimana” e “la prossima settimana” (mai “settimana prossima”, né con l’articolo né senza).
In ogni caso a Milano sento dire molto di più “la settimana prossima” con l’articolo.
Wilson:
Io (torinese) l’ho sempre usato senza articolo solo in alcune specifiche locuzione (es: “ci vediamo settimana prossima”)
L’ho sempre interpretato come un uso esteso della formula che si usa per i giorni (“ci vediamo domenica”)
Per tutti gli altri casi ho sempre detto “la prossima settimana”
ps: ora che ci penso nel primo caso credo di aver usato sia la forma con l’articolo che quella senza, in qualche modo ci abbino una vaga differenza di intenzione.
paoblog:
Io sono lombardo e dico “…della settimana prossima”
Nautilus:
Il dibattito è talmente interessante che oggi ne parlavo via WhatsApp con Emanuela Cardetta (Licia se lo ritieni opportuno metti pure un link al suo sito).
Anche lei, che è Pugliese, trova strana la forma “all’inizio di settimana prossima”.
Le spiegavo che invece a me suona naturale perché la sento da sempre (o comunque da moltissimo tempo).
Però l’oggetto del nostro scambio di idee era relativo al meccanismo che riporto di seguito. Le spiegavo che noi (cioè chi usa quell’espressione) non consideriamo la locuzione “settimana prossima” come un composto di due parti, ma come un elemento linguistico unico (lo facciamo senza nemmeno accorgercene, ovviamente). Quindi dire “all’inizio di settimana prossima” è come dire “all’inizio di Giugno”.
Ne parlo qui perché, nel suo intervento sopra, Wilson ha evidenziato la stessa cosa (nel suo caso il riferimento non erano i mesi ma i giorni della settimana).
Per qualche ragione che mi sfugge “settimana” deve essersi trovata in una situazione molto particolare, perché nessuno (almeno credo) direbbe mai “all’inizio di mese prossimo” o “all’inizio di anno prossimo”. Anche se dopo quello che ha scritto dasmi non sono più sicuro di niente 🙂
Antonio:
Non è assolutamente meridionale omettere l’articolo, la mia teoria è che la diffusione esponenziale stia avvenendo tramite la televisione. Per esempio uno dei maggiori utilizzatori di “settimana prossima”, e “settimana scorsa” è Alessandro Cattelan – a cui personalmente attribuisco una buona parte della popolarità dell’omissione dell’articolo, non a caso l’omissione avviene spesso in congiunzione con “settimana” proprio perchè legata alla serialità delle trasmissioni. (“Settimana Scorsa abbiamo avuto ospiti…” “Ci vediamo settimana prossima”)
Nautilus:
@ Antonio
Cattelan è di Tortona, classe 1980. Io sono nato dieci anni prima e ti assicuro che a Milano “ci vediamo settimana prossima” si diceva già nel ’76 quando ero in prima elementare. Può darsi che Cattelan, grazie al mezzo televisivo, abbia contribuito a diffondere questo modo di dire al di fuori della Lombardia (OK, Tortona è in Piemonte, ma in quell’area dell’alessandrino dove l’influenza pavese, dunque lombarda, è già molto forte), ma – per quanto detto – credo si debba andare ben più indietro nel tempo.
Però, concedimi la franchezza, diffusione esponenziale proprio no; al limite diffusione tra il lineare e il parabolico. Esponenziale ha un significato molto preciso, non si può usare a caso per indicare una crescita molto forte. I fenomeni che hanno un andamento esponenziale non sono molti: se ne trovano sopratutto in biologia e in fisica, e anche in quegli ambiti sono comunque pochi.
Antonio:
@ Nautilus
non ho sostenuto che “settimana prossima” sia milanese, ho detto solo che sicuramente non è di origine meridionale, e che Cattelan, ovunque sia lui nato, abbia contribuito esponenzialmente a diffonderla, inoltre difendo l’utilizzo di “esponenziale” per indicare una crescita molto forte, sancito anche nei dizionari, vedi Garzanti ad esempio 🙂
Marco B:
@Nautilus e @Antonio: possiamo concordare che la diffusione segue un andamento del tipo (a + bx)^n?
Detto questo, da lombardo (o ex-lombardo) ho sempre sentito dire “la settimana prossima”. con l’articolo, e tanto piu’ a Milano.
Del resto non mi sono mai accorto neppure dell’uso di “piuttosto che” come disgiuntivo, quindi non faccio testo.
Come cantava il poeta: “piutost che toeu ‘na dona / mi toeui ‘na Gilera / a vo in gir matina e sera”.
Nautilus:
@ Marco B.
Certamente io sono d’accordo che – come hai riportato tu – l’andamento in oggetto è polinomiale. Poi si tratta di definire quanto vale n, ma in questo caso è un problema unicamente operativo e non teorico.
Mia curiosità: come fa un Lombardo a diventare un ex Lombardo? Mica puoi perdere la tua lombardità se ti trasferisci fuori dalla Lombardia, credo 😀
@ Antonio
Chiaro che io (ci mancherebbe altro) non posso impedirti di continuare a usare “esponenziale” come lo utilizzi tu, ma resta pur sempre un uso scorretto. I dizionari come Garzanti (ma anche Treccani, ho controllato) registrano il tipo di utilizzo, ma non hanno alcuna autorità in campo matematico.
Una cosa importante da capire è che una crescita esponenziale è caratterizzata da due fasi: una molto lenta e debole e una molto rapida e forte, con un passaggio repentino tra le due (si parla anche di curva a J, anche se questo termine è un po’ desueto ormai). Quindi riferirsi solo alla seconda parte della curva è già errato di per sé.
Un po’ come quando si dice “parabola discendente”. Mica esiste una parabola ascendente e una discendente: esiste la parabola e basta (al massimo con due rami).
Un po’ come quando si dice “caldo record” per dire “molto caldo”: è un uso errato, che a mio parere non andrebbe incoraggiato.
Non è come “ci vediamo settimana prossima” o “ci vediamo la settimana prossima”. Qui si tratta di lingua e la lingua evolve, pur essendo soggetta a delle regole (che sono però convenzioni, non principi matematici). Invece le regole matematiche mica cambiano nel tempo; il concetto di crescita esponenziale è quello e non cambierà mai.
Un saluto affettuoso a entrambi dal mio alberghetto sul lago, al confine tra Lituania e Lettonia 🙂
Licia:
Grazie a tutti per i contributi. Si nota subito che abbiamo tutti percezioni soggettive alquanto diverse su dove, come e da quando venga usato settimana prossima senza articolo. Per avere qualche dato oggettivo bisognerebbe avere a disposizione un corpus dell’italiano parlato che consenta di fare analisi diacroniche e diatopiche. Può darsi che in qualche università il fenomeno sia già stato studiato ma che i dati non siano facilmente reperibili.
Una nota proposito dell’uso di esponenziale: attenzione a non confondere parole e termini! Il significato di esponenziale in matematica – termine, ambito specialistico, concetti descritti in glossari, enciclopedie, testi tecnici ecc. – non è lo stesso di esponenziale nell’uso comune – parola, lessico generico, concetti descritti nei dizionari. Il passaggio da ambito specialistico a generico con diluizione o cambiamento di significato è un meccanismo che si trova in molte lingue e che prende il nome di determinologizzazione. A Nautilus potrebbe non piacere l’idea che esponenziale comunemente significhi “che aumenta sempre di più” o che si dica parabola discendente o caldo record ma non può rifiutarli come sbagliati perché nell’uso comune hanno acquisito un significato chiaro e condiviso dalla maggior parte dei parlanti.
Donatella:
Per me “settimana prossima” senza articolo è ORRENDO. Mi fa accaponare la pelle!