Questa vignetta di cui ignoro l’autore mi ha divertita perché ho un debole per i giochi di parole con omofonia, qui bear – bare e deer – dear.
Oh dear! è un’espressione che esprime stupore, sbigottimento, irritazione ecc. in reazione a qualcosa di spiacevole o di negativo, spesso imprevisto (cfr. poveri noi!, ah, povero me!).
La parola deer evidenzia un’asimmetria tra inglese e italiano (anisomorfismo): nel lessico comune inglese deer può indicare genericamente più animali dei cervidi che invece in italiano distinguiamo con nomi diversi: cervo, cerbiatto (Bambi nel cartone animato Disney è un white-tailed deer), capriolo (roe deer o roe, se maschio roebuck), daino (fallow deer), renna (reindeer)… Un’ulteriore differenza è che per alcuni di questi animali in inglese si possono usare nomi diversi in base al sesso: stag se maschio e doe se femmina.
Vedi anche: Problemi di omofonia
Grazie a Marco che nei commenti ha ricordato anche hart, cervo maschio adulto di almeno 5 anni e nome che si presta a vari altri giochi di parole.
Aggiungo un alto gioco di parole in tema Cervidi, via @jimrosecircus1:
In questo caso il meccanismo usato è l’omonimia tra buck, nome generico per il maschio di vari mammiferi, e buck, nome informale del dollaro negli Stati Uniti e in Australia. C’è chi ha commentato con battute tipo “Four bucks? Seems like a lot of doe!” che sfruttano l’omofonia tra doe e dough, parola informale fuori moda per i soldi (“la grana”).
Marco B:
A proposito di cervi e omofonie, un nome frequente per i pub inglesi e’ “The White Hart”, cervo bianco, dallo stemma reale di Riccardo II. Posto ideale per un stag party.
Hart e’ omofono di heart; la serie televisiva degli anni 80 “Cuore e batticuore” (chi se la ricorda?) si chiamava in originale “Hart to Hart”, che richiama l’espressione heart to heart.