Anche chi non usa Twitter probabilmente ha saputo del tweet criptico mandato da Donald Trump ieri poco dopo mezzanotte (6 di mattina in Italia) e cancellato solo qualche ora dopo:
Cosa vuol dire covfefe, parola inesistente in inglese? È quasi sicuramente un refuso per coverage, infatti le lettere per erage e fefe sono vicine sulla tastiera. Al tweet monco (“nonostante la continua copertura negativa della stampa”) mancava comunque un seguito che non c’è stato e il nuovo messaggio di Trump, sei ore più tardi, non ha chiarito nulla:
Anche prima del nuovo tweet sui social c’era stata una gara per spiegare il significato di covfefe con le ipotesi più fantasiose e divertenti: esempi qui e qui.
Non potevano mancare le osservazioni linguistiche, ad esempio come si pronuncia covfefe? Un sondaggio informale su Twitter ha cercato di appurarlo. Risultati dopo 8 ore e più di 42000 voti:
“Covfìfi”, “covfefei” o “còvfif”? I parlanti di lingua inglese sono divisi!
Ortografia vs pronuncia
La linguista Gretchen McCulloch ha spiegato che in inglese è difficile concordare sulla pronuncia di covfefe perché non esistono parole simili a cui fare riferimento, né per il significato (è una parola completamente oscura) né per l’ortografia:
♦ nessuna parola inglese finisce in –fefe
♦ esistono parole in –efe ma sono rarissime e poco conosciute
♦ la sequenza vf appare solo in acronimi, mai in parole
♦ il fonema /f/ a fine sillaba è reso con ff (fluff, gaffe) o f senza e (beef, pouf)
Per un riferimento più generico ci sarebbero le parole che finiscono in –Vfe o –eCe (dove V rappresenta una vocale e C una consonante), ma non sono modelli utili a causa delle peculiarità dell’ortografia inglese, come mostrano questi esempi:
♦ cafe /ˈkæfeɪ/ o /ˈkæfɪ/ vs fife /faɪf/
♦ eye /aɪ/, ere /ɛə/ e meme /miːm/ ma anche /mɛm/
Ecco quindi che senza precisi modelli di riferimento i parlanti inglesi non sanno con certezza come si debba leggere la parola covfefe. In italiano invece non avremmo dubbi!
Questioni di fonologia inglese
La sequenza vf risulta inoltre ostica perché il modo e il luogo di articolazione delle due consonanti sono gli stessi ei due suoni si distinguono solo per vibrazione: /v/ è labiodentale sonora mentre /f/ è labiodentale sorda. Il passaggio da un suono sonoro a uno sordo non è immediato perché per inerzia le corde vocali continuano a vibrare e quindi differenziare queste consonanti richiede un certo sforzo.
Non a caso l’inglese privilegia sequenze di consonanti dello stesso tipo: l’esempio classico è dogs /dɒɡz/ (tre consonanti sonore) vs cats /kæts/ (tre consonati sorde). Un altro esempio è la x di Brexit che in inglese può essere realizzata in due modi diversi: c’è chi usa la pronuncia con consonanti sonore /ˈbrɛɡzɪt’/ e chi quella con consonanti sorde /ˈbrɛksɪt/ (come in italiano), ma nessuno usa una combinazione di sorde e sonore. McCulloch fa anche l’esempio di knives (plurale di knife):
Se vi interessa l’argomento con esempi italiani, potete approfondire nell’Enciclopedia dell’Italiano Treccani alla voce assimilazione (un suono assume tratti simili a quelli del suono che lo precede o lo segue).
Aggiornamento 1 giugno 2017 – Il portavoce di Trump, Sean Spicer, ha smentito che covfefe fosse un errore di scrittura o, com’è probabile, che Trump si fosse addormentato durante la composizione del tweet: “the president and a small group of people knew exactly what he meant". Il mistero si infittisce!
Aggiornamento agosto 2019 – Un altro refuso che ha suscitato molte ironie in Italia: Trump, Giuseppi e le subdole -e.
Aggiornamento ottobre 2019 – Un refuso clamoroso in questo tweet di Trump, che in questo periodo è alle prese con la minaccia di impeachment, o esempio di sarcasmo presidenziale?
Probabilmente Trump intendeva impeach the press (la stampa o i media, grande nemico che accusa sempre di propagare fake news per metterlo in cattiva luce). A quanto pare ha dimenticato la seconda s e sembrerebbe così sollecitare il proprio impeachment: in inglese Pres. è l’abbreviazione di President e c’è anche la parola informale prez (stessa pronuncia /prɛz/ per entrambe le parole).
Va però osservato che chi non è un pubblico ufficiale (e i giornalisti non lo sono) non può essere sottoposto alla procedura di impeachment.
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Vedi anche: “Lost in Trumpslation” (perché è difficile interpretare o tradurre adeguatamente le parole di Trump).
Da un quotidiano italiano che ha riportato la notizia:
Fusion, intanto, ha lanciato un sondaggio per determinare la corretta pronuncia del lemma.
La mania di evitare a tutti i costi la ripetizione e usare presunti sinonimi continua a fare danni: un lemma è “voce registrata in un dizionario o in un’enciclopedia” e quindi in questo contesto non ha senso usarlo come sinonimo di parola per descrivere un refuso!
Vedi anche: L’idioma dei giornalisti
Licia:
Aggiungo un contributo “linguistico” che ho trovato molto divertente anche perché sottolinea l’aspetto poco inglese della parola covfefe (grazie a @mr_pac):
Daniela:
Covfefe sta per “conference”, era appena uscito da una conferenza stampa
Mauro:
@ Daniela
Il “cov” di covfefe era l’inizio di “coverage”. Il mistero è il “fefe”.