Per la serie anglicismi istituzionali:
Se non sapete già cos’è un Contamination Lab, prima di continuare a leggere provate a pensare cosa vi suggerisce il nome e poi verificate qui sotto se avete indovinato.
Contamination Lab in Italia
La spiegazione dalle Linee Guida del Miur:
«I Contamination Lab (CLab) sono luoghi di contaminazione tra studenti universitari (e non solo) di discipline diverse. Promuovono la cultura dell’imprenditorialità, della sostenibilità, dell’innovazione e del fare, così come l’interdisciplinarietà e nuovi modelli di apprendimento, tali da ridurre il divario tra il mondo accademico e l’innovazione. […] La contaminazione è l’elemento portante del progetto, e avviene in diverse direzioni.» |
Era quello che vi aspettavate?
Chi ha ideato il nome Contamination Lab ha sicuramente pensato alla parola italiana contaminazione nel suo significato figurato positivo di “fusione di elementi di varia provenienza”, come ad es. la contaminazione di stili. Presumo ignori che questa accezione non è condivisa dall’inglese.
Contamination in inglese
In inglese la parola contamination ha solo accezioni negative: inquinamento, avvelenamento e in senso figurato corruzione.
Provate a cercare la locuzione Contamination Lab: otterrete migliaia di risultati, quasi tutti però riconducibili a contesti italiani. Le poche occorrenze in inglese sono relative a laboratori tecnici o scientifici dove si studia la contaminazione di agenti infettivi, inquinanti, radioattivi ecc.
Se si analizzano le occorrenze di contamination in contesti con parole chiave come startup, innovation, incubator, accelerator ecc. si ha un’ulteriore conferma che in inglese la contaminazione riguarda sempre sostanze varie e l’uso figurato si trova solo in testi tradotti da altre lingue.
Inglese farlocco
Contamination Lab è un esempio di quello che mi piace chiamare inglese farlocco: un’espressione “inglese” pensata da italiani per altri italiani che ha senso solo se ritradotta in italiano.
In molte università italiane i corsi sono tenuti in inglese e quindi il livello di conoscenza della lingua dovrebbe essere elevato, perciò presumo di non essere l’unica ad avere perplessità sull’uso di un nome “farlocco” in un contesto istituzionale. Chissà se altri hanno chiesto spiegazioni al ministero sul nome Contamination Lab e che risposta hanno avuto!
Anglicismi
Nelle Linee Guida dei Contamination Lab si trovano inoltre molti esempi di itanglese, come ad es. assessment, business angel, in progress, mindset, rewarding, facility, best practices, challenges, fab-lab, endorsement, placement, Special Advisor, Advisory Board, Entrepreneurship Education (ma nei testi dell’Ue a cui si fa riferimento viene invece usata la locuzione educazione all‘imprenditorialità)…
Si notano anche grafie con il trattino per parole che in inglese di solito sono scritte senza, come ad es. story-telling, team-work, video-conferencing.
Non mancano gli pseudoanglicismi, come ad es. CLab Chief e generazione Clabber (in inglese americano clabber è latte acido cagliato) e altrove l’abbreviazione alternativa ConLab che non ispira molta fiducia perché fa pensare a con (truffa) e conman (imbroglione).
Questo uso disinvolto di anglicismi che il Miur pare preferire a nomi e terminologia italiana non è una novità: ne ho discusso in un articolo per il Portale Treccani, Le comunicazioni istituzionali e il rischio dell’inglese farlocco, e ho raccolto parecchi altri esempi in La buona scuola, tra anglicismi e sillabazioni e in La “via italiana” alla Scuola Digitale.
Ho aggiunto Contamination Lab al mio Elenco di anglicismi istituzionali.
Mauro:
Appunto… appena letto “Contamination Lab” ho pensato a un laboratorio scientifico dove viene studiato qualche effetto chimico tipo il drogaggio dei semiconduttori…