Sono a Pisa per Italiano corretto e ieri sera sono stata a rivedere Piazza dei Miracoli. Vicino al Battistero c’erano parecchi turisti cinesi che camminavano sull’erba, nonostante la presenza di cartelli di divieto posizionati a intervalli regolari lungo tutto il perimetro del prato.
Messaggi per turisti internazionali
Come si vede dalla foto, il divieto di calpestare il prato è affidato a un messaggio esclusivamente verbale. Mi sembra una scelta poco accorta per un luogo frequentato da turisti di tutto il mondo perché non si può dare per scontato che tutti sappiano l’inglese. Inoltre, il divieto non segue le convenzioni a cui siamo abituati dalla segnaletica internazionale, neppure nell’uso dei colori: lo sfondo rosso può far pensare a un pericolo prima che a un divieto.
Non molto distante avevo già notato un altro cartello in tema. Era vicino a una grande aiuola e mi aveva colpita per l’esempio di burocratese, siti erbosi.
Le parole erba o prato sarebbero preferibili non solo per i bambini ma anche per gli eventuali turisti stranieri che volessero provare a tradurre la scritta. I due simboli di divieto con l’uomo e il cane sono invece familiari, perlomeno per gli europei (fanno parte delle nostre conoscenze enciclopediche).
In un’altra piazzetta del centro storico ho poi notato un’ulteriore variante del cartello (la coerenza non deve essere la priorità di chi si occupa della segnaletica del comune di Pisa!). Qui è stata usata anche la frase inglese standard keep off the grass e ci sono tre diversi segnali di divieto.
L’aggiunta del colore verde per simboleggiare il prato è una buona idea ma non sono molto convinta che la figura femminile stilizzata sia di interpretazione immediata. Forse non sono del tutto chiare neppure le due orme perché si poteva comunque passare tra le aiuole.
Secondo voi qual è la soluzione più efficace e comprensibile per un pubblico internazionale come quello che frequenta Pisa? Per riferimento aggiungo anche due alternative in inglese dal sito mysecuritysign.com:
Per altri esempi di interpretazioni di cartelli, vedi anche:
♦ Segnali di globalizzazione
♦ Simbolo arbitrario, concetto poco chiaro
♦ Il SECURITY WARNING delle Ferrovie dello Stato
:Luigi Muzii:
I turisti, e non solo quelli cinesi, calpestano il prato di piazza dei Miracoli da che mi ricordo, almeno dal 1978. Forse nel 1978 la presenza degli studenti che consumavano un panino al sole primaverile era tollerata perché faceva colore, ma il divieto c’era già. I turisti passavano sul prato anche l’ultima volta che ci sono stato appena un paio di anni fa, anche a dispetto della presenza della polizia municipale e delle guide, che certamente dovrebbero essere in grado di leggere i cartelli.
Forse non è una questione linguistica.
Marco:
La domanda che mi pongo è: perché avere un bel prato e poi vietare di camminarci sopra?
Andrea:
@Marco: Perché se ci cammini sopra non avrai più un bel prato.
Un certo tipo di prato riesce a sopravvivere solo se non calpestato, secondo me ha senso che le zone intorno alla torre siano ben curate e quindi sia vietato calpestarle.
Se non ricordo male però la zona più lontana è invece liberamente accessibile (o e solo una prassi tollerata?) e la differenza sul manto erboso si vede.
L’ultima volta che sono stato a Pisa ho trovato Piazza dei Miracoli molto bella come al solito e anche molto ben curata e questo è piacevole.
Marco B:
Come prima cosa io scriverei “severamente vietato” altrimenti non vale.
F.:
Interessante, @Marco B — l’aggiunta del ‘severamente’ rende il divieto più… divietoso? Che differenza c’è tra una cosa ‘vietata’ e una ‘severamente vietata’?
@Licia: secondo me il cartello migliore dal punto di vista della chiarezza è il primo dei due internazionali che hai postato, quello con la scritta “keep off the grass”. Tu quale sceglieresti?
Mauro:
Che differenza c’è tra una cosa ‘vietata’ e una ‘severamente vietata’?
Nessuna.
Mauro:
Che differenza c’è tra una cosa ‘vietata’ e una ‘severamente vietata’?
Nessuna.
Aggiungo: più o meno severe possono essere le pene per i trasgressori, ma il divieto o è o non è. Punto.
Licia:
Sulle differenze culturali nei divieti 😉
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Per qualche nota più seria: Lingue, funzione fatica e cortesia.
@F. keep off the grass è il messaggio standard in inglese però in un contesto internazionale dove l’inglese è la lingua veicolare eviterei sempre phrasal verb ed espressioni figurate perché possono risultare oscuri o essere fraintesi: un esempio in Fischi per fiaschi sui bastioni. In questo tipo di contesto trovo più efficace il cartello con il NO gigante e un verbo come walk che appartiene al lessico di base e quindi è altamente riconoscibile.
Marco B:
@Mauro:
Attenzione attenzione
E’ vietato l’ingresso ai non addetti al lavoro
E’ vietato il lavoro ai non addetti all’ingresso
E’ ingrassato l’addetto ai non vietati al lavoro
E’ lavato il gessetto ai non addetti all’ingrosso
E’ ingrossato il divieto ai non lavati di fosso
E’ addetto all’ingresso il non vietato al lavoro
E’ avvallato il lavoro all’ingresso del foro
E’ levato di dosso il divieto del tetto
E’ addossato il divieto ai non venati di rosso
E’ arrossato il viadotto ai derivati del cloro
E’ venduto il cruscotto con paletti di gesso
E’ ingessato il bompresso ai maledetti del fosso
E’ mozzato il permesso ai garetti del toro
E’ maledetto il congresso dei cavilli del moro
E’ forato il moretto nei contratti del coro
E’ contrito il foretto ai lavori del messo
E’ cessato il forzetto al divieto dell’oro
E’ venduto il merluzzo non senza decoro
E’ dettato il permesso ai verdetti del foro
E’ vietato l’ingresso ai non addetti al lavoro.
(Bruno Munari, Codice ovvio, 1971)