TRAPPIST, acronimo inverso

TRAPPIST-1 System

Le notizie sui 7 esopianeti (pianeti extrasolari) che orbitano intorno alla nana rossa ultrafredda TRAPPIST-1 spiegano che la stella deve il suo nome al telescopio TRAPPIST, acronimo ricavato dal nome esteso Transiting Planets and Planetesimals Small Telescope–South, un “piccolo telescopio per pianeti e planetesimi in transito” operato da un team belga dell’università di Liegi.

Transiting Planets and Planetesimals Small Telescope–South

Credo però sia più preciso descrivere TRAPPIST come backronym, acronimo inverso”.

In inglese un backronym (backward+acronym) è un acrostico costruito su una parola esistente che viene reinterpretata dandole un’origine inventata ma plausibile e descrittiva di ciò a cui dà il nome. 

La descrizione nel sito dell’European Space Observatory (ESO) mi pare la conferma che prima è stato scelto il nome Trappist e poi è stata trovata una descrizione che potesse giustificarlo (e non viceversa!):

Il nome TRAPPIST è stato dato al telescopio per sottolineare l’origine belga del progetto. (Le) birre trappiste sono famose in tutto il mondo e la maggior parte di loro sono belga. Inoltre, i membri della squadra veramente le apprezzano!

Altri esempi di acronimi inversi sono la sonda spaziale Juno e il computer Lisa di Apple.


Ho trovato divertente il titolo inglese del comunicato dell’ESO, che gioca con il richiamo a Snow White and the Seven Dwarfs e la polisemia di cool:

Ultracool Dwarf and the Seven Planets – Temperate Earth-sized Worlds Found in Extraordinarily Rich Planetary System

Non fa invece pensare ai sette nani la versione italiana Una nana ultrafredda e sette pianeti.

In tema, gli amanti della birra apprezzeranno questo suggerimento per ribattezzare i sette pianeti, per ora identificati con lettere dell’alfabeto: 😉

Vedi anche: Riccioli d’oro nello spazio (perché la “zona abitabile” che potrebbe consentire la vita sui pianeti in inglese si chiama anche Goldilocks zone).

8 commenti su “TRAPPIST, acronimo inverso”

  1. Andrea:

    E nella categoria degli acronimi inversi non dimentichiamoci del romano G.R.A., il Grande Raccordo Anulare, progettato dall’ingegnere Eugenio Gra.
    Un capolavoro, sia la strada che l’acronimo.

  2. Francesco:

    Sempre a proposito degli “esopianeti” recentemente scoperti, i mezzi di informazione anglofoni hanno parlato di “seven sister planets”. I mezzi di informazione italiani hanno ripreso la notizia riferendo di “sette sorelle”. Verrebbe da pensare a un errore di traduzione o resa in italiano, nel senso che “pianeta/esopianeta” in italiano è maschile perciò si sarebbe dovuto di parlare di “sette fratelli”. O sono paranoico io (noi tutti qui?), perché invece in italiano l’accostamento inteso è quello con “la” Terra (=sette sorelle della Terra, sette Terre)?

    E in generale, a prescindere da ciò, come mai in inglese hanno attribuito il genere femminile a questi “esopianeti (“sister planets” e non “brother planets”), visto che in inglese non esiste il genere dei sostantivi? È una caratteristica dell’inglese quella di attribuire il femminile a certi oggetti/concetti (motherboard, mother of all lies, sister company ecc.)?

  3. Luca:

    Confermo che è una pratica molto comune. Quando ho lavorato su dei progetti scientifici, ad un certo punto partiva la fase di scelta del nome del progetto e ogni gruppo di ricerca proponeva il suo.
    Ricordo (erano gli anni 90 e Mel Gibson spopolava) che un gruppo scozzese propose Braveheart, trovando il modo di farlo diventare un acronimo che avesse senso con l’oggetto del progetto.
    Vinse poi BaBar, come l’elefantino.

  4. Licia:

    @Francesco, non hanno attribuito alcun genere. Come modificatore per segnalare elementi che hanno qualcosa in comune si usa solo sister: sister ship, sister company ecc.

    @Luca, grazie!

  5. Stefano:

    Ciao Licia, tanto tempo che non passavo. Mi ha fatto MOLTO piacere che pubblicassi quella vignetta con i nomi dei pianeti, lo sto dicendo da quando ho letto di Trappist-1. Secondo me, il fatto che i pianeti sono sette ha anche giocato un ruolo nella scelta di quei buontemponi dell’universita’ di Liegi: sette (QUELLE sette) sono le abbazie trappiste sparse fra Belgio e Olanda che ancora producono birra 🙂

I commenti sono chiusi.