Lo strano caso dell’attentato in Svezia

Trump si inventa un attentato terroristico in Svezia. Ex premier scandinavo: “Cosa si è fumato?”

Notizia dei giorni scorsi: Trump si è inventato un attentato in Svezia e sul web si è scatenata l’ironia ma anche le controreazioni dei suoi sostenitori.

La vicenda si presta a riflettere su alcuni meccanismi linguistici, un paio relativi alla comunicazione e un altro terminologico, evidenti soprattutto dopo il tweet di chiarimento di Trump (si riferiva a un programma televisivo di Fox News della sera precedente sul presunto aumento della criminalità in Svezia a causa dell’immigrazione).

Strategie di inferenza

Negli atti linguistici molte informazioni non vengono dette esplicitamente ma veicolate in modo implicito: è la differenza tra “ciò che viene detto” (significato letterale) e “ciò che viene comunicato” (significato inteso).

Chi riceve il messaggio deve ricostruirle attraverso indicatori presenti nel testo e con strategie di inferenza, ricavandole dalle specifiche parole del parlante o dal contenuto o dalle caratteristiche del tipo di comunicazione.

“We’ve got to keep our country safe,” he said. “You look at what’s happening in Germany. You look at what’s happening last night in Sweden. Sweden, who would believe this? Sweden. They took in large numbers. They’re having problems like they never thought possible. You look at what’s happening in Brussels. You look at what’s happening all over the world. Take a look at Nice. Take a look at Paris.”

Nelle conoscenze condivise nei paesi occidentali, Germania, Bruxelles, Nizza e Parigi sono luoghi accomunati da episodi recenti di terrorismo, un riferimento ulteriormente sottolineato dall’introduzione We’ve got to keep our country safe. L’accostamento della Svezia, rinforzato dalla ripetizione dell’espressione you look at what’s happening (cfr. anafora), comunica una relazione precisa: attacco o attentato.

Deittico temporale

Last night è un deittico, una forma linguistica che può essere interpretata solo facendo riferimento al contesto spazio-temporale in cui viene pronunciata. In questo caso, in mancanza di altri dettagli, era inevitabile concludere che ieri sera andasse associato ad attentato in Svezia. A quanto pare Trump ha dato per scontato che la sera prima tutti fossero sintonizzati su Fox News, invece avrebbe dovuto rendere il riferimento esplicito per evitare fraintendimenti.

omino delle istruzioni IKEA con espressione perplessa

Comunicazione e cooperazione

Nella comunicazione ci si aspetta che vengano rispettati alcuni principi di cooperazione, tra cui la massima della qualità (ci aspettiamo che vengano dette cose vere o credibili) e della relazione (ci aspettiamo che vengano dette cose pertinenti).

Credo sia per questo che alcuni i media, appurato che in Svezia non era successo nulla, abbiano inizialmente ipotizzato una spiegazione alternativa, fantasiosa ma plausibile: nella sua famigerata ignoranza, Trump poteva aver confuso Sweden e Sehwan in Pakistan, dove il giorno prima era effettivamente avvenuto un grave attentato terroristico.

Reazioni

In questo scenario, le perplessità e le reazioni di svedesi e di molti americani a ciò che Trump ha comunicato sono del tutto comprensibili, inquietanti invece quelle dei trumpisti che negano l’evidenza con argomentazioni fallaci. Ne ho evidenziata una in un nuovo post: Violenza in Svezia, una questione terminologica (link aggiunto).

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