I vocabolari di base hanno parecchie applicazioni, ad esempio consentono di esaminare la diffusione e la comprensibilità delle parole.
In particolare, le informazioni di frequenza dei vocabolari di inglese sono usate nelle valutazioni dei nomi di servizi o prodotti destinati a rimanere invariati sul mercato globale. Aiutano a verificare che siano sufficientemente comprensibili anche per chi non è di madrelingua inglese (E2, English as a second language).
Il nome Amazon Pantry, segnalato da @ilrere, si presta a questo tipo di analisi.
Nel dizionario di inglese Collins, ad esempio, le informazioni sulla frequenza della parola pantry /ˈpæntrɪ/ indicano che è usata solo saltuariamente. Non fa parte del lessico di base e quindi è probabile che sia riconosciuta solo da parlanti avanzati di E2 e che invece risulti poco efficace per gli altri.
Pantry ha il vantaggio di essere una parola breve e facilmente memorizzabile. Per chi però ha conoscenze limitate dell’inglese potrebbe essere confondibile con parole simili e più note come party o panty (ricorrente sulle confezioni di salvaslip, panty liners in inglese) e creare associazioni indesiderate.
Il sito italiano di Amazon descrive il servizio ma non fa riferimento al significato del nome. Penso sarebbe stato utile trovare il modo di accennare che pantry vuol dire dispensa e così rendere più incisivo il nome anche per chi ne ignorava il senso.
In tema:
♦ Amazon.com, dall’a alla zeta
♦ Valutazioni di globalizzazione
♦ Non solo per gioco: frequenza delle parole
♦ Turisti, E2 e badass
Alpha T:
Credo nel loro caso la critica non valga perché il nome ha un valore che va oltre il significato originario: se ordino un oggetto su Amazon non mi aspetto che arrivi dal Brasile. Il brand crea il significato.
Licia:
@Alpha T, c’è qualche differenza tra nomi propri e riconoscibili globalmente come Amazon e nomi comuni come pantry.
Alpha T:
Ok, ma ad un certo punto “Amazon Pantry” diventa parte di un marchio. Come Amazon BuyVip che non fa più pensare al significato originario di VIP, anzi lo squalifica e banalizza.
Chi conosceva la parola originale “pantry” ha un aggancio in più, ma tutti si abituano al nuovo termine.
Licia:
@Alpha T, è così ma magari avrebbero potuto scegliere un nome più efficace a livello globale. Lo scopo del post era mostrare come possono essere usate le informazioni dei vocabolari di base per fare queste valutazioni.
Alpha T:
Certo, capisco. Però credo che per un Amazon sia meglio usare il vocabolario di base in maniera da ottenere un risultato non immediato per tutti, come Amazon Pantry, piuttosto che qualcosa di più immediatamente “comprensibile” come Amazon Bag.
Che poi non veicolerebbe il messaggio nuovo, perché la gente già caricherebbe il nome dei contenuti che crede già di trovarvi.
Certo, quando non è in gioco un colosso che può imporre le sue scelte, occorre adattarsi maggiormente al pubblico e giudicare con attenzione come introdurre meno “novità”.
Però ho l’impressione che entri in gioco anche un modo diverso di porsi rispetto all’internazionalizzazione: un anglofono mi sembra più portato ad imporre nomi difficili agli altri, che si arrangino; noi Italiani siamo speciali all’opposto: la mascotte di Italia 90 l’abbiamo chiamata “Ciao” perché ci sembrava troppo audace pretendere che gli stranieri venissero affrontati da una parola italiana per loro nuova…
Licia:
@Alpha T dal punto di vista dell’internazionalizzazione il nome ciao, per quanto sufficientemente noto in Europa, potrebbe essere comunque una scelta criticabile. Per chi non parla italiano infatti la pronuncia /ˈtʃa/ per la sequenza cia risulta ostica, tanto che in tedesco ciao si scrive anche tschau. Ne so qualcosa io: molti stranieri che scrivono Licia correttamente sbagliano a pronunciarlo e viceversa, eppure è una parola apparentemente molto semplice!
Ti rimando a Mascotte Expo 2015 e nomi internazionali e al seguito Expo 2015: Foody & friends per altre considerazioni.