Il terremoto del 30 ottobre ha causato un abbassamento del suolo che nella zona di Castelluccio di Norcia ha raggiunto i 70 cm. Per spiegare questi fenomeni serve un nuovo modo di interpretare i terremoti?
Ne è convinto Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) e coordinatore di una ricerca sismografica molto recente. Nella trasmissione L’Italia instabile di Radio3 Scienza ha presentato i due concetti chiave, denominati gravimoto ed elastomoto.
Doglioni ha spiegato che finora i terremoti sono stati interpretati come un singolo tipo di fenomeno. Andrebbero invece differenziati in base all’ambiente geologico e al tipo di energia rilasciata lungo la faglia perché producono effetti specifici con conseguenze diverse.
Il gravimoto (graviquake in inglese) è un terremoto che si origina in un ambiente estensionale in cui la crosta terrestre collassa e libera principalmente energia gravitazionale che poi si trasforma in energia elastica. Quando il suolo si abbassa gli edifici si danneggiano maggiormente. È successo nel terremoti recenti in Italia Centrale, in Irpinia (1980) e all’Aquila (2009).
L’elastomoto (elastoquake) invece è un terremoto che si origina in un ambiente compressivo dove viene liberata quasi esclusivamente energia elastica. È il caso dei terremoti in Friuli (1976) e in Emilia (2012).
Per saperne di più
Gli aspetti tecnici e scientifici di gravimoti ed elastomoti sono descritti in Normal fault earthquakes or graviquakes (da cui è tratto il dettaglio dell’immagine) e Graviquakes in Italy.
Conoscere la natura dei terremoti per prevenirli meglio contiene una breve sintesi della ricerca; “Quel pezzo di Italia adesso è più instabile, possibili nuovi sismi” è un’intervista a Doglioni con vari esempi.
Formazione primaria e secondaria dei termini
Ho trovato interessanti non solo i concetti di gravimoto ed elastomoto ma anche i meccanismi di formazione di nuovi termini che sono stati usati per denominarli in italiano e in inglese. Per entrambe le lingue è stato usato il modello prefisso+sostantivo.
Gli elementi formativi con funzione prefissale gravi– ed elasto– sono usati in ambito tecnico e scientifico in entrambe le lingue e possono essere considerati internazionalismi.
In italiano l’elemento moto è del tutto trasparente e può indicare tipi diversi di movimento; in mancanza di contesto potrebbe però non essere subito chiaro che gravimoto ed elastomoto sono tipi di terremoto.
In inglese l’elemento quake di solito appare in combinazione con sostantivi che indicano cosa subisce il movimento – earthquake, seaquake (nome meno comune dello tsunami, cfr. maremoto), moonquake, marsquake, sunquake, starquake ecc. Non ho invece trovato combinazioni rilevanti con altri tipi di elementi – a parte microquake che però è una contrazione di microearthquake – ma la flessibilità dell’inglese consente sicuramente queste neoformazioni. .
Sarei comunque curiosa di sapere in che lingua sono stati denominati i due nuovi concetti (formazione primaria del termine). La ricerca è stata presentata in inglese ma la mia impressione è che i termini siano nati in italiano e quindi sia stato trovato un equivalente in inglese (formazione secondaria).
Vedi anche: I tweet di INGV sui terremoti, con indicazioni sull’interpretazione dei dati e su varie risorse tra cui un glossario, e Terremoti: l’insolita risemantizzazione di cratere, sulla nuova accezione di una parola purtroppo ricorrente in questo periodo.
Monmartre:
È vero che sussultorio e ondulatorio sono anche indicati solo come aspetti percepiti del terremoto, http://www.iesn.it/index.php/terremoti/dinamica-terremoti.html, ma se – empiricamente – si guardano le occorrenze: nel casi citati di gravimoto ricorre più spesso sussultorio; nel caso di elastomoto ricorre più spesso ondulatorio. Non basta quindi definirli terremoti ondulatorî e sussultorî? (rispetto ovviamente all’epicentro perché, a quanto pare, lontano dal centro sono solo ondulatorî.)
Licia
@Monmartre dovresti chiedere a un sismologo. Io ti posso suggerire di ascoltare L’Italia instabile: Doglioni ha spiegato perché sussultorio e ondulatorio possono essere considerati termini obsoleti. Cfr. anche i diversi tipi di onde sismiche (INGV) da cui ho preso questa immagine:
Le onde P (come “Prime”) fanno vibrare il suolo nella stessa direzione in cui si propagano; comprimono e dilatano in successione le rocce che attraversano, come una fisarmonica. Invece le onde S (come “Seconde”) fanno vibrare le rocce perpendicolarmente rispetto alla loro direzione di marcia, come una corda che viene scossa.