“Brexit means Brexit” è una tautologia che il primo ministro britannico Theresa May ha ripetuto più volte nel corso del 2016, senza però mai fornire alcun dettaglio.
Vignetta: Christian Adams
In realtà nessuno sa ancora cosa comporterà veramente l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea. L’unica certezza è il nome Brexit, da subito un internazionalismo e sicuramente una delle parole dell’anno 2016.
Ne ho discusso in L’estate 2016 in quattro parole, uno speciale del Portale Treccani che oltre al mio contributo Brexit, parola del XXI secolo include anche quelli di Rosarita Digregorio su burkini, Silvia Demartini su sisma/terremoto e Daniele Scarampi su concorsone.
Vignetta: Voice of the People
Aggiornamento maggio 2019 – Ora c’è anche trexit means trexit, variazione in tema dopo le dimissioni di Theresa May. Dettagli in Brexit significa anche #Trexit.
Matteo:
Ciao Licia,
magari è un modo per dire che non si torna più indietro? In effetti già si sa, non c’è bisogno di ribadirlo come un mantra, ma dal punto di vista comunicativo potrebbe essere efficace.
In tedesco ho sentito dire “einmal Brexit, immer Brexit” (“il Brexit vale per sempre”, o qualcosa di simile).
Rose is a rose is a rose is a rose…
Watkin:
Non capisco la presenza dell’orologio a cucù nella vignetta…
Licia:
@Matteo sicuramente vuol dire che non si torna più indietro, però è l’unica informazione certa…
@Watking, forse solo di decorazione, oppure un riferimento al tempo?
Massimo S.:
Anche alla luce delle ultime notizie di cronaca il primo ministro inglese (o la prima ministra inglese?) vuol forse sottolineare che intende dismettere subito l’osservanza di certe regole europee (libertà di circolazione e di lavoro), senza status speciali o intermedi…), cercando, magari, di conservarne altre unilateralmente scelte tra quelle ritenute più vantaggiose (o meno scomode) per il suo paese…