Le presentazioni dei prodotti Apple mi interessano soprattutto per gli aspetti linguistici: nelle descrizioni si notano sempre nuovi termini e scelte lessicali accuratissime che spesso indicano anche nuove tendenze.
Questo è il video di presentazione in inglese degli AirPods, i nuovi auricolari senza fili:
Il nome AirPods è un bel gioco di parole su earpods, il termine specifico di Apple per gli auricolari (nel lessico generico inglese sono invece earbuds o earpieces). I due elementi air e pod richiamano prodotti già esistenti e così il nuovo nome risulta familiare e facile da ricordare ma allo stesso tempo distintivo e innovativo.
Da smart a intelligent
C’è un altro dettaglio del video che ha attirato la mia attenzione: viene usato due volte l’aggettivo intelligent – intelligent high-efficiency playback e intelligent connection to all your Apple devices.
Nel sito Apple si trovano ripetuti riferimenti “intelligenti” anche nelle descrizioni del sistema operativo iOS: Intelligent suggestions; iOS intelligently picks up on scheduling details; more intelligent and expressive ways ecc.
Da una ricerca veloce pare proprio che l’uso di intelligent sia una novità 2016. Non l’ho trovato nelle descrizioni dei prodotti precedenti, per i quali invece abbondava l’aggettivo smart. Finora l’aggettivo smart è stato molto usato anche per denominare funzionalità e accessori: i nomi seguivano il modello smart xyz, ad es. smart keyboard, smart connector, smart battery case, smart folder (in italiano xyz smart o nome originale inglese).
Le mie osservazioni sono limitate alle descrizioni dei prodotti e non ho visto alcuna presentazione dell’evento Apple. Se però la tendenza che ho rilevato venisse confermata, si può supporre che Apple ritenga smart ormai datato e inflazionato, come già successo per il prefisso i nei nomi dei nuovi prodotti, e abbia deciso di sostituirlo. In alternativa, l’uso ripetuto di intelligent potrebbe significare un rimando all’intelligenza artificiale.
In italiano intanto…
Curioso che nella versione sottotitolata in italiano del video sugli AirPods la seconda occorrenza di intelligent diventi smart (“il chip W1 connette in modo smart”). Anche nei resoconti sull’evento Apple dei media italiani smart è ricorrente, ad es. nel Corriere della Sera si legge “AirPods è una coppia di auricolari senza fili con alcune funzioni smart, gestite da un apposito chip”.
In italiano si nota anche un’incongruenza vistosa relativa a wireless, reso sia come wireless che come senza fili (probabilmente si intende wireless = tecnologia, senza fili = assenza di cavetti, però la distinzione non sempre è chiara).
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Vedi anche:
♦ Podcast e postcast – l’origine dell’elemento formativo pod
♦ La comunicazione post-linguistica di Apple Watch– note sul prefisso i
♦ Da wearable a hearable e nearable – nuovi tipi di dispositivi intelligenti.
Sui social intanto sta circolando una parodia in cui gli AirPods vengono rinominati Tiny Hairdryers per il loro aspetto che li fa sembrare asciugacapelli per criceti. In questo caso la traduzione italiana Mini Phon – oppure anche iPhon 😉 – mi pare più efficace dell’originale inglese:
La tagline degli AirPods, Wireless. Effortless. Magical. sfrutta la punteggiatura per conferire un accento ritmico e si fa notare anche per l’uso dell’aggettivo magical, raramente associato alla tecnologia.
Qui un’altra parodia:
Marco B:
Tra smart e intelligent non c’e’ una differenza di registro? Non sono sicuro che siano esattamente sinonimi, o forse dipende dalle differenze tra inglese americano e inglese britannico?
Ne approfitto per parlare di un termine informatico usato esclusivamente dai giornali italiani: il cervellone elettronico. Usato quasi esclusivamente con l’accrescitivo, e senza ironia.
Mi mette addosso una gran tristezza leggere questo termine, lo trovo un segno dell’arretratezza culturale dei nostri media, e probabilmente dei loro lettori.
Watkin:
A me ha colpito un curioso “resistente agli spruzzi”, quando io avrei messo più semplicemente “agli schizzi”. Mi chiedo come sia venuto loro in mente…
Gianmaria:
Grazie Licia,
molto interessante!!
Grazie
Licia:
@Marco, smart e intelligent appartengono allo stesso campo semantico ma come fai notare non sono sinonimi. Direi che l’aggettivo che si avvicina di più a intelligent è clever e non smart.
Riferito a persone, smart è intelligente nel senso di sveglio ma anche scaltro, astuto. Riferito a tecnologia ha acquisito nuove accezioni, in particolare essere capace di agire in modo indipendente, come se avesse capacità proprie, e riferito a dispositivi elettronici come smartphone l’ulteriore accezione di avere funzioni simili a un computer.
La mia impressione è che smart sia ormai inflazionato e Apple potrebbe aver deciso di usare intelligent per indicare di essere su un gradino più alto.
A proposito di cervellone elettronico, sono d’accordo con te che è ridicolo ma i giornalisti italiani sono ossessionati dalle ripetizioni e pur di non usare la stessa parola due volte ricorrono spesso ad alternative inadatte, come cinguettio per tweet e idioma per lingua.
@Watkin a me invece non sarebbe mai venuto in mente di dire schizzo in questo contesto, avrei usato anch’io spruzzo che avverto come più casuale. Potrebbe essere anche una variazione diatopica, io ad es. vivo in Italia settentrionale e ho appena provato a chiedere a tre altre persone, descrivendo il contesto e chiedendo di completare la frase resistente a… Tutte e tre hanno detto spruzzi (dettaglio etimologico: il verbo spruzzare ha origine dal longobardo spruzzjan).
Stefania:
@Licia se vai sul sito apple.com e cerchi smart e intelligent, hanno più o meno lo stesso numero di occorrenze. Sarebbe interessante comunque capire in che contesti diversi vengono usati.
Sono d’accordo sul fatto che smart si sta usurando, e Apple inizia a privilegiare intelligent, mentre in italiano continuiamo a usare l’anglicismo “prestigioso” smart.
Grazie del tuo interessante contributo!
Licia:
@Stefania, avrei dovuto specificare che avevo preso in considerazione soprattutto le descrizioni apparse in occasione di eventi di presentazione di prodotto. Avevo fatto anche qualche ricerca con Google (site:apple.com) filtrando i risultati ma bisognerebbe fare un’analisi più precisa per confermare quella che per ora è soprattutto un’impressione.
elio:
deriva dalle classi di protezione IP:
https://it.wikipedia.org/wiki/International_Protection
http://www.defsrl.it/sito/Docs_ITA/Info_ITA/DEF_Grado_protezione_IP_ITA.pdf
da cui il termine ‘spruzzi’
Watkin:
Interessante. Io sono toscano, per quello che può valere. “Spruzzo” a me evoca il getto energico di un liquido che fuorisce da una sorgente che in qualche modo ne costringe l’uscita (scusa la spiegazione approssimativa: ma mi riferisco appunto ciò che esce da tubi sottili, sistole, fontane…). Lo schizzo è una piccola particella di liquido volante, e anche ciò che ne rimane su una superficie dopo l’impatto (cosa che non direi dello spruzzo): può essere originato come nei casi precedenti, ma anche da una mano bagnate che si agita, un’auto che passa, la pioggia… Insomma, mi sembra più ampio e più adatto in questo caso.