I tweet di INGV sui terremoti

Due anni fa in Dati e stime nei tweet di INGV sui terremoti avevo descritto un servizio sperimentale dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. Il formato è stato aggiornato, come mostra il tweet sul terremoto avvenuto alle 3:36 del 24 agosto 2016 in Italia centrale:

Il nuovo formato è ulteriormente migliorato e mi pare efficace anche per chi dovesse vedere questo tipo di tweet per la prima volta.

L’hashtag iniziale #terremoto non lascia dubbi ed è il primo che viene in mente a chi cerca informazioni. Lo svantaggio però è che lo stesso hashtag viene poi usato in massa da chiunque, spesso anche a sproposito, per comunicazioni di ogni genere.

Le abbreviazioni Lat, Long e Prof non hanno bisogno di alcuna spiegazione. ML invece non è trasparente ma poiché segue #terremoto ed è nel formato “numero punto numero” credo si riesca a concludere che è la magnitudo (ML sta per Magnitudo Locale), un concetto che in Italia purtroppo risulta familiare. Nella versione precedente però Mag risultava decisamente più comprensibile.

L’orario nel fuso UTC, il “tempo universale coordinato”, può confondere chi non lo conosce [cfr. aggiornamenti più sotto] e bisogna guardare il profilo Twitter per trovare indicazioni su come interpretarlo: orario UTC (in Italia UTC+2 ore se ora legale o UTC+1 se ora solare), quindi 01:36 del 24 agosto (ora legale) equivale alle 3:36 sui nostri orologi. Se si segue il link ogni dubbio viene chiarito: c’è infatti l’ora italiana e l’indicazione di quanto tempo è passato da quello specifico terremoto. 

Il link porta a una pagina di informazioni con varie schede. Quella predefinita rende esplicito il contenuto del tweet, mostra la carta con l’epicentro, indica comuni interessati e città più vicine, elimina le ambiguità sull’orario e consente di segnalare se si è avvertita la scossa in Hai sentito il terremoto? 

Le altre schede contengono approfondimenti con dati, mappe, statistiche e altre informazioni. Sono descritti nella Guida al sito, con spiegazioni facilmente comprensibili anche senza avere particolari conoscenze scientifiche.

Questi tweet sono davvero un ottimo servizio, che si distingue per la comunicazione puntuale ed efficace: grazie a chi l’ha ideato e se ne occupa.


Non è collegato direttamente a questo servizio ma c’è anche un blog di INGV per approfondimenti e aggiornamenti rilevanti sui terremoti, ad es. il primo post di ieri è stato pubblicato a meno di un’ora dal sisma. Nel blog c’è anche un glossario, che suggerirei di rendere consultabile anche nel sito principale, ampliandolo (ad es. ho notato che manca la voce aftershock), e la pagina FAQ – Domande frequenti sui terremoti con illustrazioni e spiegazioni molto efficaci.


Aggiornamento 26 agosto 2016 –  In queste ultime ore stanno circolando molte notizie false sul terremoto, con interpretazioni “fantasiose” dei dati, cfr. La bufala sul governo che avrebbe abbassato la magnitudo del terremoto. Forse sono stata un po’ troppo ottimista sulla capacità di interpretazione dei dati.

Mi ha colpita in particolare questo esempio da uno dei molti complottisti, secondo i quali INGV avrebbe cancellato dai propri tweet le informazioni sulla scossa più forte. Mostra che l’orario UTC può venire facilmente frainteso e rende le informazioni corrette più difficili da reperire:

Account TW INGV: perché mancano le scosse 3:36 del 24.08.16?

Mostra anche che si fa un uso superficiale delle informazioni, senza alcun tentativo di approfondire eventuali dettagli non chiari, come ad es. il significato di UTC, Universal Time Coordinated, che è il “tempo universale coordinato”, ossia l’ora di riferimento internazionale (che qualcuno conosce ancora come “ora di Greenwich” o GMT, Greenwich Mean Time). Ne va tenuto conto nelle comunicazioni destinate a un pubblico eterogeneo.

Nuovo post: Terremoti: l’insolita risemantizzazione di cratere (cosa c’entrano vulcani e terremoti?)

2 commenti su “I tweet di INGV sui terremoti”

  1. Isa:

    Attenzione all’ultimo paragrafo, però: INVG non è INGV.
    La svista dell’inversione tra la G e la V tuttavia capita a molti–o almeno, in questi tristi giorni, l’ho vista scritta e sentita pronunciare spesso. Secondo te c’è un motivo intrinseco? Una maggiore eufonia di iennevuggì rispetto a iennegivvù? Altro? (Ammetto che potrei essere influenzata dal personale contatto ravvicinato con l’INFN, però, e quindi far più caso di altri a sciocchezze come questa.)

  2. Licia:

    @Isa, grazie, ho corretto. Non saprei proprio perché succede, soprattutto nella pronuncia. Nella forma scritta forse perché la sequenza ING può essere seguita da una consonante (INGR) mentre INV no?

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