Mi è piaciuto molto l’intervento a Radio3 Scienza (“Dacci un segno”) dell’archeologo Davide Domenici, che ha discusso una classificazione recente dei simboli astratti ricorrenti nell’arte rupestre europea, presentati superficialmente da alcuni media come prima forma di scrittura.
Con esempi molto efficaci Domenici ha chiarito le differenze tra sistema grafico di comunicazione e sistema di scrittura (nella definizione classica, rappresentazione sistematica di un linguaggio parlato che deve consentire di riprodurre un messaggio in modo esatto anche in assenza di chi l’ha scritto) e ha evidenziato vantaggi e svantaggi di scrittura logografica e di scrittura fonetica.
Blissymbolics
Nella seconda parte del programma sono intervenuta anch’io. Ho evidenziato caratteristiche innovative e limiti di Blissymbolics, una lingua artificiale nata negli anni ‘40 del secolo scorso che esiste solo in forma scritta ed è rappresentata attraverso un sistema di scrittura logografico.
Blissymbolics voleva essere un sistema di comunicazione universale indipendente da qualsiasi lingua parlata, ma non ha avuto molto successo ed è comunque fortemente influenzato dall’inglese. Ha avuto però alcune applicazioni pratiche nella cosiddetta Comunicazione Aumentativa e Alternativa (CAA), un insieme di metodologie e tecnologie usate per facilitare la comunicazione con chi ha difficoltà cognitive o problemi fisici che impediscono l’uso del linguaggio orale.
A Blissymbolics ora vengono preferiti altri sistemi più immediati come PCS (Picture Communication Symbols) e WLS (Widgit Literacy Symbols) che comunque presentano gli stessi limiti: più un sistema simbolico è trasparente (rappresentazioni grafiche subito riconoscibili e universali), meno si presta ad esprimere concetti astratti e complessi.
Da emoticon ad emoji
Emojitaliano, la traduzione in crowdsourcing del libro di Pinocchio da italiano in emoji, è stato lo spunto per ricordare le differenze tra emoticon ed emoji e gli aspetti tecnici e culturali che rendono le emoji poco efficienti per costruire un eventuale sistema di comunicazione universale e quindi inadatte a riprodurre un messaggio in modo esatto anche in assenza di chi l’ha scritto.
Ho concluso il mio intervento con un esempio che riporto qui nel caso non si fosse capito a che emoji facessi riferimento. Sono due tra le tante espressioni facciali che ci appaiono molto simili.
Va ricordata innanzitutto l’origine giapponese delle emoji: le faccine spesso riproducono le vecchie emoticon orientali (kaomoji), orientate orizzontalmente, che esprimono l’emozione attraverso i caratteri usati per gli occhi. Le emoticon occidentali, ad es. la risata , sono invece “sdraiate” e caratterizzate dalla bocca. Se confrontate la prima faccina qui sopra con l’emoticon orientale ^_^ noterete la somiglianza: occhi sorridenti e bocca orizzontale che, nonostante le apparenze, equivalgono all’emoticon occidentale
La confusione aumenta se si usano sistemi operativi diversi: esempi in Un’emoji parola dell’anno 2015 e in Fraintendimenti emojionali.
La puntata di Radio3 Scienza a cui ho partecipato si può ascoltare su Rai Play Radio.
Altri riferimenti:
♦ Lingue artificiali: Blissymbolics (caratteri, lessico, sintassi e limiti, con vari esempi)
♦ tutti i post con tag emoji e in particolare Emoji, tra segni, gesti e sistemi di scrittura
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Alcune vignette sulla pittografia in Umorismo rupestre.
Striscia: Zits
Gianmaria:
Mi ero perso questo tuo post vecchio post e ci ricapito solo ora.
Non ne so niente di sistemi di scrittura ma una decina buona di anni fa ero capitato su “The elephant memory” che avevo trovato molto curioso e divertente.
http://www.elephantsmemory.net/
Consiglio di dare un occhiata ai tre o quattro esempi riportati a fondo pagina.
Cordiali saluti, Gianmaria