Putting liptstick on a pig è un’espressione dell’inglese americano che si usa per descrivere cambiamenti cosmetici a qualcosa di connotato negativamente, nel vano tentativo di renderlo più appetibile o più presentabile.
L’idea è che anche se si cerca di truccare l’animale, non si può nascondere in alcun modo che rimane un maiale: you can put lipstick on a pig, but it’s still a pig.
L’espressione risale agli anni ‘80 del secolo scorso ed è ricorrente nella politica americana: dettagli in Who First Put “Lipstick on a Pig”?
Un modo di dire simile ma più volgare è you can’t polish a turd (“non si può lucidare / rendere migliore uno stronzo”). Nuovo post in tema: Volgarità ministeriali d’Oltremanica.
Lipstick on a pig in italiano
Non mi vengono in mente espressioni italiane equivalenti. Non equivale a indorare la pillola (in inglese sugar o sweeten the pill), espressione che significa cercare di attenuare o rendere meno sgradevole qualcosa della cui negatività c’è consapevolezza, quindi senza la volontà di mascherarla.
Aggiornamento – Dai commenti, un modo di dire napoletano molto efficace che rende bene l’idea dell’espressione americana e di quella più volgare inglese: Hai voglia ‘e mettere rum, chi nasce strunz’ nun po’ addivintà babbà.
Ho preso spunto per questo post, via @Lukazzu, da alcune affermazioni su Donald Trump apparse ieri nei media americani. Sono del ghostwriter di un’autobiografia di grande successo di Trump che aveva contribuito a creare un’immagine vincente del magnate:
Schwartz dichiara di avere notevoli rimorsi per essere riuscito così bene nella sua azione cosmetica, tanto che molti non riescono a vedere oltre il trucco e ora gli Stati Uniti corrono il rischio che Trump venga eletto presidente.
La notizia è stata ripresa anche in Italia ma, come in altre occasioni, chi l’ha riportata non ha riconosciuto l’espressione idiomatica e ha tradotto letteralmente. Esempio:
Senza spiegazioni, chi legge cercherà di interpretare l’insolita metafora con le proprie conoscenze enciclopediche e potrebbe erroneamente concludere che si stia discutendo di licenziosità.
Aggiornamento gennaio 2017 – I vignettisti americani continuano a ricorrere al “maiale con il rossetto” anche dopo l’elezione di Donald Trump. Un esempio:
VIgnetta di Mark Cabot Robinson
Qui il riferimento è alla locuzione alternative facts usata dalla consigliera presidenziale Kellyanne Conway per giustificare alcune affermazioni false fatte da Sean Spicer, portavoce della Casa Bianca.
Vedi anche:
♦ Grammatica e traduzione: il wherever di Trump
♦ Trump e la “deportazione” dei clandestini
♦ Nuovo: “Lost in Trumpslation” (ma non è un film)
Aggiornamento 2024 – I media 🇺🇸 e il “sanewashing” di Trump
Luca:
Mi ha fatto ripensare all’espressione napoletana (anche questa un po’ volgare) “Hai voglia ‘e mettere rum, chi nasce strunz’ nun po’ addivintà babbà”
Serena:
A proposito di rossetto sugli animali in politica, mi ricordo la famosa battuta di Sarah Palin, presa in giro anche da Saturday Night Live: “What’s the difference between an hockey mom and a pitbull? Lipstick.”
Alpha T:
E’ un interessante neologismo involontario, “autobriografia”. Sarebbe l’autobiografia di chi deve lanciarsi in nuove imprese e ha bisogno di dimostrare di essere caricato a molla, pieno di idee ed energie, positivo e propositivo, capace di galvanizzare gli altri… 🙂
Licia:
@Luca: rende benissimo il concetto!
@Serena, ottima battuta!
@Alpha T 😂 😂
Ho corretto subito il refuso ma eccolo documentato:
Daniele:
Autobiografia: in questo caso è il termine esatto.
Insolito linguisticamente ma in tali casi è frequentemente usato: le autobiografie dei personaggi famosi sono costantemente scritte da altri (loro, poverini non hanno tempo), e quindi quasi mai sono autobiografie in senso letterale. Hanno spesso un co-autore, che in realtà è un intervistatore/ romanzatore della storia della vita del “famoso”.
@lukazzu:
Ciao, segnalo un`espressione che non avevo mai visto prima: (to pay) lip service. definizione: to publicly support or approve of something, while actually taking no action to produce it (cambridge dictionary) – omologhi italiani?
http://www.maltatoday.com.mt/news/national/68558/maltas_id_card_system_for_refugees_proves_integration_is_only_given_lip_service?utm_medium=twitter&utm_source=twitterfeed
Licia:
@lukazzu un’espressione che evidenzia una differenza “culturale”: in inglese moltissime metafore con le labbra a differenza dell’italiano che invece preferisce la bocca.
In questo caso non credo ci sia un’espressione equivalente, noi diremmo “a parole (dice / ha detto / dichiara ecc.)… ma…”; l’unica frase idiomatica che mi viene in mente è “tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare” ma si usa in contesti diversi.