Il 17 luglio era la giornata mondiale delle emoji. Come prevedibile, diversi marchi hanno sfruttato l’occasione per promuovere la propria immagine o i propri prodotti.
Mi ha colpita la campagna di Ford Italia con hashtag #DontEmojiAndDrive e il messaggio
Don’t and
(don’t text and drive / non messaggiare e guidare)
Era completato da una stessa emoji ripetuta (a seconda del messaggio, ambulanza, faccina con testa fasciata, poliziotto o teschio).
L’altro messaggio che ha attirato la mia attenzione è di una società di auto a noleggio:
Cosa si nota? L’automobile e l’ambulanza viaggiano da destra verso sinistra come tutte le emoji dei mezzi di trasporto. Negli esempi che ho riportato fanno un effetto insolito: nel primo caso sembra che l’auto vada verso il telefono, nel secondo che scappi dai soldi.
Questioni di sintassi
La direzione inaspettata è dovuta all’origine giapponese delle emoji: nella scrittura tradizionale giapponese le informazioni vanno non solo dall’alto in basso ma anche da destra a sinistra e questo ha influenzato anche altre rappresentazioni grafiche. Soprattutto, però, va considerato che la sintassi giapponese segue l’ordine SOV (soggetto oggetto verbo) e questo ha determinato la raffigurazione delle emoji.
Qui sotto potete vedere alcuni esempi di Suzy J Styles sull’ordine R-L (right to left) in risposta a Emoji Deixis: When emoji don’t face the way you want them to. In giapponese il verbo “guarda all’indietro” verso soggetto e complementi:
Potremmo rappresentare gli esempi come
[angelo] [diavolo] [spara]
[da città] [a casa] [torno]
Da SOV a SVO
Le emoji orientate verso sinistra funzionano perfettamente nella cultura di origine ma sono molto meno efficaci per noi europei perché le lingue occidentali seguono invece l’ordine SV➝ O.
Non è solo una questione di sintassi: si può dire che l’ordine “predefinito” (default) del nostro sistema concettuale va da sinistra verso destra. Lo ritroviamo ovunque, dalle metafore nella lingua alla scrittura, alle linee del tempo e alle rappresentazioni grafiche che indicano movimento, avanzamento, trasformazione, progresso ecc.
Altri esempi in WhatsApp, le donne e l’evoluzione delle emoji (nuovo post).
Comunicazione universale?
Questa differenza è uno dei tanti limiti all’uso delle emoji come potenziale linguaggio visuale di comunicazione globale. È un problema già evidenziato anche per Blissymbolics, una lingua artificiale ideografica che mirava ad essere universale ma la cui sintassi, per quanto semplice, si è rivelata troppo ancorata a quella dell’inglese e al relativo sistema concettuale.
Concludo con l’esempio di alcuni pittogrammi che siamo abituati a vedere in aeroporti e altri contesti internazionali. Ora dovrebbe essere chiaro perché i mezzi di trasporto sono quasi sempre rappresentati frontalmente e non di lato: in questo modo non si è costretti ad indicare la direzione e si evitano potenziali ambiguità o fraintendimenti.
Queste considerazioni sono tipiche delle valutazioni di globalizzazione, un tipo di analisi di cui sono esperta. Da tempo è una prassi standard nelle valutazioni delle interfacce grafiche ma mi piace ricordare che nel secolo scorso (!) sono stata una delle prime persone ad occuparsene per l’internazionalizzazione e la localizzazione del software. Continua a rimanere una mia grande passione ed è per questo che mi piace tornare spesso su questi argomenti.
Per rimanere in tema emoji, vedi anche:
- Da emoticon a emoji – origine, differenze e terminologia
Emoji, tra segni, gesti e sistemi di scrittura – un nuovo tipo di comunicazione?
Curiosando tra le nuove emoji di Unicode 9.0 – altri aspetti culturali
Nuovo post (2018): Emoji: è corretto cosa ci raccontano i media?
Licia:
Ho appena scoperto che questi giorni ACI sta promuovendo la campagna #MollaStoTelefono e #GuardaLaStrada. Nel messaggio non verbale si nota il pittogramma internazionale dell’auto. Cosa ne pensate della sequenza dei simboli, anche voi avreste usato lo stesso ordine con il cancelletto che precede l’auto?
Marcus:
Certo, è un hashtag! Solo in quest’ordine si può condividere che #🚘📱💥