Titolo visto ieri. Come interpretate neutralizzato?
Ho visto che il verbo neutralizzare era ricorrente nei media che hanno riportato la notizia. Esempi: l’aggressore sarebbe stato neutralizzato dopo una vera e propria caccia all’uomo; un aggressore neutralizzato, due in fuga; il killer sarebbe stato poi ‘neutralizzato‘ e ucciso.
Io interpreto il verbo neutralizzare come rendere inoffensivo, e cioè catturare e disarmare l’aggressore che, se non specificato, presumo sia ancora in vita.
Nelle notizie tradotte dall’inglese però penso subito al potenziale falso amico neutralized. In questo tipo di contesto è un eufemismo che significa sempre ucciso se riferito a persona e distrutto se riferito ad altri tipi di obiettivi.
Devo però dire che non guardo mai film o telefilm americani di azione, guerra, crimine, spionaggio ecc. in cui è probabile venga usato il verbo neutralize / neutralise. Non so quindi se grazie al doppiaggio l’eufemismo inglese sia ormai stato recepito anche in italiano come prestito camuffato.
Paolo:
Per fortuna nello sport neutralizzare l’avversario non ha ancora effetti letali! 😀
Fja:
Licia,
Ti pongo una questione di traduzione che non ha a che fare con la neutralizzazione ma che mi gira in testa da qualche giorno 🙂 spero che mi risponderai anche se sono completamente fuori contesto.
Come tradurresti due forme verbali che usano il modello “participio + OUT OF” secondo questi due esempi che ho sentito di recente in UK:
– “She acted me out of the room” (detto da attore teatrale che si paragonava ad un’attrice molto più competente di lui),
e
– “He literally loved the amnesia out of her” (detto di un marito dedicatosi completamente ad una moglie sofferente di amnesia, fino a farla guarire)
?
Grazie!
F.
Licia:
@Fja, prendo spunto dalla linguistica cognitiva e in particolare da un libro molto noto e interessantissimo, Metaphors we live by di George Lakoff and Mark Johnson. Alla base di molte espressioni figurate ci sono metafore “di orientamento” (up-down, in-out, front-back, on-off ecc.), molto comuni in tutte le lingue perché fanno riferimento all’esperienza fisica del nostro corpo nello spazio. In inglese, ad esempio, happy is UP, sad is DOWN, cfr. I am feeling up e I’m feeling down, he’s in high spirits e his spirits sank. Anche in italiano abbiamo metafore simili (sentirsi giù / su di morale ecc.) ma in altri casi non c’è piena corrispondenza tra lingue: allo stesso tipo di metafore di orientamento possono venire attribuiti valori diversi in culture diverse, ad es. in alcune culture il futuro è davanti a noi e in altre è dietro.
Fatta questa premessa, considera che in inglese out non è solo avverbio e preposizione ma anche aggettivo, sostantivo e verbo, e consente quindi espressioni figurate molto trasparenti che però non hanno un corrispondente in italiano. Per i tuoi esempi ti suggerirei di analizzare il tipo di metafora che sta alla base delle frasi e di cercarne una equivalente in italiano, senza voler per forza fare una traduzione basata sulle parole o che vada bene in qualsiasi contesto. Nel caso dell’amnesia potresti ricorrere a un altro tipo di metafora spaziale, ad es. dire che l’amore non ha lasciato alcuno spazio alla malattia o qualcosa del genere.
Spero di averti in qualche modo aiutato. I prossimi commenti però in tema con il post, mi raccomando! 😉
Alpha T:
Il futuro dietro? Sono curioso, quale pazza lingua propone una idea del genere?
Licia:
@Alpha T. devi aspettare che io torni dove ho il libro di Lakoff e Johnson, nel frattempo dai un’occhiata a move forward the date.