Brexit: la sorte dell’inglese lingua ufficiale UE

English becomes Esperanto – The Economist

Giugno 2016: i media di molti paesi hanno diffuso la notizia che con l’uscita del Regno Unito dall’Unione europea l’inglese cesserà di essere una lingua ufficiale. Alla loro adesione all’UE gli altri due paesi in cui si parla inglese avevano infatti dichiarato un’altra lingua ufficiale: l’Irlanda il gaelico (l’inglese è la seconda lingua ufficiale) e Malta il maltese.

Pare sia partito tutto dall’affermazione di una deputata del Parlamento europeo riportata da Politico, confermata poi informalmente anche da funzionari di altre istituzioni europee. 

La notizia si è diffusa a tal punto che ieri la Rappresentanza in Irlanda della Commissione europea ha emesso una dichiarazione ufficiale per spiegare che il regime linguistico delle istituzioni europee è deciso dal Consiglio (cfr. art. 342 qui) e ogni modifica deve essere votata all’unanimità, quindi anche dall’Irlanda:

We note the media reports stating that in the event of a UK withdrawal from the EU, English would cease to be an official language of the EU. This is incorrect. The Council of Ministers, acting unanimously, decide on the rules governing the use of languages by the European institutions. In other words, any change to the EU Institutions’ language regime is subject to a unanimous vote of the Council, including Ireland.

È sottinteso che un’eventuale eliminazione non sarebbe automatica e se anche venisse richiesta, presumibilmente l’Irlanda non la voterebbe.

Intanto a Novara c’è chi ha fatto parlare di sé con una proposta drastica: Brexit, l’assessore in pectore scrive su Facebook: “Ora via l’inglese dalle scuole”.

In ogni caso è poco probabile che l’inglese perda la propria egemonia perché da tempo e in molti ambiti è diventata una lingua franca. Nelle istituzioni europee ne viene addirittura usata una varietà inesistente altrove, nota come Euro-English, a cui sarà difficile rinunciare.
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Vedi anche:

♦  Traduzione, punto di vista UE (difficoltà ricorrenti e interferenze dell’inglese)
♦  L’idioma dei giornalisti (sinonimo improprio immancabile anche per questa notizia!)

La fonte dell’immagine è English becomes Esperanto, un articolo pre-Brexit di The Economist con dati e statistiche poi ripresi anche da altri media.

Dichiarazione della Rappresentanza in Irlanda via @TranslAAttitude

4 commenti su “Brexit: la sorte dell’inglese lingua ufficiale UE”

  1. Danilo:

    Anche io penso che questa eventualità sia molto rara ma non credo che semplicemente per il fatto che ora l’inglese è la lingua egemone allora un giorno non potrà perdere la sua posizione. Alla fine è ciò che è già successo ad altre lingue come il francese, il latino o l’arabo che in altri periodi sono state lingue dominanti.
    Alcuni hanno anche ipotizzato l’esperanto ma i madrelingua sono troppo pochi…

  2. aldopaolo palareti:

    Immagino che potrebbero rinascere le polemiche sull’uso preferenziale di tre lingue (inglese, tedesco e francese) per la redazione degli atti.
    A mio parare sarebbe difficile digerire una situazione in cui si darebbe più importanza a una lingua parlata da 5 milioni di cittadini europei (in Irlanda e Malta; altri 7 milioni nel caso si aggiungessero Scozia e Irlanda del Nord), a scapito dell’italiano (61 milioni di parlanti) e dello spagnolo (47 milioni).
    Né vale citare l’uso internazionale dell’inglese, dato che la scelta è stata evidentemente fatta sulla diffusione europea e non su quella mondiale, altrimenti lo spagnolo sarebbe stato sicuramente incluso essendo più parlato di francese e tedesco.

  3. John Dunn:

    Se l’inglese manterrà le sue posizioni non sarà perché è la prima lingua di 5 o 7 (speriamo) cittadini europei, ma perché è la seconda lingua della (stragrande?) maggioranza dei politici e funzionari che lavorano nell’UE: se un polacco parla con un francese oppure un nederlandese con un lituano, è probabile che parlino inglese, non quanto per scelta, tanto per necessità. Però un problema c’è: l’utilizzo dell’inglese nelle diverse strutture dell’UE dipenda della presenza di un grande esercito di traduttori e interpreti, per la maggior parte di madrelingua inglese. Se il Regno Unito finirà per uscire dall’UE (che a mio avviso non è affatto scontato), gli unici paesi capaci di fornire questi traduttori e interpreti saranno appunto Irlanda e Malta. Forse è arrivato il momento giusto per adottare il famoso europanto di Diego Marani.

  4. Licia:

    Anche secondo me alla fine prevarranno ragioni pratiche. In English: no longer an official EU language? ho letto questa nota:

    One MEP from Sweden suggests that communications in the EU could be fairer in English, as it will be everyone’s second language.

    Rimanda a un articolo del Wall Street Journal con paywall e non ho potuto leggerlo, ma il suggerimento dell’europarlamentare svedese mi sembra sensato e ribadisce che l’inglese da tempo ormai agisce come lingua franca.

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