Tempo fa un’amica straniera mi ha chiesto chiarimenti sull’uso delle preposizioni in macedonia di frutti di bosco vs macedonia ai frutti di bosco. Le ho risposto che la distinzione non è sempre netta ma che in generale di indica l’ingrediente principale (rilevante per quantità: solo frutti di bosco, zucchero e poco altro) mentre a indica l’ingrediente caratterizzante (frutti di bosco predominanti sull’altra frutta) o il condimento, ad es. al caffè, allo zafferano, al burro.
Ho ripensato alla mia spiegazione quando ho visto la descrizione di due sughi in un volantino dei supermercati LIDL. Ho notato innanzitutto la frase evidenziata nel dettaglio:
Se si dice nessun altro sapore artificiale, si implica che anche il sapore della selvaggina è artificiale. L’aggettivo indefinito altro infatti è anaforico e per interpretarlo bisogna fare riferimento a un elemento già menzionato (antecedente), che in questo caso può essere solo sapore della selvaggina.
Preposizioni e preparazioni (alimentari)
Ho notato anche che entrambi i sughi contengono la stessa percentuale di selvaggina (60%, in evidenza sull’etichetta) ma uno è descritto come di cinghiale mentre l’altro alla lepre. A cosa è dovuta questa differenza?
Credo rimanga valida la spiegazione iniziale e che in questo caso non c’entri né la grammatica né la semantica ma semplicemente una redazione poco accorta* dei testi.
Tornando alla domanda della mia amica, voleva sapere anche perché parlando di cibo si dice di mandorle, preposizione semplice, ma alle mandorle, preposizione articolata? Sapeva già che il complemento di materia non richiede l’articolo (di vetro, di plastica) ma anche altri complementi con la preposizione a, apparentemente simili, non lo richiedono, cfr. a macchina, a metano, a vapore, a righe, a caso.
Non avevo saputo risponderle, poi nella grammatica di M. Dardano e P. Trifone ho scoperto che nel contesto delle ricette di cucina si tratta di calchi dal francese che sono serviti da modello. È per questo che non diciamo pasta con il sugo, uova nel tegamino, bistecca sui ferri, fagiolini cotti con il vapore ecc. ma preferiamo al sugo, al tegamino, ai ferri e al vapore.
Anche voi avete esempi di domande di stranieri che vi hanno fatto riflettere su aspetti dell’italiano che altrimenti non avreste mai considerato? Raccontateli nei commenti!
.
* Vedi anche: Cibi corretti (e commenti) per altri esempi di descrizioni peculiari nei volantini dei supermercati LIDL.
Andrea:
Non sono sicuro che ‘altro’ implichi che il sapore della selvaggina è artificiale.
Potrebbe fare riferimento solo a ‘sapore della selvaggina’ sottinteso come naturale.
“Nessun altro sapore artificiale sovrasta il sapore naturale della selvaggina”
Anche perché eliminando ‘altro’:
“Nessun sapore artificiale sovrasta …”
si potrebbe insinuare che un fortissimo sapore naturale (carota o cipolla) sovrasti quello della selvaggina.
Ann De Latter:
Faccio l’insegnante d’italiano (livello base) Ls all’estero e questo post mi è molto utile. L’invito di segnalare domande su ‘curiosità’ dell’italiano da parte degli apprendenti stranieri non poteva capitare meglio, per cui GRAZIE! Così su due piedi non mi viene in mente niente, ma pensandoci un po’ sicuramente mi ricorderò delle tante domande che mi hanno fatto i miei studenti (adulti) nel corso degli anni o che mi faccio anch’io. L’italiano per me è una passione, una lingua che non mi stanco mai di studiare, e sarebbe proprio bello poter scoprire e approfondire altri ‘enigmi’.
Licia:
@Andrea, se si vuole comunicare che prevale il gusto della selvaggina non è altro che andrebbe eventualmente eliminato ma artificiale. 😉 Intanto ho indagato: questi due sughi contengono solo ingredienti naturali (in aggiunta alla selvaggina ci sono anche carne bovina, pomodoro, vino rosso, cipolle, carote, sedano ecc.) quindi è poco comprensibile la scelta di riempire il poco spazio disponibile con un riferimento a sapore artificiale, che in un contesto alimentare ha connotazioni negative (cfr. anche i verbi sovrastare e sporcare e vari altri esempi in Cibi corretti).
@Ann, grazie e facci sapere!
Ann De Latter:
Mi è venuta in mente una cosa: Quando studiamo le parole con il doppio plurale (tipo braccio, braccia, bracci), mi chiedono sempre quando si usa ‘i lenzuoli’. Non sono mai riuscita a trovare un esempio chiaro. Grazie.
Licia:
@Ann, credo che con lenzuola si intenda la parure lenzuolo sotto+sopra per ogni singolo letto (ad es. “ho cambiato le lenzuola e ho messo quelle nuove a fiori”) mentre lenzuoli sono quelli considerati singolarmente (ad es. “una fila di lenzuoli bianchi stesi ad asciugare”).
Ann De Latter:
Grazie, infatti è così che dicono i manuali, però se cerco esempi di frasi in internet, ne trovo pochissime con il plurale maschile. Posso chiedere a voi specialisti della lingua italiana se considerate importante questa differenza d’uso?
Licia:
@Ann, probabilmente la maggior parte delle persone non si rende neanche conto che lenzuolo ha due plurali e usa solo lenzuola. Bisognerebbe verificare in un corpus di lingua parlata per vedere quali fattori influenzano l’uso. Cmq ho appena provato a chiedere ad alcune persone che non si occupano di lingua: ci hanno pensato un po’ e poi hanno dato quasi tutti risposte del tipo “le lenzuola sono quelle nel letto, i lenzuoli sono quelli che si stendono ad asciugare”.
C’è anche un libro di Roberto Piumini che si intitola Il piegatore di lenzuoli.
Non credo che chi studia l’italiano dovrebbe preoccuparsi: che usi l’uno o l’altro, verrà sempre capito. 🙂
Ann De Latter:
Grazie mille ! Dopo 20 anni che non ho saputo rispondere in classe a questa domanda, trovo qui subito una risposta chiara ! Avessi scoperto il tuo blog qualche anno prima …
Ann De Latter:
Come si potrebbe tradurre ‘cranberry’ in italiano? Ho trovato varie traduzioni: da mirtillo rosso a mirtillo americano a ribes, etc. Grazie.
Licia:
Su questo c’è molta confusione e credo che proprio per questo chi li mangia preferisca l’anglicismo cranberry; darò un’occhiata la prossima volta che vado a fare la spesa perché mi pare che molto spesso i prodotti riportino anche cranberry assieme al nome italiano.
Mi viene in mente anche la Rigoni di Asiago, che ha due confetture diverse: mirtilli rossi di bosco (http://www.fiordifrutta.it/varieta/fiordifrutta-mirtilli-rossi-di-bosco/) e cranberry (http://www.fiordifrutta.it/varieta/fiordifrutta-cranberry/), che descrive come “mirtilli rossi di palude”.
Ann De Latter:
WOW, questo blog mi piace sempre di più !
Un grazie di cuore per la risposta, non ho mai incontrato persone così preparate !
Andrea:
La mia idea è che la scelta di inserire “artificiale” (che non c’è) serva a sottolineare la naturalità di questo prodotto.
Il riferimento ad un “altro prodotto artificiale” per me è immediato al glutammato di sodio che in questo tipo di prodotti è onnipresente e li porta ad avere tutti più o meno lo stesso sapore. Proprio per il poco spazio a disposizione mi sembra che la comunicazione sia efficace.
Mi è venuta voglia di provarli, quasi quasi passo da LIDL 😉
BEP:
Per i cranberry, un esempio dalla Svizzera, ovviamente trilingue: https://i.imgsafe.org/5983a9cc46.jpg
angelo:
partirei da un presupposto extralinbguistico: i copywriter (ammesso che ne siano stati usati nell’esempio in questione), hanno spesso una conoscenza dell’italiano (grammatica, sintassi,lessico), medio-bassa.
“ce lo so” per esperienza.
😉
sul plurale di lenzuolo: lenzuola è un insieme ordinato di lenzuoli (per esempio: un corredo di lenzuola); lenzuoli un insieme sparso di singoli lenzuoli (per esempio potrebbero essere tutti da materasso). diremmo infatti “i sudari sono lenzuoli”, non “i sudari sono lenzuola”. imho
Ann De Latter:
grazie !
Ruben:
Qualche settimana fa mi trovavo a una festa di paese. Passo di fronte a una bancarella e noto un cartello a caratteri cubitali: “Salame di cinghiale, 3 x 10 €”. Attirato dalla convenienza (di solito il cinghiale costa di più!), mi fermo e acquisto. Una volta a casa, leggo meglio il cartellino: “Salame AL cinghiale: 60% suino, 40% cinghiale”. Furbi loro e pollo io!
Nino:
Ho comprato al Lidl il sugo al nero di seppia, immangiabile, ho buttato la pasta!! Non sapevo se mangiavo pasta con aceto o che altra schifezza! Io farei mangiare queste schifezze a chi le mette in vendita!
Nautilus:
Mi verrebbe da dire che “di” si usa per indicare l’elemento “costituente” (ciò di cui è fatto un tal prodotto), mentre “a” per riferirsi all’elemento “aromatizzante”.
Ad esempio, diciamo “una spremuta di pompelmo” perché la bevanda è fatta con il succo di quel tipo di agrume, ma diciamo “una bibita all’arancia” perché in questo caso l’ingrediente principale è l’acqua e l’arancia (sotto forma di elemento extra, magari come concentrato in polvere) è aggiunta solo per conferire un particolare gusto.
Non so se è la stessa cosa che intendevi tu quando hai parlato di ingrediente principale e ingrediente caratterizzante. Però cosa succede se l’ingrediente caratterizzante è anche l’ingrediente principale? Pensiamo sempre a “spremuta d’arancia”. Qui c’è un solo ingrediente. Prevale la preposizione “di”. Se parlo di elemento aromatizzante, invece, questo è sempre un’aggiunta rispetto a quello costituente.
“Nessun altro sapore artificiale sovrasta…”. La tua analisi è impeccabile e hai fatto bene a far notare che dietro una frase esiste ancora quella cosa chiamata logica.
Ad ogni modo la mia impressione è che alla Lidl abbiano semplicemente fatto le cose con molta leggerezza.
Nota: lo scorso hanno la Lidl ha tentato l’invasione del mercato lituano con una campagna pubblicitaria martellante, incentrata sopratutto sul prezzo. Anche se qui in Lituania c’è minore attenzione e minore sensibilità culturale per la qualità alimentare (ma occhio che da queste parti le cose cambiano velocemente) la Lidl ha tirato su un bottino piuttosto magro. Finito l’effetto novità continuano a farla da padrone le catene di supermercati consolidate: Maxima, Iki, Rimi, Norfa.