Ieri ho rivisto un cartello di divieto americano che circolava già qualche anno fa:
(via @FrancescoPonzin)
A quanto pare in vari aeroporti americani si viene davvero avvisati che non è consentito scherzare su bombe e altre potenziali minacce. Non so però se questo specifico cartello sia reale: ne esistono varie versioni, la traduzione spagnola è piena di errori e soprattutto pare si trovi in California nell’aeroporto dedicato al comico Bob Hope…
Un dettaglio invece del tutto credibile è l’uso di PLEASE nei cartelli di divieto, una convenzione abituale in inglese:
Evidenzia una differenza culturale tra inglese e italiano: nei nostri cartelli di divieto per favore o prego sarebbero del tutto fuori luogo. Si notano subito se vengono usati a causa di traduzioni letterali senza adattamento: un esempio in Italolive.
Il comico Gioele Dix ne ha fatto l’argomento di un noto monologo:
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Ho descritto questo tipo di differenze in Lingue, funzione fatica e cortesia, con la distinzione tra culture a basso contesto (low context) e culture ad alto contesto (high context).
Vedi anche: Il SECURITY WARNING delle Ferrovie dello Stato
Nuovi esempi:
► VIETATO SEDERSI, in inglese
► Se ITA Airways intima “wait you turn”… (e dimentica please)
Mauro:
L’aeroporto Bob Hope esiste veramente: è a Burbank nell’area metropolitana di Los Angeles. Non mi risulta sia un aeroporto internazionale.
Licia:
@Mauro non ho detto che non esiste ma sottinteso (malamente?) che è una strana coincidenza! 😉
Giacomo:
In italiano non compare la forma “per favore” ma una forma di vietare cortesemente ce l’abbiamo anche noi: “Si prega di” (si prega di non toccare, si prega di spegnere i cellulari, …)